È morto Nicholas Winton, lo Schindler inglese
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È morto Nicholas Winton, lo Schindler inglese

Durante il nazismo salvò circa 700 bambini cecoslovacchi, organizzando il loro trasferimento e il soggiorno a Londra

Non si sentiva un eroe ma lo era. Non aveva mai cercato un riconoscimento e fino al 1988 nessuno sapeva chi fosse Nicholas Winton, lo "Schindler inglese", che salvò quasi 700 bambini ebrei dall'Olocausto e che è morto ieri a 106 anni. 

Fu sua moglie Greta a scoprire per caso in soffitta un vecchio album di ritagli che documentava i salvataggi dei piccoli che Winton trasferì in treno da Praga a Londra riuscendo anche a trovar loro una sistemazione.

Un viaggio a Praga

Tutto cominciò da una mancata settimana bianca che, naturalmente, non si chiamava così. Nell'inverno del 1938, poco dopo Natale, l'allora broker alla Borsa di Londra, nato e cresciuto a Londra da genitori ebrei di origine tedesca, decise di andare in Svizzera a sciare. Ma poi, convinto da un amico, cambiò destinazione e finì a Praga, nell'allora Cecoslovacchia, dove iniziò a capire che i rischi erano altissimi per i rifugiati - soprattutto per i bambini - che arrivavano dalla dalla zona dei Sudeti, annessa in ottobre alla Germania dopo l'accordo di Monaco. A quel punto Winton cominciò a pianificare l'evacuazione, lavorando su due fronti: da una parte organizzò i trasferimenti, persuadendo i tedeschi a non bloccare l'operazione, dall'altra si attivò con inserzioni sui giornali inglesi cercando volontari che potessero ospitare i bambini.

Nel video, il commovente incontro tra Winton e i bambini salvati

Il primo treno

Il primo treno partì il 14 marzo 1939, il giorno prima dell'invasione nazista. L'ultimo nell'agosto dello stesso anno. A settembre lo scoppio della guerra interruppe tutto e Winton, dopo aver fatto il volontario nella Croce Rossa, si arruolò nella Royal Air Force. Pochi ricordarono e nessuno ne parlò più. Poi la scoperta degli appunti da parte della moglie, i riconoscimenti e soprattutto l'emozione dei bambini, diventati grandi, che cominciarono a scrivergli e ad andarlo a trovare.


"Non sono un eroe"

Secondo alcuni sono complessivamente 6.000, tra coloro che sono stati salvati e i discendenti, le persone che devono la vita all'eroismo di Winton. Baronetto dal 2002, ripeteva spesso: "non sono un eroe, non sono mai stato in pericolo". Nel 2009, per il 70mo anniversario dei suoi "treni della vita" la cerimonia fu emozionante. I "bambini" diWinton hanno ripercorso coi loro familiari il viaggio dalla stazione di Praga arrivando a Londra su un treno a vapore: lì lo hanno riabbracciato. Il 19 maggio aveva compiuto 106 anni, festeggiato e onorato.(ANSA). 

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