cop21
News

Conferenza sul clima: "Siamo gli ultimi a poter salvare il pianeta"

A Parigi 150 capi di Stato e i rappresentanti di 195 Paesi in cerca di un accordo globale per contenere l'aumento delle temperature

"Il mondo non ha mai affrontato una sfida così grande": con questo monito, il presidente francese, Francois Hollande, ha aperto il vertice mondiale per la 21ma Conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici che dovrà cercare un accordo per scongiurare una catastrofe ambientale irreversibile.

- LEGGI ANCHE: Conferenza sul clima, i 7 nodi da sciogliere

- LEGGI ANCHE: Clima, 2015 da record, è l'anno più caldo mai registrato

- LEGGI ANCHE: Parigi, scontri alla manifestazione per la conferenza sul clima

Gli obiettivi sono la riduzione delle emissioni ma anche un aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili, in mod da scongiurare un aumento della temperatura terrestre oltre i due gradi rispetto all'era preindustriale. Il summit dei 150 leader mondiali segna l'inizio della conferenza che si chiuderà l'11 dicembre, con un testo che dovrebbe essere "vincolante". "Il successo è alla nostra portata ma ancora non è stato raggiunto. La posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso. Abbiamo un obbligo di successo", ha affermato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius.

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha chiesto di osservare un minuto di silenzio per le vittime delle stradi del 30 novembre. "Abbiamo nelle mani il futuro delle prossime generazioni", ha poi avvertito". Hollande ha esortato a "lottare per il clima come contro il terrorismo" osservando che "i cambiamenti climatici "creano piu' migrazioni delle guerre". Barack Obama ha ammesso che gli Usa "hanno contribuito a creare il problema" e ha avvertito che "siamo l'ultima generazione che può cambiare le cose". "Dobbiamo avere qui, adesso, il potere di cambiare", ha aggiunto.

Il presidente cinese, Xi Jinping, ha assicurato che il suo Paese "si impegna nella campagna mondiale su cambiamenti climatici" e per questo "gli impegni ecologici saranno in cima all'agenda dei prossimi piani pluriennali". Per Vladimir Putin "si può crescere riducendo le emissioni" e il presidente russo ha proposto un Forum mondiale a guida Onu. Per il presidente del Consiglio Matteo Renzi il futuro del pianeta è "una sfida che riguarda tutti noi, i nostri figli e i nostri nipoti", ma è ora di "uscire dalla retorica per cui l'Italia non fa abbastanza". E mentre si è appreso che alle manifestazioni sul clima in 175 Paesi hanno partecipato 785.000 persone, il summit è stato anche un crocevia diplomatico, con il colloquio Obama-Putin, la prima stretta di mano dal 2010 tra Benjamin Netanyahu e Abu Mazen e il gelo tra lo stesso presidente russo e il collega turco Erdogan, con cui non ha voluto parlare. Parigi dovrebbe sancire un patto per contenere il riscaldamento climatico globale, dopo il fallimento della conferenza di Copenaghen nel 2009. Dalla rivoluzione industriale, le temperature sono aumentate di poco meno di un grado e nei 23 anni trascorsi dalla conferenza di Rio le emissioni di gas serra sono ulteriormente cresciute, con un nuovo record l'anno scorso.

L'obiettivo

L'obiettivo è un contenimento "sotto i 2 gradi" dell'aumento delle temperature, ha avvertito il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, sottolineando che un'intesa sul clima serve anche a "garantire la pace e la sicurezza internazionale". "Il futuro del mondo è nelle vostre mani", ha aggiunto Ban, invitando i 147 leader mondiali presenti, da Obama a Putin passando per Merkel, Renzi e Cameron, a "mostrare visione e coraggio". Il cambiamento climatico, ha dichiarato il presidente francese Hollande, di cui Ban ha riconosciuto il coraggio a confermare la Cop21 nonostante gli attentati del 13 novembre, e è  insieme al terrorismo una delle due "grandi sfide che dobbiamo affrontare" perché "ai nostri figli dobbiamo lasciare di più che un mondo libero dal terrore, un pianeta preservato dalle catastrofi, un pianeta sostenibile". Anche perché, ha avvertito il principe Carlo d'Inghilterra chiamato ad aprire i lavori, la Terra "potrà sopravvivere all'aumento dei mari e delle temperature, ma non l'Uomo". 

I numeri

Questi i numeri del grande appuntamento: 10.000 delegati e altri 30.000 tra scienziati, giornalisti, osservatori. Per la sicurezza in campo 2.500 ttra gendarmi e poliziotti più 8.000 agenti supplementari per i controlli alle frontiere, 179 Paesi, rappresentanti il 95% della popolazione e il 94% delle emissioni globali, hanno presentato le loro "promesse" di riduzione dei gas sera, le Indc's (Intended national determined contribution).

Sono 2,7 i gradi entro cui si conterrebbe il riscaldamento globale al 2100 stando agli impegni annunciati dagli Stati mentre l'obiettivo è restare sotto i due gradi.

Il 2050 è l'anno entro cui i Paesi del G7 si sono impegnati a ridurre del 70% le loro emissioni rispetto al 2010. 

La XXI Conferenza Onu sul clima Cop 21 (la sigla sta per Conferenza delle Parti) che prende il via oggi a Le Bourget, appena fuori Parigi, proseguirà sino a venerdì 11 dicembre, con l'obiettivo di raggiungere un accordo vincolante. I leader, a differenza di Copenhagen quando arrivarono per la conclusione dei lavori, questa volta apriranno la conferenza con l'intento di dare un segnale forte.

I temi trattati

Organizzati su temi specifici si terranno tra lunedì 30 e martedì: un focus sulle foreste, sulla resistenza ai cambiamenti climatici (con il segretario dell'Onu Ban Ki-moon), sul lancio dell'alleanza sul solare (con il premier indiano Narendera Modi), sul "carbon pricing" (con il direttore del Fmi Christine Lagarde), e sull'Africa (con il presidente francese Francois Hollande).

L'apertura al pubblico

Apertura a tutti, dal primo all'11 dicembre, degli "Spazi generazioni clima" che ospitano società civile e ong con dibattiti, stand, tavole rotonde, esposizioni. Previsto un incontro con i sindaci il 4 dicembre, organizzato dal sindaco di Parigi Anne Hidalgo all'Hotel de Ville.


Le giornate tematiche

Ce ne saranno quattro: il 2 dicembre sarà la Giornata degli agricoltori, il 3 la Giornata delle giovani e future generazioni, il 4 dell'educazione, l'8 sarà invece dedicato all'Africa.

La conclusione e l'accordo


Una pausa sarà fatta domenica 6 dicembre per preparare il rush finale dei negoziati, con il 7 e l'8 le dichiarazioni di alto livello di Stati e gruppi, per arrivare il 10 all'adozione delle conclusioni e l'11 alla chiusura con l'auspicata adozione dell'accordo.

cop21
Getty Images
Le Bourget, Parigi, 30 novembre 2015, conferenza sul clima. La foto ufficiale dei capi di Stato partecipanti

I più letti

avatar-icon

Redazione