Isis: allarme foreign fighters, sono più di 25.000
EPA/BARAA KANAAN
News

Isis: allarme foreign fighters, sono più di 25.000

Secondo un rapporto Onu le adesioni al Califfato sono aumentate del 71%. I nuovi terroristi provengono da 100 Paesi diversi

Dal Palazzo di vetro di New York rimbalza un allarme in tutto il mondo. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite negli ultimi mesi il numero dei foreign fighters che hanno scelto di giurare fedeltà ai terroristi del Califfato islamico sarebbero più di 25.000.

Sono tutti giovani e hanno passaporti di 100 nazionalità diverse. Una volta aderito al jihad, questo esercito di 25.000 tra uomini e donne è partito alla volta della Siria e dell'Iraq per addestrarsi e combattere. Molti sono stati dirottati in Libia, dove i jihadisti stanno combattendo e - allo stesso tempo - dove ci sono diversi campi di addestramento per le giovani reclute del terrore.



Secondo le Nazioni unite, negli ultimi sei mesi il numero dei combattenti stranieri che si sono uniti alle truppe dei terroristi del Califfo Abu Bakr al Baghdadi, è aumentato di circa il 71%. Un fenomeno preoccupante, soprattutto per l'Europa, da dove sono partiti migliaia di foreign fighters. Insomma, la patinata propaganda dell'Isis, che usa una comunicazione da Hollywood e mezzi da basso Medioevo, sembra stia dando i suoi frutti. Vediamo Paese per Paese da dove provengono i foreign fighters del Califfo.

Europa

Nel Vecchio Continente il Paese che ha più foreign fighters in base alla popolazione è il Belgio, con 440 combattenti su 11.4 milioni di abitanti. Segue a ruota la Francia, con 1.200 combattenti espatriati. La Gran Bretagna si colloca ufficialmente a quota 600, anche se l'intelligence di Sua Maestà sostiene che il numero potrebbe essere molto più elevato e arrivare fino alle 2.000 unità. Dall'Irlanda sono partiti in 30.

La Germania ne ha tra i 500 e i 600 e di questi molti ricoprono il ruolo di comandanti all'interno della gerarchia jihadista. In Svezia ne segnalano tra i 250 e i 300. In Olanda se ne calcolano tra i 200 e i 250, in Danimarca 100-150, in Norvegia 60 e in Finlandia tra i 50 e i 70.

La Spagna ne ha tra i 50 e i 100, mentre l'Italia 80. I foreign fighters provengono anche dall'Austria (150 e si crede che circa 60 abbiano già fatto ritorno nel Paese), dalla Svizzera (40) e dall'Albania (90). In Bulgaria ce ne sarebbe solo 1, mentre in Serbia circa 70. A questi vanno aggiunti circa 340 combattenti provenienti dalla Bosnia Erzegovina e 150 dal Kosovo. I macedoni sono 12. 

Infine la Turchia, a metà tra Europa e Asia, ne conta più di 1.000 secondo le stime ufficiali, ma potrebbero essere molti di più.

Ex URSS

Si stima che in Russia i foreign fighters siano più di quattrocento (423), ma se si aggiunge la Cecenia il numero sale a una forbice tra 800 e 1.500 combattenti. In Kazakistan sono 250 e 50 in Ucraina. In Uzbekistan circa 500, mentre in Turkmenistan sarebbero 360. Infine c'è il Kyrgizistan con 100 e il Tajikistan con 190 foreign fighters. 

Asia Centrale

Hanno nazionalità del Pakistan circa 500 foreign fighters e dell'Afghanistan circa 50.

Maghreb

Si stima che in Marocco ci siano circa 1.500 foreign fighters. In Algeria 200, in Tunisia tra i 1.500 e i 3.000 e in Libia circa 600.

Medio Oriente e Paesi arabi

In Egitto i combattenti che hanno abbracciato la causa di Daesh sono circa 360. Dai Territori palestinesi sono 120. Impressionante il dato della Giordania, con circa 1.500 foreign fighters e quello dell'Arabia Saudita con circa 2.500 unità. Dello Yemen sono in 110, mentre 15 provengono dagli Emirati Arabi Uniti. Infine, dal Kuwait arrivano in 71 e dal Bahrein sono 92.

Oceania e America

I dati dell'Australia parlano di un numero imprecisato di foreign fighters che sarebbe comunque superiore a 100, mentre dalla Nuova Zelanda sono meno di 100. Stesso discorso vale per gli Stati Uniti, da cui si calcola che provengano più di 100 combattenti dello Stato islamico, ma non viene fornita nessuna cifra certa.

ANSA/POLIZIA DI STATO
Frame da un video di propaganda dell'Isis. Una cellula di estremisti islamici che operava tra l'Italia e i Balcani è stata smantellata dall'Antiterrorismo della Polizia, al termine di una lunga indagine. La cellula, secondo quanto si apprende, era dedita al reclutamento di aspiranti combattenti e al loro instradamento verso le milizie dell'Isis. Roma, 25 marzo 2015.

I più letti

avatar-icon

Anna Mazzone