La diplomazia del Basket con Kim Jong- Un
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La diplomazia del Basket con Kim Jong- Un

L'ex star della Nba Dennis Rodman è pronto a tornare a Pyongyang

Prima che partano i missili, lui vorrebbe tirare le sue bombe (da tre punti) e centrare l'obiettivo, fare canestro: fermare l'escalation con la Corea del Nord. L'hanno chiamata "Basketball Diplomacy" (in onore della diplomazia del ping pong di nixoniana memoria), e secondo alcuni commentatori, proprio grazie al fatto che sia portata avanti da un personaggio così bizzarro (in quel ruolo) e imprevedibile come Dennis Rodman può ottenere qualche risultato.

L'ex star dei Chicago Bulls ha detto che tornerà in agosto a Pyongyang. Un altro viaggio per incontrare il suo "amico per la vita" Kim Jong - Un. La "missione" è stata annunciata da Rodman durante una serata di beneficienza in un grande albergo di Miami Beach. "Pensiamo di andarci a divertire - ha detto ai cronisti - Ma non abbiamo ancora pianificato i particolari. Non sono un idiota totale, so che se il leader della Corea del Nord mostra i suoi muscoli militari è un rischio ed è un atteggiamento gravido di conseguenze, ma noi dobbiamo parlare con tutti."

Tanta "saggezza" può essere considerata la prova che Dennis Rodman considera il futuro, possibile viaggio nella capitale nord coreana non come una semplice vacanza, ma come qualche cosa di più. La sua precedente visita aveva suscitato molto interesse e un poco di contrarietà. Il campione di rimbalzi si era presentato a Pyongyang agli inizii di marzo per un'esibizione degli Harlem Globetrotters e il Dream team della Corea del Nord ed era stato immortalato a fianco di  Kim Jong - Un mentre assisteva alla partita. Al termine, le sue dichiarazioni di amicizia nei confronti del leader avevano suscitato scalpore: un nemico degli Usa omaggiato da un'icona americana.

Ma Dennis Rodman, come è suo stile, non si è mai scomposto. Quando è rientrato negli Stati Uniti è stato interrogato dall'Fbi. Gli agenti gli hanno chiesto di cosa avesse parlato con Kim Jong - Un e lui ha risposto senza problemi. Così come "candidamente" si è detto poi pronto a compiere un altro viaggio in un paese che "teoricamente" sta minacciando una guerra contro gli Stati Uniti. il Dipartimento di Stato potrebbe non essere f elice di tali dichiarazioni, ma è anche vero che, come sostengono alcuni commentatori, Dennis Rodman è - in fondo - il personaggio pubblico statunitense più famoso che si è mostrato al fianco di Kim Jong - Un. Per paradosso, l'ex star della Nba ha dato più riconoscimento internazionale al leader coreano di quanto abbiano fatto le missioni riservate mandate da Washington a Pyongyang. Un obiettivo che il numero uno del regime cercava.

Non solo. L'abbraccio con il mitico giocatore dei Chicago Bulls è stato utilizzato dal Kim Jong - Un  anche per motivi interni: farsi ritratte vicino a un personaggio tanto "bizzarro" per i canoni asiatici ha dato la possibilità al giovane leader di mostrarsi come un capo bonario, aperto al dialogo con il resto del mondo. Immagine importante ora, che la sua leadership si gioca tra il delicato equilibrio della dimostrazione di forza muscolare e militare e la necessità di dialogare con l'esterno, senza però rischiare di indebolire il regime.

Dennis Rodman è stato criticato per quella visita, ma potrebbe risultare utile. In un paese dove lo Stato è ovunque, (e dove - proprio per questa ragione, - anche lo sport, assume una funzione di controllo sociale e politico, diventa un veicolo per la trasmissione dell'ideologia), presentarsi - come ha fatto il giovane leader - in pubblico con un personaggio tanto originale come il cestista è stato sicuramente un colpo a favore di Kim Jong - Un, ma anche dei suoi obiettivi politici. E, secondo alcuni osservatori, questo non può essere che un fatto positivo, perché in grado di stemperare la tensione attorno a Pyongyang.

Dietro tutto questo c'è poi anche la grande passione per il basket a stelle e strisce della dinastia Kim. Il "Caro Leader", Kim Jong - Il era uno sfegatato tifoso dei Los Angeles Lakers e di Michael Jordan. Il figlio, che ne ha preso il posto, ha studiato all'estero e pare che nella sua camera del college di Berna che frequentava avesse le foto dei giocatori dei Chicago Bulls, e che, anche lui, sia stato un grande tifoso di Dennis Rodman, ragione per cui il campione americano è stato invitato nella Corea del Nord.

Ridendo e scherzando, ma neppure troppo, qualcuno si è avventurato a dire che per risolvere la crisi internazionale scoppiata con la Corea del Nord basterebbe che Barack Obama alzasse il telefono chiamasse  Kim Jong - Un e iniziasse a parlare con lui dei risultati dei Bulls, visto che è anche la squadra di basket preferita dal presidente americano. L'amore e la passione per la pallacanestro è una cosa che unisce i due. Per Dennis Rodman potrebbe essere il canestro (o il rimbalzo) della vita.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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