I raid aerei americani non fermeranno l'Isis. Cosa farà Obama?
Getty Imagines / Nicholas Kamm
News

I raid aerei americani non fermeranno l'Isis. Cosa farà Obama?

Secondo il Pentagono, l'esercito jihadista non è stato indebolito dai bombardamenti

I primi cinque giorni di raid aerei americani non sono serviti a fermare l'Isis. L'esercito islamico è ancora all'offensiva benché il suo slancio sia stato un poco frenato dalle bombe sganciate dagli F-16 partiti dalla portaerei George W.H. Bush. Lo ha ammesso il capo delle operazioni, il generale William C. Mayville, in un conferenza stampa al Pentagono.

L'Isis non è stato quindi indebolito. Il suo arsenale è intatto. La sua capacità bellica non è diminuita. I guerriglieri dispongono di una grande quantità di armi, anche pesanti. I circa 15 raid compiuti dagli americani hanno solo scalfito la loro forza.

Cosa farà Obama?

Questo significa che gli Stati Uniti dovranno aumentare il loro impegno bellico in Iraq se vorranno raggiungere gli obiettivi che Barack Obama ha indicato: evitare la caduta della città curda di Erbil e salvare i 40.000 profughi della minoranza Yazida intrappolata sulle montagne del Sinjar.

Il presidente Usa si è mostrato ambiguo su di una possibile escalation. Lui non la vorrebbe, ma secondo alcuni analisti militari statunitensi sarà inevitabile. Il bilancio fornito dal Pentagono sui primi cinque giorni di raid dimostrano che con tutta probabilità, hanno ragione gli esperti interpellati in questi giorni dai media americani. La Casa Bianca si troverà di fronte alla scelta di dover inviare o no truppe di terra.

Obama, il riluttante guerriero, non vorrebbe assolutamente farlo. Rimane fedele alla sua linea politica di estrema prudenza. E'stato eletto per ritirare i soldati dall'Iraq e dall'Afghanistan, e non vuole passare alla storia come il presidente che si è rimangiato la promessa dopo averla mantenuta con il disimpegno del 2011.

I fallimenti di Obama

Ma questa sua coerenza politica ha provocato già troppi disastri. I fallimenti di Obama in Medioriente stanno emergendo con tutta la loro forza dirompente. Ora, la strategia della Casa Bianca è quella di armare i peshmerga curdi e di fortificare il governo del nuovo primo ministro iracheno Haidar al-Abadi.

Washington – con tutta probabilità di concerto (indiretto) con l'Iran – ha deciso di appoggiare questo uomo politico sciita per mettere fine all'era di Nuri al Maliki, l'uomo che ha guidato l'Iraq dal 2006, e che secondo la Casa Bianca sarebbe uno dei maggiori responsabili della rivolta sunnita (che si è coagulata attorno all'Isis) contro Baghdad.

In realtà, se Al Maliki è stato “libero” di condurre la sua politica anti sunnita, la colpa è stata anche dell'amministrazione Obama (che si è insediata nel 2008), incapace di governare la transizione irachena, attenta solo alla priorità di ritirarsi dall'Iraq.

Basteranno le armi ai curdi e l'appoggio ad Al – Abadi per fermare l'Isis? Gli analisti sono pessimisti. E' troppo tardi per fermare l'avanzata dell'Isis. Troppi gli errori fatti in passato, troppe le toppe da mettere. Li ha evidenziati Hillary Clinton in una spietata intervista in cui accusa il “suo” presidente di aver sbagliato tutte le mosse, a partire dall'imbarazzante gestione della crisi siriana.

Le accuse della Clinton

In un meeting privato con alcuni parlamentari, Obama ha bollato queste critiche come “schiocchezze”, ma è evidente che la sua incapacità di intervenire con forza e determinazione in Siria è alla base della grave situazione che si è creata in Iraq.

Errori che hanno coinvolto anche l'intelligence Usa. Lo ha scritto il Wall Street Journal, secondo cui l'incapacità della Cia e dei servizi segreti militari di fornire dettagli sull'avanzata dell'Isis e sulle sue probabilità di successo sono alla base della sottovalutazione del pericolo jihadista in Iraq.

E questi errori, secondo il Wsj sono stati causati dalla mancanza di spie sul terreno e dalle confuse direttive della Casa Bianca nella politica da adottare in Siria e in Iraq. In pratica, il'incapacità di agire di Obama si è trasformato in una impossibilità ad agire da parte degli apparati di intelligence.

Quando diventerà chiaro a tutti che i raid aerei non saranno sufficienti per fermare gli islamisti cosa farà Barack Obama?

I più letti

avatar-icon

Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

Read More