Manda Lane, la cittadina che considera Wilson un eroe
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Manda Lane, la cittadina che considera Wilson un eroe

Un viaggio nella via dove, fino a qualche giorno fa, viveva l'agente bianco che ha sparato a Michael Brown (e che adesso lascerà la polizia)

Darren Wilson, l'agente bianco che il 9 agosto scorso uccise il 18enne afroamericano disarmato Michael Brown, lascia la polizia.
Dopo le violenze innescate dal suo mancato rinvio a giudizio, il legale ha reso noto che Wilson sta trattando con la polizia del Missouri per definire i termini e le condizioni del suo "congedo". "Non c'é nulla al mondo per cui potrà tornare a fare l'agente", ha spiegato l'avvocato Neil Bruntrager, e "non è questione di se ma di quando".
(Aggiornato il 28 novembre 2014)

A Canfield Drive, Ferguson, Darren Wilson è odiato. L'assoluzione dell'agente bianco che ad agosto uccise proprio in questa via periferica della città  Michael Brown, un giovane afroamericano di 18 anni, è divenuto il simbolo della impunità e del carattere discriminatorio del sistema giudiziario americano. A Manda Lane, Crestwood, la via dove vive Wilson, il giudizio sull'uomo che ha ucciso il giovane nero è opposto: l'assoluzione è considerata un atto di giustizia.  Tra i due sobborghi, a nord e sud di San Luis (Missouri), ci sono solo 27 chilometri. A quest'altra America, wasp, benestante, tranquilla ma pesantemente ostile a tutte le forme di protesta che stanno dilagando in queste ore negli Stati Uniti, El Paìs, il più noto quotidiano spagnolo, dedica stamane un lungo reportage. 

Wilson non vive più a Manda Lane da quel giorno. Ha ricevuto troppe minacce di morte. Ha negato che vi fossero motivi razziali dietro quegli spari. «Voglio solo una vita tranquilla» ha detto nell'unica intervista concessa a un emittente americano, due giorni dopo il verdetto. Da quel maledetto 9 agosto non lavora più. È stato sospeso nonostante continui a percepire lo stipendio. «Ne stanno facendo una questione razziale ma non lo è. L'agente è un brav'uomo che non ha fatto niente di male, fa il suo lavoro e se ha sparato è perché ha tenuto per la sua vita» dicono in coro i vicini dell'agente.

L'intervista di Wilson ad Abc

Wilson, che non viene da una famiglia benestante, ha ripetuto di avere la coscienza tranquilla. «Avrei agito allo stesso modo anche se fosse stato bianco. La sua morte, di cui mi dispiaccio, è la conseguenza delle sue cattive azioni: non avesse rubato quelle sigarette non ci saremmo mai incontrati».  «È stato lui a minacciarmi per primo: temevo per la mia vita» ha detto l'uomo al giudice, dando indirettamente del bugiardo al ragazzo che in quel momento era con Brown e che ha sostenuto che, di fronte all'agente armato, la vittima ha anche alzato le mani, disarmato. Le mani alzate sono diventate un simbolo per la comunità afroamericana. «Non è vero» ha ripetuto Wilson.

«Si stava solo difendendo. Non avrebbero mai dovuto imputarlo» dicono i vicini di Wilson. Canfield Drive - dove è stato ucciso il ragazzo - e Manda Lane - dove viveva Wilson - sono due pezzi d'America che non si parlano. A centocinquant'anni dalla firma sul tredicesimo emendamento, che aboliva la schiavitù, un muro invisibile continua a dividere le due comunità che hanno fatto grande l'America. E non è bastata l'elezione del primo presidente nero della storia americana, sei anni fa, ad abbatterlo.

(Questo post è stato pubblicato la prima volta il 27 novembre 2014, aggiornato il 28 novembre)

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