François Fillon, Emmanuel Macron, Jean-Luc Mélenchon, Marine Le Pen, Benoît Hamon
Ansa/EPA/PATRICK KOVARIK
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Elezioni in Francia, Macron vince il primo dibattito tv

Il giovane leader del movimento En Marche! si conferma l'uomo nuovo che può battere il nazionalismo populista di Marine Le Pen

A 34 giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali francesi, in programma il 23 aprile, i cinque candidati principali si sono ritrovati ieri sera per un dibattito tv, a partire dalle 21 per tre ore, in diretta su TF1, per discutere di tematiche sociali, economiche e internazionali. A confrontarsi, a volte con toni aspri, sono stati: il conservatore ed ex primo ministro sotto la presidenza Sarkozy François Fillon; il socialista Benoît HamonJean-Luc Mélenchon del Partito di Sinistra; Marine Le Pen del Fronte Nazionale; l'ex ministro dell'Economia sotto il governo Valls, Emmanuel Macron, giovane leader del movimento En Marche! e uomo da battere

Presentatosi infatti come primo nei sondaggi sul primo turno delle presidenziali, insieme a Marine Le Pen, ha confermato il suo appeal, convincendo più dei suoi rivali politici.

Macron il più convicente

Il dibattito, inedito in Francia dove in tv nel passato ci sono stati solo i faccia a faccia fra gli sfidanti al ballottaggio, è stato molto vivace, a tratti nervoso.
Un sondaggio realizzato dall'istituto Elabe per BFM-TV ha rivelato che Emmanuel Macron è stato il più convincente nella prima sfida televisiva. L'ex ministro trentanovenne ha convinto il 29% dei telespettatori intervistati, seguito, al 20%, dal leader della sinistra alternativa Jean-Luc Mélenchon. Marine Le Pen e il candidato dei Républicains, Fillon, sono entrambi al terzo posto, al 19%. Chiude la classifica Benoît Hamon con l'11%.

Tutti contro Macron

In diretta tv si è puntualmente verificato il previsto schema "tutti contro Macron", con i candidati dei partiti tradizionali, vistisi scavalcati dal giovane leader del movimento En Marche!, pronti all'attacco. Secondo gli esperti Macron era anche quello che si giocava di più nel dibattito: ha minore esperienza in questo tipo di confronti e un pubblico più volatile. La strategia dei suoi principali rivali, Le Pen e i due situati alla sua sinistra, è etichettarlo come "il candidato del denaro" e il difensore della globalizzazione e del multiculturalsmo. 
La crescita di Macron nei sondaggi, oltre ogni rosea previsione, ha accentuato questa tendenza. Tutti i sondaggi lo danno pari o addirittura davanti a Le Pen al primo turno, con Fillon staccato di 10 lunghezze e gli altri a seguire. Fillon, travolto dalle inchieste, è apparso il meno battagliero e meno incisivo tra i cinque aspiranti all'Eliseo.
Anche la candidata anti-euro è stata bersaglio di frequenti attacchi. 

Macron, l'uomo nuovo

"Tutti quelli che sono qui sono qui ci sono da anni, sono i rappresentanti della vecchia politica. Io ho creato un movimento nuovo, che vuole rinnovare il Paese": Emmanuel Macron ha preso le distanze dai suoi sfidanti.

Il primo dibattito elettorale si è scaldato dopo oltre un'ora di dichiarazioni. Macron è stato preso di mira in particolare da Le Pen e Hamon. La prima lo ha accusato di essere "per il burkini"; Macron - fino ad allora molto pragmatico - ha reagito: "Madame, non ho bisogno di un ventriloquo". Da questo momento in poi, i due candidati dati in testa dai sondaggi hanno cominciato a punzecchiarsi. 

Macron si è trovato di fronte anche gli altri candidati, a cominciare dall'ex compagno di maggioranza Hamon, che molti del suo partito non votano preferendo il "traditore" Macron. Quando l'ex ministro dell'Economia ha spiegato che il suo movimento En Marche! si autofinanzia con le donazioni, da Hamon è arrivato il colpo basso: "Sono defiscalizzati vero? Può assicurare che non ci sono dirigenti di case farmaceutiche?". Secco Macron: "Lei non può pensare che io vada a controllare l'identità di chi fa le donazioni, ma tutto è trasparente e pubblico, chiunque può controllare".


Lo scontro sul tema immigrazione

Il dibattito si è scaldato sul tema dell'immigrazione. 
"Dico di fermare questa immigrazione, i francesi non ne possono più", ha tuonato Marine Le Pen, aggiungendo: "la Francia non può offrire a nessuno del lavoro che non c'è neppure per i francesi". Come prevedebile, la candidata di estrema destra è stata categorica: "Voglio fermare l'immigrazione, legale e illegale, mi impegno completamente, 200.000 migrantri entrano in Francia legalmente ogni anno da 10 anni, e almeno altrettanti illegalmente.

Per fermarli occorre attuare una politica di dissuasione tagliando gli aiuti di ogni tipo, le sovvenzioni, l'assistenza medica pubblica". E ancora: "Non ci si può fidare di una Grecia rovinata o di una Italia sommersa per controlare un flusso continuo di migranti". A controbattere subito è stato Hamon: "Lei è drogata da pagine di cronaca". 
Secondo Macron, "abbiamo bisogno di rafforzare i nostri confini e di essere realistici. Il vero problema è l'immigrazione clandestina". Ha quindi elogiato la politica migratoria tedesca, e su questo punto Fillon si è detto in profonda divergenza, spiegando che la gestione della Merkel della crisi migratoria ha causato enormi problemi per l'Europa: "Sono completamente in disaccordo con Emmanuel Macron che quando era a Berlino ha elogiato la cancelliera per le politiche migratorie, che invece si sono rivelate pessime e ora sono criticate dai suoi stessi alleati".

Laicità e religione

Altro scontro su laicità e religione. Quando Le Pen ha evocato il caso del burkini, assimilandolo al tema dell'immigrazione e della laicità, è esploso Macron: "Lei inganna i francesi. Il burkini è un tema di ordine pubblico, ci sono dei prefetti che lo vietano, non bisogna costruirci delle teorie".
Anche Hamon ha accusato la candidata ultranazionalista di usare la laicità a sproposito e solo contro i musulmani. Le Pen, dal canto suo, non ha patito molto le controffensive degli avversari: "Non voglio essere il vice cancelliere della Merkel".

Il video con Marine Le Pen che attacca Macron sul burkini:


I futuri dibattiti tv

L'incontro di ieri sera è il primo di una serie di tre dibattiti tv che precederanno l'appuntamento del 23 aprile (primo turno elettorale) e quello del 7 maggio (secondo turno). Poi ci saranno i faccia a faccia prima del ballottaggio. 
Il pubblico in studio era rigorosamente equilibrato: ogni candidato ha potuto invitare 36 sostenitori, gli altri sono selezionati da TF1. Attorno a un tavolo circolare, i candidati hanno dibattuto costretti a guardarsi in faccia, con 2 minuti ciascuno per le risposte ma, grande novità, a partire da 1 minuto e 30 secondi i concorrenti potevano interrompere chi aveva la parola.

Le immagini del dibattito tv

Emmanuel Macron
Ansa/EPA/PATRICK KOVARIK
Il candidato del movimento En Marche! Emmanuel Macron parla con il giornalista Gilles Bouleau prima del dibattito tv per le elezioni presidenziali francesi, Aubervilliers, 20 marzo 2017.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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