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Grecia, le deportazioni dei migranti verso la Turchia

Da questa mattina cominciati i rinvii. Amnesty International: i diritti dei rifugiati non vengono rispettati. L'Onu: dubbi sulla legalità dell'operazione

Lunedì mattina sono cominciati i rinvii di migranti e rifugiati dalla Grecia verso la Turchia.
Lo prevede l'accordo tra l'Unione europea e il governo di Ankara, siglato lo scorso marzo, per limitare gli arrivi in Europa.

Tra pesanti misure di sicurezza, all'alba 136 Migranti sono stati imbarcati a Lesbo e 66 nella vicina isola di Chios.

"Tutti i Migranti che sono stati imbarcati arrivano dal Pakistan ad eccezione di due provenienti dalla Siria, che sono tornati volontariamente", ha spiegato Giorgos Kyritsis, portavoce di un comitato di crisi dei rifugiati del governo, alla tv di Stato, aggiungendo che "non vi è alcun calendario per i ritorni" e che "per esaminare le domande di asilo ci vorrà del tempo".

Dall'entrata in vigore il 20 marzo dell'accordo tra Bruxelles e la Turchia, circa 4.000 immigrati sono stati trattenuti sulle isole greche.

Ore prima sulla vicina isola di Chio la polizia antisommossa si è scontrata con residenti locali durante una protesta contro le deportazioni lì pianificate.

Diritti violati
"Questo è il primo giorno di tempi molto duri per i diritti dei rifugiati. Nonostante le gravi lacune legali e la mancanza di un'adeguata protezione in Turchia, l'Ue sta andando avanti in un accordo pericoloso", afferma Giorgos Kosmopoulos di Amnesty International in Grecia.

Sabato scorso, Peter Sutherland, il rappresentante speciale del segretariato generale dell'Onu per le migrazioni ha ribadito che la deportazione di migranti e rifugiati senza considerare prima le loro richieste di asilo rappresenta una violazione del diritto internazionale.

(Ansa, The Guardian)

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EPA/ORESTIS PANAGIOTOU
Migranti a Lesbo accompagnati sulle imbarcazioni che li riportano in Turchia, 4 aprile 2016

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