Boko Haram: le testimonianze delle ragazze superstiti
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Boko Haram: le testimonianze delle ragazze superstiti

Stuprate, costrette a sposarsi, a uccidere e a sopportare abusi psicologici. Ecco i racconti raccolti da Human Rights Watch

63 sono le pagine pubblicate da Human Rights Watch nel report dal titolo "Those Terrible Weeks in Their Camp" - Boko Haram Violence against Women and Girls in Northeast Nigeria, che riporta le testimonianze di 46 ragazze sottoposte ad abusi di ogni genere.
A parlare sono solo alcune delle donne riuscite a sfuggire, appaiono i nomi di Gloria, Hadiza, Hauwa. Ecco le loro testimonianze:

Una delle vittime, una ragazza di 15 anni, si era rivolta a un comandante di Boko Haram per dirgli che lei e le altre ragazze erano troppo giovani per sposarsi. Lui indicò sua figlia di 5 anni e disse "Se lei si è sposata l'anno scorso e sta solo aspettando la pubertà per poter consumare, come puoi dirmi che voi siete troppo giovani?”

"Sono arrivati a casa. Abbiamo cercato di scappare. Loro ci hanno fermato e ci hanno detto: 'Ora vi abbiamo preso e vi convertiremo all'Islam recitando la confessione di fede (Kalima Shahada). Non tornerete a casa e vi sposerete finché siete ancora giovani'. Noi non ci eravamo veramente convertite e loro ci hanno minacciato: ' Se non la smettete di sentirvi a disagio,vi spareremo e gettermo i vostri corpi nel fiume' ".

"Fui obbligata a seguirli durante le incursioni. Io portavo i loro proiettili. Quando mi dissero di uccidere il primo uomo, il mio corpo iniziò a tremare e scivolai a terra. Mi obbligarono ad alzarmi e a guardare negli occhi il secondo uomo che stavano uccidendo. A quel punto pensai che avrei dovuto prendere una pistola dai ribelli e uccidermi. Tanto mi avevano insegnato loro a sparare”.

"C'erano molte donne che stavano lì. Alcune erano già sposate con i ribelli. Mentre le altre erano obbligate prima a convertirsi e poi a sposarsi”.

"Uno di loro mi ha violentata. L'ho supplicato di lasciarmi stare perché avevo mia figlia. Ma lui ha rifiutato di ascoltarmi e mi ha detto di mettere giù la bambina. E così ho fatto.”

"Quando ho capito che sarei stata obbligata a sposarmi, ho finto di avere dei dolori forti allo stomaco. Loro avevano paura che potessi essere HIV positiva e mi hanno portato all'ospedale per degli esami. E così che sono riuscita a fuggire dal campo”.

Nel video che vedrete le voci delle donne sono sussurrate, quasi fossero ancora immerse in un incubo.


Un incubo da cui sono riuscite a scappare ma che le perseguiterà per sempre.


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Marina Jonna

Giornalista e architetto: scrivo da sempre di design e tecnologia. Ultimamente ho allargato i miei orizzonti scrivendo di benessere, sport, scienze e attualità. Oltre a intervenire, sporadicamente, su R101 . Avete bisogno di un trattato sul "Paradiso della brugola" ? Sono pronta a scriverlo!

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