Obama vuole tagliare gli F-35
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Obama vuole tagliare gli F-35

Il più costoso programma militare della storia Usa di fronte ai tagli e ai dubbi del Pentagono

Per Barack Obama i tagli al Pentagono per 46 miliardi di dollari sono un'opportunità: diminuire le spese militari a fronte di un Congresso che si era sempre opposto e rimodulare le priorità di spesa per investire nei settori che interessano di più la Casa Bianca: nuove tecnologie per gli aerei droni, per la Cyber - War e per le truppe speciali.

Verranno tagliati i finanziamenti per il ridispiegamento delle armi nucleari , chiuse basi militari negli Usa e all'estero e diminuiranno i fondi per i veterani, ma - con tutta probabilità - Obama non riuscirà a raggiungere il suo vero obiettivo: abbattere i costi degli F-35, l'aereo - caccia al centro di tante polemiche anche in Italia.

Nessuno vuole cancellarlo, ma sia alla Casa Bianca sia al Pentagono vorrebbero una sensibile diminuzione della spesa (attraverso l'ordinazione di un minor numero di esemplari) di quello che ormai è diventato il più costoso programma di armamento della storia delle forze armate statunitensi, alla fine circa 400 miliardi di dollari spalmati sugli anni per un totale di 2.443 aerei.

Il fatto è che - nonostante anche le non brillanti prestazioni tecniche fornite dal caccia multiuso della Lockheed (solo qualche giorno fa il è stato dato il permesso di riprendere i voli degli F-35 dopo che era stati lasciati a terra per delle anomalie ai motori registrate durante i test) - il programma sembra essere "in grado" di sfuggire ai tagli imposti dal deficit di bilancio.

Per una serie di ragioni. E non soltanto legate ai contratti già stipulati con le Forze Armate americane. Il programma è troppo avanti (e troppo importante) per essere fermato. La Marina e l'Aviazione - che ora dispongono di aerei ritenuti in prospettiva, già potenzialmente obsoleti - non hanno alternativa al F-35. Il Pentagono guidato prima da Donald Rumsfeld e poi da Robert Gates duranti gli anni di George W.Bush, ha puntato "solo" su questo modello, che alla fine è diventato "indispensabile", nonostante tutti i difetti scoperti recentemente in fase di test di volo e i costi che - anche grazie a questi difetti - saranno destinati a lievitare ancora di più, perché costerà (ai contribuenti) apportare ogni correzione e aggiustamento.

L'unica possibilità è quindi quella di ordinare meno esemplari, ma di fronte a questa opzione sorge un problema politico ed economico. Per avere un appoggio dai parlamentari del Congresso, la Lockheed ha sparso la sua produzione in quasi tutti gli stati degli Usa, una quarantina su cinquanta. Ridurre il programma degli F-35 significherebbe, quindi, perdere centinaia, se non migliaia di posti di lavoro in tutti gli Usa, fanno sapere dall'industria principe degli armamenti statunitensi.

In più, un taglio alla produzione americana vorrebbe dire che la Lockheed potrebbe "rifarsi" aumentando i costi per gli otto paesi che hanno già aderito al programma, tra cui l'Italia (che ha deciso di acquistare 90 esemplari). Insomma, se Barack Obama taglia gli F-35, sono i contribuenti italiani che rischiano di pagare il conto del risparmio voluto dalla Casa Bianca.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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