Assassinato nonno Hassan, il Padrino della mafia russa
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Assassinato nonno Hassan, il Padrino della mafia russa

Colpito da un cecchino all'uscita da un ristorante, Aslan Usoyan era l'uomo più potente della criminalità russa

Non poteva che finire così. Ucciso, colpito alla testa da un cecchino mentre usciva da un ristorante in pieno centro a Mosca. Aslan Usoyan, il super Padrino della mafia russa, è stato assassinato in perfetto stile Al Capone nel cuore della capitale della Federazione.

Chiamato "nonno Hassan" per i suoi anni di servizio prestati alla malavita, Usoyan controllava la rete criminale tra Georgia, Urali, Siberia Uzbekistane Caucaso del Sud. Un vero e proprio impero del Male. La sua uccisione potrebbe essere la fine di una guerra tra bande, oppure l'inizio di una nuova epoca di feroci scontri.

Nato in Georgia, a Tblisi, nel 1937 e di origini curde, nonno Hassan sin dalla tenera età ha dimostrato una predisposizione per le attività criminali. La sua vita è una sorta di epopea romanzesca, che nulla ha da invidiare all'Educazione Siberiana raccontata da Nikolai Lilin.

Era sopravvissuto già a due attentati, uno a Sochi nel 1998 e un altro, in cui era rimasto gravemente ferito, a Mosca nel 2010. Dal 2007 la sua famiglia aveva incrociato le armi con la gang del mafioso georgiano, Tariel Oniani, per una redistribuzione del potere in tutte le repubbliche dell'ex Unione Sovietica. E, a giudicare dal sangue versato ieri, Oniani si è aggiudicato la partita facendo scacco matto.

Le autorità russe non si sbilanciano, ma in molti temono che si sia aperta una nuova era di scontri tra malavitosi, come agli inizi degli anni '90 quando, subito dopo la caduta del Muro, i criminali cominciarono a spartirsi il territorio e il traffico di droga a suon di colpi di pistola e kalashnikov.

Proprio Usoyan aveva organizzato il maxi-funerale di Vyacheslav Ivankov, detto Yaponchik, il Padrino assassinato anche lui da un cecchino nel 2009 a Mosca. Il boss aveva portato migliaia di fedelissimi del crimine a quel funerale nel cuore della capitale, diventato poi il simbolo del potere della mafia russa in tutto il mondo.

La lunga mano di nonno Hassan era arrivata anche a Sochi, dove il Padrino stava cercando di ottenere appalti per la costruzione di strade ed edifici in previsione delle Olimpiadi invernali del 2014. Arrestato due volte e poi sempre liberato, Usoyan era considerato almeno fino a ieri una sorta di intoccabile. Ma, evidentemente, le nuove leve della criminalità russa hanno infranto il tabù.

E' stato colpito da sei proiettili 9 mm esplosi da un cecchino ripreso dalle telecamere di videosorveglianza dell'edificio. Ma il killer aveva il colpo coperto e per ora non trapela nulla sulla sua identità, né tantomeno sul mandante dell'omicidio. Durante l'attentato sono stati feriti anche due passanti, un uomo e una donna. Ma la zona in cui si è consumato l'assassinio di nonno Hassan è piena di bancarelle, negozi e ristoranti e il messaggio dei killer è chiaro: possiamo colpire ovunque.

Secondo l'ex ministro degli Interni, Anatoly Kulikov, l'uccisione di Usoyana rappresenta l'inizio di una "prossima ondata di redistribuzione nel mondo sotterraneo" della criminalità. I criminali messi in prigione negli anni Novanta ora stanno uscendo e questo comporta un riassestamento del "mercato" della mafia.

Ma dalla Duma i politici rassicurano i cittadini. Il capo del Comitato per la sicurezza e l'anticorruzione, Irina Primavera (di Russia Unita, il partito del presidente Vladimir Putin), crede che l'omicidio del super Padrino non significhi un ritorno agli anni bui della guerra tra bande. "Sono sicura che questo non sia l'inizio di alcuna guerra criminale", ha detto la deputatata di Putin, aggiungendo che "Oggi la Russia è un paese diverso, con leggi diverse e un altro sistema per mantenere l'ordine".

Sostanzialmente, con l'uccisione di Nonno Hassan la partita tra gang dovrebbe essere terminata. Ma sul piatto restano ancora molti appalti per Sochi e dintorni, e Mosca ha gli occhi della comunità internazionale puntati addosso. In molti credono che la guerra tra bande non sia ancora finita, e spunta fuori il delfino di Usoyan, Dmitri Chanturia detto Myron, nato nel 1981 e messo a capo dei traffici in Georgia nel 2004. A lui il compito di vendicare il Nonno e di tenere insieme la famiglia. Se ci sarà nuovo sangue per le strade di Mosca dipende adesso solo da lui.

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Anna Mazzone