Amanda Knox: Bye Bye Italy?
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Amanda Knox: Bye Bye Italy?

Gli esperti di diritto statunitensi si dividono sulla sua possibile estradizione in Italia

Dalla lontana Seattle, annuncia che lei e la sua famiglia sosterranno anche questa battaglia legale. Ma, è possibile che Amanda Knox non torni mai più in Italia, anche dopo una eventuale definitiva sentenza di condanna della Cassazione? E' possibile che, in quel caso, non ci sia la sua estradizione?

Dopo la decisione dell'Alta Corte di annullare la sentenza di appello, in cui la ragazza e Raffaele Sollecito erano stati assolti dall'accusa di aver ucciso Meredith Kercher, e l'indicazione di rifare un nuovo processo di secondo grado, i media americani hanno cercato di capire se mai Amanda (nel caso di verdetto di colpevolezza) tornerà nelle prigioni italiane.

Secondo Sean P. Casey, avvocato newyorchese intervistato dalla Cnn, esperto di diritto internazionale e specializzato in casi criminali in cui sono coinvolti all'estero cittadini statunitensi, Amanda Knox non dovrebbe essere estradata in Italia anche se il governo di Roma lo richiedesse, perché - secondo la giustizia americana - non si può essere processati due volte per lo stesso reato. Casey ha citato l'articolo VI del Trattato di Estradizione tra Italia e Stati Uniti del 1983 secondo il quale: "L'estradizione non è concessa quando la persona richiesta è stata condannata, assolta o graziata, o ha scontato la pena inflittale dalla parte richiesta per gli stessi fatti per i quali l'estradizione è domandata".

Per l'esperto della Cnn, la legge statunitense parla chiaro: "Se sei stato messo sotto processo e poi sei stato assolto, non puoi essere riprocessato per lo stesso motivo". Questa è la ragione per cui - secondo Sean P.Casey - il Dipartimento della Giustizia non dovrebbe dare una risposta positiva a una eventuale richiesta di estradizione da parte dell'Italia. Inoltre, ha spiegato, quello che lui considera degli errori fatti durante il processo di primo grado, ed evidenziati alla sentenza di assoluzione nel secondo, dovrebbero essere un elemento in più a favore della negazione dell'estradizione.

Dello stesso avviso - ma questo non è un parere legale - il Seattle Times, il giornale locale della città di Amanda Knox, secondo il quale la ragazza non dovrebbe fare ritorno in Italia. In un editoriale, il quotidiano afferma che un terzo processo la esporrebbe al Double Jeopardy (a un secondo processo per lo stesso reato, nonostante l'assoluzione) e che questo sarebbe contrario alla Giurisprudenza americana.

Non la pensa così, invece, un altro esperto di diritto penale, intervistato dalla Cnn: Alan Dershowitz, docente alla facoltà di legge di Harvard. Secondo lui, le differenze tra il sistema giudiziario americano e quello italiano (con tre gradi di giudizio) non possono essere interpretate come un elemento a sfavore della possibile estradizione: "Anche negli Stati Uniti, se richiesto da una delle due parti , abbiamo la possibilità di andare in appello. Esercitiamo, in questo caso, al diritto di vedere riesaminato il caso in un secondo processo". Quindi, è la sintesi, questo elemento non può essere impugnato per dire di no all'estradizione.

Alan Dershowitz ha anche detto la sua rispetto alla possibilità che Amanda venga giudicata colpevole e che il governo italiano ne chieda, ma non ne ottenga l'estradizione: "Vivrà "prigioniera" negli Stati Uniti, visto che se dovesse uscire dal paese, scatterebbe un possibile mandato di cattura internazionale dell'Interpol."

Infine, chi è convinto che Amanda Knox, non sarà mai estradata in Italia è Justin Peters, il giornalista che segue i casi giudiziari per la prestigiosa rivista Slate. Non per motivi giuridici, ma di opportunità "politica". Secondo lui, se dovesse arrivare un condanna definitiva, il partito innocentista, quello pro Amanda negli Stati Uniti - che è molto forte nell'opinione pubblica e tra i media - si farebbe sentire e con le sue pressioni riuscirebbe a convincere il governo americano a negare l'estradizione, ricorrendo a qualche interpretazione sul doppio processo degli articoli del Trattato del 1983.

In prima fila, in questo fronte innocentista, proprio il Seattle Times: "Qualche stranezza della legge italiana permette di riprocessare Amanda per un reato per il quale è stata assolta e per cui potrebbe essere condannata in sua assenza - si legge ancora nell'editoriale -  Se il governo di Roma dovesse chiederne l'estradizione, il governo statunitense dovrebbe guardare con oggettività a questo triste e bizzarro caso giuridico, e negarla. Amanda, che è tornata a studiare all'Università di Washington, e che sarà ancora una volta esposta all'attenzione dei paparazzi, soprattutto dopo che il prossimo mese usciranno le sue memorie, non si merita un viaggio forzato in Italia."  

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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