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LUDOVIC MARIN/AFP/Getty Images
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Francia: due dei fermati a Montpellier progettavano un attentato alla Torre Eiffel

Un giovani di 20 anni e la sua sedicenne fidanzata avevano intenzione di sposarsi e quindi colpire il luogo simbolo di Parigi

Due dei quattro presunti terroristi arrestati venerdi scorso a Montpellier durante un'operazione antijihadista progettavano un attacco a Parigi, con obiettivo la Torre Eiffel. La notizia è riportata dai media francesi che, citando fonti di polizia e riportando solo i nomi di battesimo, riferiscono come Thomas (20 anni) e la sua sedicenne fidanzata Sara avrebbero confessato durante gli interrogatori di voler mettere a segno un attentato nel luogo simbolo della capitale francese.

La versione fornita dai due giovani, il cui intento era appunto quello di colpire uno dei monumenti più visitati al mondo per creare "commozione" nell'opinione pubblica, sarebbe confermata dalle intercettazioni telefoniche condotte durante le indagini, che hanno messo in allarme gli inquirenti dal momento che la coppia parlava spesso di quale potesse essere un luogo particolarmente emblematico del Paese.

Al momento del fermo, avvenuto nella giornata di venerdì 10 febbraio, il governo francese aveva fatto sapere che l'arresto di quattro persone a Montpellier era stato realizzato per "evitare un imminente attentato sul territorio francese". In particolare, durante il blitz le forze di sicurezza avevano sequestrato agli arrestati 70 grammi di Tapt, un potente esplosivo artigianale usato anche negli attentati jihadisti di Bruxelles per confezionare ordigni esplosivi.

Secondo la rete televisa BFMTV, inoltre, la minorenne Sara aveva già stabilito di sposarsi con il giovane prima di commettere l'attentato e aveva registrato un video in cui professava la sua obbedienza all'Isis. Gli altri due arrestati di Monpellier sono invece un uomo di 33 anni, già segnalato per la sua radicalizzazione jihadista, con contatti in Siria e che sarebbe il tutor dei due giovani, e un 26enne il cui ruolo non è ancora stato chiarito e che peraltro è già stato rimesso in libertà.

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Redazione