Nicolas Sarkozy e le sue relazioni pericolose
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Nicolas Sarkozy e le sue relazioni pericolose

Il fermo in arresto dell'ex capo dell'Eliseo è solo l'ultimo scandalo giudiziario che lo ha colpito. Sarkò si è sempre mosso in modo spregiudicato, coltivando amicizie discutibili

E' la prima volta che un presidente francese viene messo in stato di fermo e interrogato per violazione del segreto istruttorio. La palma tocca a Nicolas Sarkozy, un ex capo dell'Eliseo decisamente ingombrante, che si è sempre distinto per la sua spregiudicatezza e per le amicizie discutibili, da Muammar Gheddafi (poi caduto in disgrazia) a oscuri affaristi mediorientali e abili mediatori con paesi come Arabia Saudita e Pakistan.

Insomma, nel corso della sua lunga carriera politica, Nicolas Sarkozy non si è fatto mancare nulla in termini di scandali e varie accuse di favoritismi e nepotismo, e al suo fianco ha una moglie, Carla Bruni, che si distingue per la stessa attitudine alle manovre "oscure". Secondo recenti rivelazioni di un ex consigliere di fiducia di Sarkozy, il presidente avrebbe definito più volte Carlà come "l'uomo di casa", essendo la premiere dame preposta a tenere le fila di tutti i rapporti ambigui tenuti nell'ombra dall'Eliseo.

E come dimenticare poi l'affaire primo figlio? A ottobre del 2009 l'ex presidente viene accusato di nepotismo perché nomina suo figlio Jean, 23 anni e ancora studente universitario, alla testa della Défense, un'area nei pressi di Parigi composta da grattacieli di uffici e centri commerciali. Sulla scia delle polemiche che esplodono copiose, Jean Sarkozy deciderà di rinunciare all'incarico datogli dal papà-presidente.

Al momento in tutto sono sei gli affaire torbidi che vedono coinvolto l'ex presidente francese, che sogna una nuova candidatura nel 2017, ma che chissà se riuscirà ad averla. Vediamoli uno per uno.

L'affaire Karachi. E' il 1995. L'ex premier Edouard Balladur e il suo ministro della Difesa, François Léotard, vengono inquisiti per aver messo in piedi un complesso circuito di mazzette e fondi in nero legati alla vendita di armi all'Arabia Saudita e al Pakistan, con l'obiettivo di finanziare la campagna presidenziale di Balladur. All'epoca Nicolas Sarkozy è ministro del Bilancio e portavoce della campagna di Balladur.

L'affiare Libia. E' il 2007. Sarkozy sta puntando all'Eliseo con una campagna elettorale grandiosa. Viene eletto, e dopo un paio di anni cominciano a uscire sulla stampa francese delle rivelazioni attribuite a uno dei figli del colonnello Gheddafi, che dichiara che il regime libico ha largamente finanziato con diversi milioni di euro la campagna elettorale dell'inquilino dell'Eliseo. La notizia viene poi confermata da un uomo d'affari franco-libanese, Ziad Takieddine, intermediario tra Parigi e Tripoli. Suo ponte all'Eliseo sarebbe stato Claude Guéant, all'epoca direttore del Gabinetto del ministro degli Interni e alter ego francese di Takieddin per gli affari in Libia. Già presidente, Sarkozy deciderà poi di bombardare la Libia fino al crollo definitivo del raìs Gheddafi, che viene ucciso dai ribelli a ottobre del 2011.

L'affaire Tapie. A luglio del 2008, con Sarkozy presidente e Christine Lagarde (attuale direttore del Fondo monetario internazionale) ministro dell'economia, l'imprenditore Bernard Tapie - fedele amico di Sarkozy - si aggiudica un arbitrato di 403 milioni di euro per regolare una vecchia controversia che lo affliggeva con il Crédit Lyonnais, riguardo alla vendita della società Adidas. I giudici indagano sui rapporti oscuri tra Tapie, il suo avvocato e gli arbitri, oltre che sull'implicazione dell'esecutivo (Lagarde), sospettato di aver favorito l'uomo d'affari. All'epoca, segretario generale dell?eliseo è sempre Claude Guéant, eminenza grigia pèerennemente al fianco di Sarkò.

L'affaire Bettencourt. Sarkozy e i suoi uomini sono accusati di aver approfittato della condizione della ricca ereditiera della L'Oreal, Liliane Bettencourt (incapace di intendere e volere), per spillarle ingenti somme di denaro che poi sarebbero state utilizzate per finanziare la campagna presidenziale del 2007. Le indagini mettono nel mirino Eric Woerth, tesoriere dell'UMP (il partito fondato da Sarkozy) e ministro del Bilancio, e Thierry Herzog, avvocato fedelissimo dell'ex presidente coinvolto anche nel recente fermo di Sarkò.

L'affaire sondaggi. Nicolas Sarkozy è sempre stato molto generoso con amici (e parenti). Durante la sua presidenza scoppia los candalo dei sondaggi, che l'eliseo aggiudica senza cara a due consiglieri del presidente, pagati due volte: Pierre Giacometti (oltre che consigliere dell'Eliseo fondatore della Giacometti Péron & Associés), e Patrick Buisson, anche lui uomo di fiducia del presidente e dipendente dell'eliseo, fondatore del centro studi Politifact.

L'affaire intercettazioni telefoniche. E' solo l'ultimo scandalo in ordine cronologico, che ha portato al fermo dell'ex presidente francese e del suo avvocato Thierry Herzog, sospettati di aver violato il segreto istruttorio e influenzato un giudice della Cassazione, Gilbert Azibert, per ottenere informazioni sulle sue cause in corso e fare pressione.

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Anna Mazzone