Obama rilascia i terroristi perché fanno yoga
Detenuti a Guantanamo (Getty Imagines/ Shane T. McCoy)
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Obama rilascia i terroristi perché fanno yoga

La priorità del presidente Usa sembra quella di svuotare Guantanamo. A tutti i costi

Barack Obama vuole svuotare a tutti i costi Guantanamo prima della fine del suo secondo mandato. L'aveva detto tanti anni fa e non ha ancora mantenuto la sua promessa. Per questo sta spingendo affinché i detenuti siano rilasciati.

Non sarà un'impresa facile. Il loro status legale non consente di gestirli come tutti gli altri prigionieri. In più, l'amministrazione americana vuole evitare di rimandarli con troppa pubblicità nei loro paesi di origine perchè rischiano torture e pena di morte. Obama, già molto criticato da sinistra per non aver ancora chiuso il campo, teme una nuova ondata di critiche.

La priorità: svuotare Guantanamo

Comunque sia la priorità è svuotare Guantanamo. Anche in questa ottica si deve leggere lo scambio tra il sergente Bowe Bergdahl e i cinque leader dei talebani che erano detenuti nel campo. E'tornato a casa un soldato americano (nonostante le polemiche) e un gruppo di “ospiti” di Guantanamo è sulla strada di ritorno in Afghanistan. Con un'incognita: e se tornassero a essere un pericolo per gli Stati Uniti?

Basta un corso di yoga per essere sicuri che un pericolo terrorista sia sia trasformato in un tranquillo signore di mezza età? Probabilmente no, ma il governo americano sembra avere intenzione di crederci. A ogni costo. E questo nonostante una relazione dell'intelligence Usa abbiano già svelato come 178 dei 614 prigionieri che sono stati già rilasciati dal campo siano poi tornati nell'orbita dei gruppi terroristi armati.

Il perdono per i terroristi

Nel 2011 Obama ha istituito un organismo per verificare le singole posizioni dei detenuti, una sorta di commissione per il perdono. E il rilascio. Le richieste di scarcerazione vengono consegnate dagli avvocati (militari) che il governo ha deciso di affiancare ai terroristi. Devono spiegare le ragioni per cui i loro assistiti dovrebbero uscire.

In alcuni casi, queste giustificazioni sono piuttosto originali. Ghaleb Nasser Al – Bihani, 34 anni, yemenita, è stato catturato nel 2010 in Afghanistan. Durante la detenzione ha alimentato una rivolta. Uno dei suoi fratelli è il leader di Al Qaeda in Arabia Saudita.

Il suo avvocato ha spiegato che dovrebbe essere rilasciato perché si è comportato bene nel suo ruolo di aiuto cuoco, ha fatto alcuni corsi di yoga e ha addirittura letto una biografia del Dalai Lama. Basterà questo curriculum a farlo uscire?

Corsi di yoga per uscire dal campo?

Mahmud Abd Al Aziz al Mujahid, 33 anni, è stato la guardia del corpo di Osama Bin Laden ed è stato catturato dopo l'11 settembre. I militari hanno spiegato che se dovesse essere liberato, tornerebbe in Yemen a combattere con suoi fratello.

Secondo il suo avvocato, l'uomo è invece un tranquillo peacemaker, un uomo di pace la cui unica aspirazione è quella di diventare un allevatore, lavorare in una fattoria e produrre miele e latte. Gli dobbiamo credere?

Alla terra, alla coltivazione vuole tornare anche Ali Ahmad Mohamed Al – Razihi, 33 anni. Anche lui è yemenita. Per i militari Usa è un uomo ancora pericoloso. Chi segue la sua causa, invece, lo descrive come un uomo dalle positive attitudini. “Vuole solo tornare dalla sua famiglia e aprire un'attività nel settore agricolo”.

Sono centinaia i prigionieri passati per Guantanamo. 149 sono quelli ancora ospitati dal campo. Obama vuole chiudere la pratica per tutti a parte i 16 che sono stati incriminati per gli attacchi contro gli Usa, tra cui Khalid Sheik Mohammed, l'architetto dell'11 settembre.

Basteranno i corsi di yoga e la volontà dichiarata di diventare un allevatore a farli uscire da Guantanamo? Da come si muove Obama possiamo pensare di si

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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