Immigrazione in Italia: così l'emergenza non trova soluzione
ANSA/MARCO COSTANTINO
News

Immigrazione in Italia: così l'emergenza non trova soluzione

In discussione c'è una gestione del dramma che fa acqua da tutte le parti. Tutti bravi a dire cosa bisognerebbe fare ma nessuno è capace di farlo

La cantilena buonista dice sempre la stessa cosa: non si può fermare un esodo, le migrazioni sono fenomeni epocali. Ma non è vero. I paesi che in tutto il mondo sono presi a bersaglio da migranti cercano di gestire i flussi, filtrare e selezionare. Se necessario, sbarrare il passo e respingere. Parlo di paesi civili come gli Stati Uniti, l’Australia e la Spagna. Fanno eccezione quelli che si trovano dentro scenari di guerra, con i profughi che fuggono da un pericolo immediato di morte cercando scampo oltre i loro confini.

Il caso italiano è insieme questo e altro. Ciò che a molti non è chiaro è che anche noi, come la Giordania, la Turchia o la Tunisia, ci ritroviamo dentro uno scacchiere insanguinato, e ai profughi dalle guerre del Medio Oriente e dell’Africa si uniscono flussi di migranti economici che sempre ci sono stati. Con la Libia abbandonata a se stessa e a centinaia di bande armate in guerra tra loro, incapace di vigilare o addirittura coinvolta nel traffico di esseri umani, le nostre coste sono diventate confini di un paese in piena guerra civile.

Il Mediterraneo non è sicuro e il problema non riguarda solo le navi che soccorrono (come impone la legge del mare) i boat people, letteralmente prese di mira dagli scafisti libici (addirittura sotto le mentite spoglie di motovedette di Stato tripolitane) che si riprendono sparando i loro scafi-colabrodo. No, il problema riguarda anche i traffici civili e quelli commerciali. E riguarda, drammaticamente, l’impatto sociale e criminale dei nuovi arrivi ormai plurimi e quotidiani. Migliaia e decine di migliaia, sempre di più adesso che comincia il bel tempo con l’arrivo dell’estate. Sono almeno due anni che l’Italia subisce l’impatto migratorio con le sole forze della buona volontà marinara e la pazienza delle popolazioni locali. Non è più in discussione una politica dell’immigrazione, ma una gestione dell’emergenza che fa acqua da tutte le parti.

I centri d’accoglienza scoppiano. Gli alloggi che i prefetti dovrebbero reperire anche in modo forzoso rischiano di diventare focolai di scontri com’è successo a Roma a Tor Sapienza (e non solo). E i controlli su chi arriva sono del tutto inefficaci. A chi sbarca basta dare un nome fittizio e può anche rifiutare di farsi prendere le impronte digitali.

Tutti bravi a dire che cosa bisognerebbe fare, ma nessuno capace di farlo. Tutti d’accordo che bisogna stabilizzare la Libia, ma la Libia è sempre più allo sfascio e l’Isis ci minaccia dalle sue coste coi coltelli puntati e i video con sottotitoli in italiano dai messaggi cifrati inquietanti. Tutti dicono che vanno fatti controlli rigorosi su chi arriva, ma aspiranti kamikaze possono intrufolarsi fra i migranti e far perdere le tracce a terra. Oggi come ieri. E tutti sono d’accordo che l’Europa dovrebbe fare di più, senza limitarsi a un pattugliamento a ridosso delle nostre coste con mezzi e risorse risibili (si chiama Triton). E nessuno sembra in grado di convincere i nostri partner a investire nella vigilanza di frontiere che sono europee, perché i migranti poi si spostano in tutta Europa. Chi ha responsabilità di governo può per favore smettere di fare belle analisi e prendere qualche decisione vera?   

ANSA/MARCO COSTANTINO
La nave "Orione" della Marina Militare con a bordo 677 migranti e un neonato che ha visto la luce su un barcone partito dalla Libia e soccorso nel Canale di Sicilia. Reggio Calabria, 14 aprile 2015

I più letti

avatar-icon

Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

Read More