Birmania: Aung San Suu Kyi non potrà candidarsi
(Ansa/Barbara Walton)
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Birmania: Aung San Suu Kyi non potrà candidarsi

Il parlamento ha rigettato gli emendamenti che avrebbero permesso all'ex Nobel per la Pace di presentarsi alle presidenziali del 2016

Il leader dell'opposizione birmana ed ex premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, non potrà candidarsi alla presidenza della Repubblica nel 2016, data in cui sono state fissate le elezioni nazionali.

La decisione, dopo tre giorni di discussioni, è stata assunta in seduta plenaria dai deputati e dai senatori del Paese asiatico. Per far sì che l'ex leader della Lega Nazionale per la Democrazia potesse candidarsi alla presidenza della Repubblica era infatti necessario, in base alla Costituzione del 2008 approvata dall'ultima giunta militare, che le modifiche costituzionali volte a superare il diritto di veto dell'esercito (che detiene il 25% dei seggi) fossero approvate dal 75% del corpo assembleare di deputati e senatori. Il partito della 'Signora', la Lega Nazionale per la democrazia (Nld) parte da favorito dopo il trionfo nelle elezioni suppletive del 2012, ma col voto di oggi è come se gli fosse preclusa la strada del governo. 

Suu Kyi non si è detta stupita del voto. Ha esortato a votare bene, nelle elezioni legislative del novembre 2015, quando la sua Lega sfiderà il partito al potere, vicino ai militari, Solidarietà e sviluppo. Dopo quasi mezzo secolo di brutale dittatura militare, e il passaggio a un governo civile diretto dall'ex generale Thein Sein, la Birmania ha cominciato nel 2011, sia pure timidamente, un percorse di riforme democratiche che l'esercito ha continuato a boicottare.

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