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Jean-Claude Juncker sullo stato dell'Unione: "L'Europa è in crisi esistenziale"

Parola del presidente della Commissione europea, che alla plenaria di Strasburgo fa una radiografia generale al Vecchio Continente

"Un anno fa avevo detto che la situazione nell'Unione europea lasciava a desiderare, non c'era abbastanza Europa e non c'era abbastanza unione nella Ue. A un anno di distanza questa constatazione la Ue non è un gran forma. Sono cambiate tante cose. Possiamo parlare di crisi esistenziale". Ha esordito così il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker alla plenaria di Strasburgo in apertura nel discorso sullo stato dell'Unione.

Un'identità che rischia di perdersi

Poi guarda al futuro prossimo, a partire dall'identità che è andata via via sfumarndo soprattutto a causa dei conflitti dovuti ai flussi migratori: "Propongo un programma positivo per i prossimi 12 mesi, che saranno decisivi, se vogliamo superare le divisioni tra est e ovest che si sono aperte in questi ultimi mesi. Li dobbiamo superare se vogliamo dimostrare al mondo che l'Europa esiste".

Nel rivolgersi ai governi dell'Ue, Juncker usa parole di una certa durezza: "Tenere un discorso europeista qui non è così difficile, ma tutti devono fare discorsi europeisti nei loro parlamenti nazionali. Dire sì con entusiasmo a Bruxelles e poi fare finta di non aver partecipato è il contrario di quello che definisco coerenza. Non dobbiamo più menare per il naso i cittadini europei. Li dobbiamo guardare negli occhi: sono stufi di lotte interne e menzogne. Si aspettano risultati e attuazione di quanto decisivo".

Inevitabile, quindi, il riferimento a Brexit: "Noi rispettiamo e allo stesso tempo ci rammarichiamo della decisione del Regno Unito, ma la Ue in sé non è a rischio".

Terrorismo e politica estera

Quando arriva il momento di toccare l'altro tema caldo, la politica estera, Juncker eserdisce con un elogio, seppure indiretto, al nostro Paese, che ha come oggetto "Federica Mogherini che fa un lavoro eccellente ma deve diventare un vero e proprio ministro per gli Affari Esteri in Europa e per l'Europa".

In tema di terrorismo, prosegue poi, emerge la locuzione di "priorità assoluta": "dobbiamo mostrare loro che non hanno alcuna alcuna possibilità di colpire i nostri valori. La nostra tolleranza non può andare a scapito della nostra sicurezza".

Un'economia da sostenere

Infine, ultima non ultima, l'economia: "Non accetterò che i millennials possano essere la prima generazione in 70 anni a essere più povera dei propri genitori. So che è una questione di competenza degli Stati, ma possiamo aiutare, per esempio con la garanzia giovani", ha dichiarato.

"La disoccupazione è ancora troppo alta", ha aggiunto, e "l'Europa non è abbastanza sociale, questo lo dobbiamo cambiare" quindi "lavoreremo al pilastro dei diritti sociali. E se anche la situazione dei debiti resta alta, essi si sono ridotti e questo dimostra che il Patto di stabilità ha un suo effetto, ma non deve diventare patto di flessibilità: deve essere applicato con flessibilità intelligente".

Per poi concludere che "il piano di investimenti ha generato 150 miliardi nello scorso anno, ma dobbiamo fare di più e quindi propongo di raddoppiare la durata e la capacità finanziaria" dell'Efsi affinché fornisca almeno 500 miliardi di euro entro il 2020 e 532 miliardi fino al 2022".


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