Per gli americani la Cina ha già vinto
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Per gli americani la Cina ha già vinto

Per la prima volta in quaranta anni, la maggioranza degli americani pensa che gli Usa siano meno potenti nel mondo rispetto al passato

Il dibattito sul declino degli Stati Uniti è aperto da tempo. Analisti ed esperti si dividono in due scuole di pensiero. C'è chi afferma che dopo il Secolo Americano non ne avremo un altro. Gli Usa saranno uno dei poli di un mondo con più centri di influenza e potere. E chi, invece, come Henry Kissinger pensa che Washington non stia perdendo - e non perderà -  il suo ruolo di Super Potenza nel Mondo. Nel dibattito si è inserito un terzo soggetto: l'opinione pubblica. La maggioranza degli americani non la vede come l'ex segretario di stato. Per loro, il declino degli Usa è già iniziato.

Il risultato della ricerca del Pew Research Center indica un'inversione di tendenza (storica). Per la prima volta dopo quaranta anni, la maggior parte degli interpellati pensa che ora, il ruolo degli Usa sia meno influente e potente nel mondo rispetto a dieci anni fa. Era dal 1974, dal Watergate e dalla guerra in Vietnam che non era stato registrato un dato simile. Quello che stupisce non è tanto e solo il fatto che i pessimisti siano superiori agli ottimisti, ma le loro percentuali: il 53% dice che gli Usa sono meno importanti a livello globale contro il 17% che, invece, crede il contrario. Se si guarda ai precedenti  sondaggi si vede come i pessimisti siano sempre stati in minoranza. Questa volta è diverso, questo picco non era mai stato raggiunto. Rispetto al 2009, il 12% in più degli americani ha perso fiducia nella politica estera di Washington.

Obama sul banco degli imputati

La gestione della crisi siriana, gli "schiaffi" della Russia e della Cina, il Datagate: tutti i "fallimenti" della politica estera di questa amministrazione sono ben presenti di fronte agli occhi dell'opinione pubblica americana. Il sondaggio boccia in maniera sonora la condotta di Barack Obama. Il 56% ritiene che non abbia agito nel migliore dei modi. Questo giudizio è direttamente collegato a un altro dato significativo: la percezione del senso di rispetto che gli Usa hanno a livello globale. Per il 70% è diminuito rispetto al passato. Una percentuale simile a quella registrata quando George W. Bush era alla Casa Bianca. Ma, se allora, la questione poteva essere ricondotta all'azione unilaterale degli Stati Uniti in Iraq e - più in generale - nella Guerra al Terrore, ora il minor rispetto per l'America nel mondo è da collegare al senso di debolezza prodotto dalle maldestre mossa di Obama in politica estera.

La Cina ha già vinto

Secondo recenti studi, l'economia cinese supererà quella americana nei prossimi anni. Per gli americani, questo è già avvenuto. Lo dice il sondaggio del Pew Research Center. La domanda era: quale è il paese più potente al mondo dal punto di vista economico? Nonostante il prodotto interno lordo statunitense sia quasi il doppio rispetto a quello cinese (anche se la distanza si sta velocemente riducendo), il 48% degli interpellati ha detto la Cina, mentre solo il 31% ha dato la risposta giusta: gli Stati Uniti. Dietro questo errore non c'è solo ignoranza dei dati macroeconomici, ma anche una percezione rispetto al ruolo del proprio paese. Esatta, invece, la risposta sulla potenza militare: il 68% degli americani è ben conscio della supremazia di Washington su Pechino in questo campo.

In questo quadro, non è un caso che la Cina sia uno dei paesi visti con minor favore dagli americani. Nella speciale classifica, al primo posto c'è il Canada (81%), seguito dalla Gran Bretagna (79%), dal Giappone (70%) e dalla Germania (67%). Gli ultimi tre posti sono per la Cina (33%), Russia (32%) e Arabia Saudita (27%), il controverso alleato in Medioriente.

L'America deve farsi i "propri affari".

La ricerca del Pew Research Center offre un altro dato storico. Per la prima volta in 50 anni, emerge un sentimento non interventista. Per il 52% degli interpellati, il governo statunitense dovrebbe assumere una politica di minor intervento nelle crisi mondiali: "Mind its own business". Un passo indietro o di lato, ma questo non è automaticamente il segnale che nell'opinione pubblica americana stia crescendo un maggiore isolazionismo. Non sicuramente per gli affari e il commercio. In questo senso, gli americani si rendono ben conto della globalizzazione dell'economia, e non si tirano indietro. Il 77% pensa che un aumento dei rapporti commerciali con gli altri paesi sia un fatto positivo.

La minacce arrivano da Est

Per gli americani, il Nemico Numero Uno è ancora Al Qaeda. Per 3/4 degli intervistati, il terrorismo islamico è ancora un forte pericolo. Che deve essere combattuto. Solo in questo campo, nella lotta al Terrore, Obama viene promosso dai suoi concittadini. Tanto che non stupisce il dato seguente: il 55% pensa che le rivelazioni di Edward Snowden sulla struttura di sorveglianza della Nsa abbiano danneggiato l'interesse comune mentre solo il 34% crede, invece, che la fuga di notize sia stata un bene per gli americani.

Le nazioni che minacciano gli Usa sono sempre quelle: Iran e Corea del Nord, con la loro corsa al nucleare. Ma - ed è un dato significativo - le cyber wars (con la Cina) sono vissute dagli americani come un pericolo simile a quello che può rappresentare la bomba atomica di Teheran o di Pyongyang.

Alla fine, l'umore che scorre nelle vene dell'America e che esce dalle percentuali di questo sondaggio è quello di un paese che si sente in una fase di declino dal punto di vista politico e militare, che vede erosa la sua potenza nel mondo. Ma che non vuole rinunciare al business, al commercio a livello globale, anzi. Come nella storia di ogni impero moderno, da lì si (ri)comincia.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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