Immigrazione e sbarchi: scommettiamo che non cambia niente?
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Immigrazione e sbarchi: scommettiamo che non cambia niente?

Tra proposte di lavoro volontario per chi deve essere messo in regola, discussioni in Europa e all'Onu, resta lo sconcerto per l'assenza di decisioni

Umiliati e umilianti. A chi viene preso in giro, non resta che prendere in giro.
Metti un ministro dell’Interno che non sapendo più come distribuire le migliaia di migranti che arrivano ogni settimana dal Nord Africa, che non sa più come rispondere nei tempi di legge alle richieste di asilo degli aspiranti “profughi” (con il risultato che 21 giorni diventano 6 mesi e si moltiplicano, insieme ai tempi, costi e critiche per i diritti negati).

Metti che Angelino Alfano, ministro di destra in un governo di sinistra, sente sul collo il fiato elettorale di Matteo Salvini che sui migranti incalza e non dà tregua.

Metti infine l’inefficacia dell’Italia nel suo ansioso e finora inutile tentativo di ottenere che dei migranti si prendano cura tutti i Paesi europei (che non ci pensano affatto) e che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite autorizzi raid europei in Libia per affondare i barconi.
Ecco, da tutti questi ingredienti che cosa viene fuori? Zero, se non l’inconsistenza di proposte-boutade-sfoghi come quella di Alfano che chiede ai Comuni di applicare una circolare per far lavorare gratis i migranti che se ne stanno nei centri, spesati dalla collettività, a “non far nulla”.

Lavoro gratis per gli immigrati: cosa dice la circolare di Alfano


E come non ha senso la battuta del ministro (il Viminale ha poi precisato che si trattava solo di un “invito” ai Comuni e che il lavoro sarebbe stato “su base volontaria”, fra l’altro in diversi Comuni i migranti già svolgono lavori “socialmente utili”), neppure hanno senso le polemiche che ne sono seguite.

Perfino le associazioni cattoliche sono divise tra loro (la Caritas con Alfano, le Acli contro), mentre i partiti di maggioranza e di opposizione, con l’eccezione dei compagni di Ncd del ministro, bocciano l’idea. Alfano è riuscito a farsi dare dello “schiavista” perfino da Salvini.

Nel frattempo, il Vimininale continua a voler piazzare gruppi di centinaia di boat people in Comuni di poche migliaia di abitanti che ovviamente non li vogliono. E il governo insiste nel farci credere che UE e comunità internazionale siano pronte a condividere l’onere di un impatto di clandestini massiccio fuori controllo. Adesso, su qualche giornale circola pure la bozza di quella che dovrebbe essere la proposta della Commissione europea dopo l’ultimo Consiglio straordinario dei capi di governo sull’immigrazione. Pare che d’un tratto l’Italia abbia ottenuto tutto: quote obbligatorie di profughi in ciascuno dei 28 Paesi dell’Unione, e missioni in Libia per distruggere i barconi.

Scommettiamo che nulla di tutto ciò andrà in porto? Fiumi d’inchiostro, mari di parole. E poi? Solo chiacchiere e distintivo.
Ma tempi certi di risposta alle richieste di asilo, un programma realistico di distribuzione dei profughi, e un vero pugno battuto sul tavolo nei negoziati europei, mai?   

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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