I droni killer di Barack Obama
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I droni killer di Barack Obama

È polemica dopo l'uscita di un memorandum Cia che autorizza le uccisioni extragiudiziali di cittadini Usa all'estero sospettati di terrorismo. Gli altri articoli

Il New York Times chiama in causa i principi e la natura della democrazia americana e la relazione tra i poteri dello stato, la legittimità delle azioni del governo. Altri, come l'ex comandante delle truppe americane in Afghanistan, il generale Stanley A. McChrystal, criticano invece l'efficacia di questi metodi nella lotta contro il terrorismo islamico. Comunque sia, la diffusione del memorandum della Casa Bianca sugli omicidi mirati ridà fiato alle polemiche contro l'amministrazione Obama sulla questione dell'utilizzo dei droni - killer soprattutto per un motivo: il documento legittima l'uccisione di cittadini americani che appartengono ad Al Qaeda senza un regolare processo e senza che questi rappresentino un immediato pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti.

L'esistenza del documento, 16 pagine, redatto dal Dipartimento della Giustizia, è stata svelata dalla NBC News alla vigilia delle audizioni del Congresso per la conferma del nuovo capo della Cia, John Brennan, architetto della strategia dell'utilizzo dei droni - killer. E' stato redatto per avere una giusticazione giuridica dell'uccisione di Anwar al Awlaki, l' Imam del Terrore, nato in Nuovo Messico, e Samir Khan, il pakistano naturalizzato negli Stati Uniti, colpiti entrambi da un drone lanciato dalla Cia in Yemen nel settembre del 2011.

Fu quello il caso più controverso della campagna di droni lanciata - soprattutto - dall'allora consigliere per la lotta al terrorismo. John Brennan è il "padre" di questa modalità di Guerra al Terrore. Una strategia che Barack Obama ha approvato, voluto, i ncoraggiato. Perché all'insegna del massimo risultato (secondo la Casa Bianca) a fronte del minimo spargimento di sangue (americano). Ma la vicenda di Anwar al Awlaki ha posto dei problemi giuridici all'amministrazione. Che ha voluto risolverli con quel documento.

Le associazioni per i diritti civili, come l'American Civil Liberties Union, hanno espresso tutta la loro contrarietà e delusione. "Difficile pensare che un documento del genere sia stato prodotto in una democrazia costruita su di un sistema di controllo e di bilancio dei poteri statali." Chiedono che il Congresso intervenga. Vogliono che il vulnus costituzionale che il memo ha provocato venga sanato attraverso un provvedimento del Parlamento.

Dalla Casa Bianca rispondono che le azioni compiute sono state perfettamente legali e che il presidente non ha oltrepassato i limiti dei suoi poteri. Attraverso le audizioni di John Brennan si capirà quale potrebbe essere la posizione del Congresso. L'idea è che magari i democratici liberal possano protestare mentre per la maggior parte degli altri senatori e deputati della commissione che dovrà dare la conferma delle nomine di Brennan e di Chuck Hagel, il nuovo Segretario alla Difesa, la questione di principio alla base del controverso ordine esecutivo di Obama sia un fattore marginale.

Potrebbero essere più interessati all'efficacia della strategia dei droni. Secondo il parere di alti funzionari dell'apparato di sicurezza degli Usa (non solo il generale McChrystal, ma anche l'ex capo della Cia Michael Hayden), in realtà, i blitz avrebbero colpito per lo più militanti dei gruppi terroristici di basso, medio livello, che non rappresentavano (al momento dell'operazione) in pericolo diretto per gli Usa.

Non solo. I droni - killer avrebbero prodotto troppe vittime civili, aumentando il sentimento anti - americano nei paesi dove i blitz sono stati lanciati: Yemen e Pakistan, in particolare. Da quando Obama ha approvato gli omicidi mirati, all'inizio del suo primo mandato, nel solo Pakistan sono state più di 300 le operazioni autorizzate dall'amministrazione statunitense. Ora, John Brennan dovrà fare un bilancio della sua strategia davanti al Congresso. Passaggio indispensabile per poter continuare a seguirla come Numero Uno della Cia. Per colpire tutti i terroristi. Compresi quelli Born in Usa.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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