Hillary Clinton è malata, ma deve rimanere un segreto
Hillary Clinton (Getty Imagines/ Angela Weiss)
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Hillary Clinton è malata, ma deve rimanere un segreto

Lo scoop è del giornalista Ed Klein. Lo rivela nel suo ultimo libro: l'ex First Lady ha anche problemi cardiaci

Hillary sta male. Ma non si deve sapere. La Clinton non vuole giocarsi la possibilità di arrivare alla Casa Bianca a causa delle sue condizioni fisiche. Per questo, il riserbo è massimo sulla sua cartella clinica. Chi voterebbe per un presidente la cui salute è a rischio?

L'unico a rompere il tabù è stato Ed Klein, un giornalista molto conosciuto negli Usa. E'l'autore di numeri best sellers sui politici americani. Molto ben informato, non ha il timore di andare controcorrente. E quando ha una notizia, non ha paura a diffonderla.

Curata per una trombosi

Lo ha fatto anche con il suo ultimo libro Blood Feud (Lotta all'ultimo sangue) dedicato allo scontro tra i Clinton's e gli Obama's, tra le due famiglie più potenti d'America, apparentemente amiche, in realtà molto, molto nemiche; un duello iniziato nel 2008, all'epoca dello scontro nelle primarie tra Hillary e Barack e che potrebbe esplodere, secondo Klein, nel 2016, quando Michelle potrebbe avere qualche seria tentazione di buttarsi in politica. Chi conosce bene l'attuale First Lady pensa che sia fantascienza, ma l'autore di Blood Feud ne è sicuro.

Come è certo che Hillary Clinton stia fisicamente peggio di quanto detto finora. Il suo racconto è ricco di particolari. Bisogna tornare al gennaio del 2013. La versione ufficiale dice che l'allora segretario di stato era a casa, ha avuto un piccolo malore ed è stata ricoverata al New York Presbyterian Hospital dove ha ricevuto cure anticoagulanti. La verità, secondo Klein, è diversa.

Hillary Clinton era nel suo ufficio al Dipartimento di Stato e non nella sua abitazione newyorchese. Fu subito portata in infermeria, ma fu lei stessa ad insistere a essere trasportata a Whitehaven, la residenza nella capitale dei Clinton. Subito dopo arrivò Bill e viste le condizioni della moglie decise che dovesse essere trasferita a New York, nella clinica nella zona nord di Manhattan.

Problemi cardiaci

Lì i medici scoprirono che Hillary aveva diversi problemi di salute. Fu curata per una trombosi, per un grumo di sangue che si era formato tra il cervello e il cranio Questo grumo era in una delle vene che porta sangue dal cervello al cuore. Secondo i medici, questa è una tipica malattia del viaggiatore dell'aria. Chi passa molto tempo in aereo è soggetto a queste patologie.

I dottori del Presbyterian Hospital però fecero anche altre scoperte. Hillary era predisposta alla formazione di questi grumi di sangue e aveva problemi di cali di pressione arteriosa. In passato, uno di questi svenimenti le aveva procurato la rottura di un gomito mentre saliva su di un aereo.

Negli anni precedenti, Hillary era stata curata per altri grumi di sangue che si erano formati nelle gambe. Aveva preso dei farmaci anticoagulanti, ma poi aveva deciso di eliminare la cura. Una decisione che con tutta probabilità le ha provocato la trombosi del gennaio 2013.

Ma, i problemi non erano finiti. Un elettrocardiogramma fatto sotto sforzo dimostrò che la ex First Lady soffriva anche di problemi cardiaci.

I medici in quella occasione furono molto chiari con lei e con il marito Bill. La situazione era delicata e la Clinton doveva stare molto attenta. La sua salute doveva essere costantemente tenuta sotto controllo per tutto il resto della sua vita.

Il quadro che dipinge Ed Klein è quello di una persona con patologie che possono mettere a rischio il suo lavoro. Lo stress, le lunghe riunioni, le decisioni da prendere e i viaggi: tutte attività che sono tipiche di un capo di governo. Secondo i medici, possono essere fatali per Hillary. Lei e il suo entourage hanno sempre smentito, ma l'autore di Blood Feud è sicuro che l'ex First Lady sia malata.

Se lo sapessero gli americani voterebbero per lei, per mandarla alla Casa Bianca?

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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