Guantanamo addio?
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Guantanamo addio?

Barack Obama ha annunciato ancora una volta la sua intenzione di chiudere il campo, ma lo farà veramente questa volta?

È stata la sua prima promessa elettorale. Che, cinque anni dopo, non ha ancora mantenuto. Ora, Barack Obama torna a farla. Chiuderà il campo di Guantanamo, trasferirà i prigionieri ancora presenti in Yemen. Cento di loro (su 166) sono da settimane in sciopero della fame. Alcuni sono alimentati forzatamente da medici inviati dal Pentagono nella base. La protesta, dicono fonti militare, è nata dopo che il presidente aveva annunciato la chiusura del campo e poi aveva fatto marcia indietro. Questa,invece, sembra essere la volta buona. Una decisione presa anche a causa dello sciopero della fame. Il Liberal Obama non vuole che qualcuno possa morire in prigionia. Già messo sotto pressione da una parte dell'opinione pubblica anche per la politica dei droni, il Numero 44 non vuole che la "macchia" Guantanamo rimanga sui record della sua presidenza.

Il primo carico di prigionieri.

Era l'11 gennaio 2002. Il primo gruppo di detenuti provenienti dall'Afghanistan sbarcano a Guantanamo. Vengono collocati nelle gabbie chiuse da un reticolato di filo metallico, nella sezione chiamata Camp X-Ray. E' l'inaugurazione del campo. La sua nascita risale a qualche mese prima. Il 13 novembre, George W. Bush emana un ordine militare con il quale chiede al Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld di trovare un luogo adeguato dove poter detenere a tempo indeterminato e senza incriminazione persone non di nazionalità statunitense. I "combattenti nemici" - come vengono classificati -  vengono messi sotto la giurisdizione di appositi tribunale militari speciali.

I vertici del Pentagono scelgono la base cubana per diversi motivi: è isolata, inaccessibile, lontano dagli Usa. Negli anni'90, sotto Bush Senior, fu il punto di raccolta delle migliaia di profughi haitiani che lasciarono l'isola nel tentativo di raggiungere gli States. Dieci anni dopo, l'amministrazione di Bush junior sostiene con un memorandum del dicembre del 2001 che, poiché la Baia di Guantanamo non è sotto la sovranità statunitense, le corti federali, non possono prendere in considerazione le richieste di habeas corpus da parte di nemici stranieri.

La struttura del campo

All'inizio era diviso in tre: Camp Delta  è il sito il principale. E'stato costruito nella primavera del 2002 dopo che era stata abbattuta la struttura provvisoria eretta nel 2001. Ha la possibilità di ospitare 612 prigionierii ed è composto da sei sezioni. I nuovi arrivati, erano messi nella prima sezione, quella di massima sicurezza. Avanzavi fino alla quarta, quella con docce e altri confort, se collaboravi con gli interrogatori.

Il Campo Sei, invece, aveva celle singole, la struttura di un carcere americano di media sicurezza e i detenuti in qualche caso avevano anche la possiblità di vedere la televisione. Il secondo campo era l'Iguiana.  Distante un chilometro dal principale, ha ospitato ragazzi sotto i 17 anni. Venne chiuso nel 2004 quando gli ultimi tre minori furono riportati nei loro paesi di origine. Esisteva poi il Camp 7, il "Black Site", la struttura più piccola di quella  presenti nellla base. Sotto il diretto controllo della Cia ospitava pochi detenuti alla volta. Tre detenuti sono morti mentre si trovavano in quel campo. Versione ufficiale: suicidio.

Quanti detenuti sono passati per Guantanamo

Negli 11 anni di vita, Guantanamo ha aperto le sue porte a 779 persone, la maggior parte delle quali è rimasta in stato di detenzione senza accusa né processo. La quantità di arrivi è progressivamente diminuita con il passare degli anni. 632 nel 2002, 117 l'anno seguente, 10 nel 2004, 14 nel 2006, 5 nel 2007 e solo 1 nel 2008. Dopo l'elezione di Barack Obama, non arrivano più prigionieri nel campo. Che comunque non viene chiuso.

Attualmente sono 171 i prigionieri presenti. Novanta dei quali di orgini yemenite. Il presidente ha annunciato che verrano rimpatriati, mentre non è chiaro se anche altri 48 - il cui destino sembrava incerto - verranno mandati in Yemen, nonostante non siano cittadini di quel paese. Nel corso degli anni, 600 detenuti sono stati trasferiti dalla base in altri 35 paesi. Alcuni di loro sono tornati in libertà, altri invece sono finiti nelle locali prigioni. Uno di loro è stato processato da un tribunale civile negli Usa e condannato all'ergastolo nel gennaio del 2011. Tra le centinaia di detenuti, diversi di loro provenivano da paesi europei come Gran Bretagna, Spagna, Russia, Germania, Danimarca. uno solo aveva la cittadinanza statunitense. Si trattava di un uomo con doppio passaporto, che venne rispedito in Arabia Saudita nel 2002.

Minori, vecchi e tanti innocenti

E'tornato in Canada, nel 2012, per scontare il resto della pena Omar Khadr. Era stato imprigionato nel 2002 in Afghanistan dove aveva seguito il padre, che si era affiliato ad Al Qaeda. Aveva sparato a un soldato americano. Aveva solo 15 anni, ed è stato il più giovane detenuto di Guantanamo. Nel campo ha trascorso quasi dieci anni. Nel 2010, un tribunale militare lo ha condannato a 40 anni di carcere. Non è (stato) il solo caso di minore detenuto a Camp Delta. Le statistiche dicono che almeno 12 detenuti avevano meno di 18 anni al momento della cattura.

Accanto a loro, il destino (simile) di diversi anziani.  Mohammed Sadiq,un contadino afghano malato di demenza senile,aveva 89 anni quando una pattuglia americana è entrato in casa sua e ha trovato del materiale di propaganda jihadista del figlio. Prelevato, fu portato prima in una prigione locale, dove rimase quattro mesi, e poi trasferito nella base cubana, dove venne interrogato per sei settimane. Alla fine, i soldati americani si resero conto che non c'entrava nulla, ma il vecchio rimase ancora quattro mesi a Guantanamo prima di essere riportato a Kabul. Secondo le statistiche, almeno 150 persone innocenti, sono state rinchiuse nella base.

Le torture

Il primo agosto del 2002 un memorandum del Dipartimento di Giustizia afferma che il presidente può autorizzare metodi di interrogatgorio speciali per i presunti membri di Al qaeda. E' il via libera alla pratiche di tortura adottate anche a Guantanamo. I dieci modi autorizzati sono, tra gli altri: mantenere il prigioniero in posizioni dolorose, la privazione del sonno, il confino in uno spazio angusto, l'isolamento totale, e il "waterboarding", in cui il detenuto viene sottoposto a un finto annegamento.

Ma, nella base cubana, secondo i rapporti delle organizzazioni umanitarie, vengono usati anche altri metodi di tortura. I prigionieri vengono tenuti per ore in un luogo dove viene diffusa musica ad altissimo volume, oppure sono costretti a rimanere esposti a basse o ad altissime temperature, umiliati per il loro credo religioso, picchiati. Le torture andranno avanti fino a quando Barack Obama, appena insediato, firma un ordine esecutivo che le vieta espressamente.

I suicidi

In dieci anni, otto prigionieri perdono la vita nel campo. Due per cause naturali, sei per suicidio. Almeno questa è la versione ufficiale, messa in dubbio dalle organizzazioni umanitarie I tentativi di togliersi la vita sarebbero stati almeno 41 da parte di 25 detenuti. Questo significa che alcuni di loro, hanno tentato più volte. Il 29 giugno del 2005, tre detenuti vengono trovati morti all'interno della base. Le autorità militari parlano di un suicidio collettivo deciso come "apparente atto di guerra nei confronti degli Usa". Amnesty International dice che è la naturale conseguenza delle condizioni in cui sono detenuti i prigionieri e chiede un'indagine indipendente sul tragico episodio. Quattro anni dopo, il rapporto di un'organizzazione per i diriitti umani, Center fo Policy and Research afferma che la dinamica di quelle morti era incompatibile con il suicidio e avanza il sospetto che qualcuno sia intervenuto per coprire le reali causa di quelle tre morti.

Nel giugno del 2006, ci saranno altri tre morti, altri tre "suicidi". Nel 2010, un'inchiesta di un giornalista di Harper's Magazine afferma che i sarebbero deceduti a causa delle torture subite. Chi conduceva gli interrogatori non voleva arrivare a tanto, ma non era riuscito a fermarsi prima. I decessi si sarebbero verificati a "Camp No", il sito di massima sicurezza dove venivano fatti gli interrogatori più delicati.

I tribunali militari

David Hicks è stato il primo detenuto di Guantanamo condannato da uno dei tribunali militari speciali istituiti dall'amministrazione Bush. E'il 30 marzo del 2007, e il giovane, cittadino australiano, dopo aver ammesso la sua colpevolezza (aveva fornito supporto materiale alla rete terroristica), viene rispedito in patria per scontare il resto della pena, pochi mesi in tutto. Alla fine, saranno meno di una decina i prigionieri condannati dalle corte militari. Quando Obama entrerà in carica nel 2008 firmerà l'ordine che sospende il lavoro della commissioni militari. Lo ripristinerà nel 2011. Già in precedenza, la loro esistenza era stata contestata dalle organizzazioni umanitarie. Perché i prigionieri non avevano alcun diritto legale. Nel 2008, la Corte Suprema degli Usa aveva deciso che potevano ricorrere contro la legittimità della loro detenzione presso le corti federali. In 22 casi, i tribunali civili le avevano ritenute illegali.

La chiusura del campo

Barack Obama la promette. Ma cinque anni dopo, non arriva ancora. Non solo per volontà, ma anche per l'impossibilità di trovare soluzioni per il destino di 48 detenuti del campo. La task force incaricata di valutare la situazione dei prigionieri, nel 2001, conclude che alcune decine di loro non potranno essere processati né rilasciati e che è stato deciso che la loro detenzione dovrà proseguire ai sensi dell'autorizzazione all'uso della forza militare, firmata da George W. Bush nel 2001. L'idea è quelli di trasferirli in strutture all'interno del territorio degli Stati Uniti. Ma il Congresso si oppone. Non vuole finanziare l'operazione. Nel 2012, vota per impedire il trasferimento dei 48 prigionieri. Per questo Barack Obama, che non è riuscito a trovare un'altra soluzione per quei prigionieri, indica nel Congresso il responsabile della mancata chiusura.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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