La legge contro il licenziamento dei gay
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La legge contro il licenziamento dei gay

Il Senato Usa ha approvato la norma contro la discriminazione degli omosessuali sui posti di lavoro. Ora tocca alla Camera

Lisa Howe era stata la brillante allenatrice della squadra di calcio femminile della Belmont University in Tennessee fino a quando non aveva deciso di fare coming out e aveva comunicato alle sue giocatrici di essere lesbica e di aspettare con la sua compagna il loro primo figlio. Era il 2007 e le autorità universitarie l'hanno licenziata qualche giorno dopo e a nulla sono valse le proteste di molti giovani del campus che avevano preso le parti della donna.

Sulla carta d'identità aveva scritto Glenn Morrison, ma lui si sentiva già Vandy Beth Glenn. Al suo lavoro di funzionario dell'assemblea legislativa della Georgia, si presentava come un uomo, ma lui voleva diventare donna. Quando lo disse al suo capo, questi la licenziò. Spiegando che la sua transione sessuale, la sua progressiva trasformazione da uomo a donna non era compatibile con la morale di quel luogo di lavoro. Lei non si diede vinta. Fece causa e un giudice federale le diede ragione. Ritornò in ufficio non più come Mr. Morrison ma come Ms. Glenn nel 2011.

Michael Carney era un ufficiale di polizia di Springfield. Era gay e nasconderlo per lui fu un motivo di stress, tanto forte da perdere il lavoro. Fece allora coming out, ma quando si ripresentò dal suo capo, questi gli disse che non lo avrebbe più riassunto. A causa della sua omosessualità dichiarata. Lui si rivolse ai tribunali e per anni cercò di avere giustizia. Fino a quando un giudice disse che era stato discriminato e che doveva riavere il suo posto di lavoro. Happy Ending.

Tre racconti, tre semplici storie come ce ne sono milioni negli Usa. Secondo una ricerca del Williams Institute una percentuale che varia dal 15 al 40% degli omosessuali ha avuto problemi sul posto di lavoro (questo è stato il destino del 90% dei transgender), mentre il 9% ha perso il suo impiego perché gay. Ora, con uno storico voto il Senato ha approvato una legge che dovrebbe mettere fine a questa situazione.

Il voto del Senato

C'è un pò dei Kennedy in questa legge. Nel 1994, Ted, allora senatore, decise di promuovere al Senato la normativa contro la discriminazione. I tempi però non erano certo maturi. E, quando Ted Kennedy morì, passò il testimone al suo collega di partito Jeff Merkle. Lui ha portato avanti il dossier, e dopo tanti tentativi falliti, è riuscito a farlo approvare. 64 voti a favore, compreso dieci repubblicani, 32 i contrari.

Ora, la Camera dovrà dire l'ultima parola. La maggioranza dei repubblicani sembra contraria, ma non è detto che non ci siano sorprese. I tempi sono mutati anche per il Grand Old Party, come certificano i dieci voti del Senato. E, in un'America che ha reso legali i matrimoni omosessuali attraverso la sentenza della Corte Costituzionale e le leggi approvate a livello statale, in una società in rapido cambiamento sulla questione dei costumi sessuali e dei diritti delle minoranze, fare le barricate su di una normativa come il Employment Non-Discrimination Act potrebbe apparire anacronistico.

Prima importante legge per i diritti dei gay varata da un ramo del parlamento dopo quella che nel 2010 eliminava il bando per gli omosessuali dichiarati nelle Forze Armate, l'ENDA in sintesi,  prevede che uomini o donne non possano essere licenziati o non assunti, non possano vedersi rifiutati avanzamenti di carriera o aumenti di stipendio, perché omosessuali. Una normativa che interessa milioni di persone.

Quanti sono le persone interessate alla nuova legge

Secondo una ricerca del Williams Institute dell'Università della California, basato sulle statistiche del ministero del lavoro sono almeno 8 milioni e 200.000 le persone che potranno beneficiare dello scudo della legge. L'opinione pubblica sembra essere favorevole. Sette americani su dieci, secondo i recenti sondaggi, pensano che gli omosessuali debbano affrontare troppe discriminazioni sul luogo di lavoro. Percentuali non molto dissimili da quelle che gli stessi sondaggi registravano anni fa, segno ancora una volta evidente di una società più avanti (o almeno ben distante) rispetto alla politica sulla questione dei diritti individuali.

Nello scorso aprile, Forbes ha fatto una ricerca su di un totale di 500 società rispetto al loro atteggiamento nei confronti dei dipendenti gay. L'88% non aveva compiuto atti di disparità a causa dell'orientamento sessuale e il 57% aveva la avuto stessa politica sull'identità di genere (transgender). Dati che indicano come anche in alcuni settori dell'impresa privata sia stata seguita l'onda lunga dei cambiamenti della società americana. Ma, in molte altre situazione questo non è ancora avvenuto.

Le attuali leggi

Nel 1995, Bill Clinton firmò un ordine esecutivo che impediva la discriminazione sessuale dei dipendenti federali. Chi lavorava per il governo degli Stati Uniti non poteva essere licenziato perché gay. Fu un primo passo. In realtà, ora si devono andare a guardare le differenze tra stato e stato e tra settore pubblico e quello privato.

Ci sono alcuni stati che hanno varato leggi che proteggono i dipendenti pubblici ma non quelli privati dalle discriminazioni, e altri, invece, che non hanno una legge neppure per quelli pubblici. Allo stato attuale, in tutto sono quasi una trentina gli stati  dove non esistono normative scudo complete o parziali e dove è possibile perdere il posto di lavoro (in alcuni solo nel privato, in altri in tutti i settori) perché una persona è omosessuale.

Sono invece, diciassette gli stati che hanno varato delle leggi per proteggere l'orientamento e l'identità sessuale sia nel settore pubblico sia in quello privato (California, Colorado,Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Iowa, Maine, Massachusetts, Minnesota, Nevada, New Jersey, New Messico, Oregon, Rhode Island, Vermont e Washington).

A questa lista, bisogna poi aggiungere cinque altri stati che hanno leggi che puniscono le discriminazioni per l'orientamento sessuale, ma non contemplano la questione dell'identità di genere (Iowa, Maryland, New Hampshire, New York e Wisconsin).

Se l'Employment Non-Discrimination Act verrà approvato anche dalla Camera dei Rappresentanti, lo scudo anti discriminazioni coprirà tutti gli Stati Uniti.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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