Newtown non è Scampia
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Newtown non è Scampia

Una criminologa spiega perché in Italia Adam Lanza non avrebbe colpito in una scuola

Le pareti colorate delle aule della scuola materna di Newtown, negli Usa, adesso sono macchiate del sangue dei 20 bambini trucidati da Adam Lanza. Anche a Scampia, a Napoli, per diverse ore dopo l’agguato firmato dalla Camorra, è rimasto macchiato di sangue il cortile interno di una scuola materna.

Due fatti diversi, due mondi diversi, soprattutto due culture diverse. Newtown come Columbine ci hanno mostrato come negli Usa la scuola è un bersaglio, forse uno dei preferiti da chi compie stragi in luoghi pubblici. In Italia invece per fortuna questo non è ancora accaduto; da noi la scuola, o meglio, i bambini in generale, vengono considerati luoghi e categorie in qualche modo "protette"

Rita Giorgi, criminologa del Centro Studi Criminologici di Viterbo, prendendo in esame solamente gli ultimi due episodi in ordine di tempo, quali sono le differenze e le eventuali analogie tra l’episodio di Newtown in Usa e la recente sparatoria nella scuola di Scampia?

"Sono molte e di rilevanza le differenze tra i due tragici eventi. L’uno un “mass murderer”, (Mass murderer: uccide quattro o più vittime nello stesso luogo ed in un unico evento; di solito, il soggetto non conosce le proprie vittime e la scelta è per lo più casuale ndr.) che con ritualità procede alla sua vestizione e si arma “fino ai denti” quasi stesse per compiere un gesto eroico. Il killer spara contro un gruppo, una massa, con una determinazione e  una freddezza incomprensibili alla società, per poi mettere fine alla propria vita. Suicidio o uccisione da parte delle forze dell’ordine americane? In ogni caso una fine anche questa annunciata, propria della dinamica del “mass murder”, che si pone nella condizione di essere ucciso o si suicida. I motivi di questo ennesimo folle gesto? Tanti e non li conosciamo direttamente. Possiamo ipotizzare di trovarci di fronte ad un soggetto disturbato o malato. Probabilmente il  giovane Adam Lanza, con molta ragionevolezza ha vissuto un contesto familiare più che difficile e conflittuale. Elementi certi per addentrarci in queste valutazioni non ne abbiamo ma sicuramente Adam ha depersonalizzato le sue vittime. Queste vittime private dunque di ogni umanizzazione sembrano essere diventate quasi sagome di un poligono di tiro.
Diverso il caso della sparatoria nella scuola di Scampia. Qui si muovono veri e propri commandi della guerra di Camorra che si sta svolgendo tra i clan “girati” e “scissionisti “ per la supremazia del territorio, per il controllo del traffico di stupefacenti, per esempio. La vittima, Luigi Lucenti, pensa di trovare riparo all’interno della scuola, ma la ferocia dei killer non ha più rispetto da molto ormai né per gli innocenti che si trovano ad attraversare il loro cammino di morte né per i piccoli. Il tiro, infatti, si è alzato e le “regole” mafiose ovvero "fuori dagli omicidi donne e bambini" già da tempo non sono più rispettate. Forse Luigi Lucenti sperava proprio che i sicari considerassero ancora la scuola un luogo inviolabile. A Scampia è il crimine organizzato che si muove, con suoi protocolli, le sue leggi e i suoi profitti. Nulla a che vedere con Adam Lanza. A Napoli, gli assassini si armano e conducono le loro incursioni omicide per affermare la loro potenza economica, per appropriarsi di una zona".  

In Italia, la sparatoria nel cortile della scuola materna di Scampia ha suscitato orrore, paura ma soprattutto sorpresa. E’ infatti il primo episodio del genere che avviene all’interno di un edifico scolastico..

"Sicuramente questo fatto ha sconvolto tutta l’opinione pubblica italiana, ed è stata probabilmente una triste riconferma della supremazia che la Camorra ha su quelle terre per coloro che vivono in zone a così alta incidenza di criminalità. Ma soprattutto l’omicidio di Luigi Lucenti nel cortile di una scuola materna fa sentire ancora più sole le numerose famiglie oneste che vi vivono. Non ci scordiamo che le scuole di Scampia hanno inferiate anche alle finestre ed ai portoni quasi fossero dei fortini. Questi bambini e le loro famiglie fanno i conti tutti i giorni con un sistema di relazioni sociali ed economiche particolarmente violente. Questo significa vivere in un territorio avvelenato dalle mafie".  

In Italia, rispetto ad altri Paesi anche europei, esiste una legislazione sulle armi molto rigorosa…

"La nostra legislazione in termini di detenzione di armi da fuoco è molto rigida fortunatamente e speriamo continui ad esserlo. Ciò nonostante, in Italia, il commercio illecito di armi da fuoco è rigoglioso. Purtroppo i sequestri che vengono portati a conoscenza dell’opinione pubblica sono solo una minima parte e comunque una testimonianza di questo commercio sul nostro territorio e della potenza di fuoco che le organizzazioni criminali hanno a disposizione".

Concludendo, Scampia potrebbe aver “rotto” quel muro di inviolabilità della scuola in Italia?

"Sta di fatto che proprio questo episodio, nel caso ce ne fosse stato bisogno, deve portarci ad essere tutti molto più attenti e fattivi in termini di interventi. E’ il primo episodio del genere e speriamo che sia l’unico. Ma deve servirci per meglio comprendere le dinamiche criminali e quali risposte devono essere date in termini di protezione e prevenzione, su questi territori a così alto rischio di delinquenza organizzata. La scuola dovrebbe essere il luogo protetto e sicuro per eccellenza, la prima agenzia educativa insieme alla famiglia ad essere tutelata e garantita. Non solo, la scuola deve continuare ad essere considerata il luogo in cui si lasciano i propri figli, sicuri che saranno al riparo e saranno seguitii nella loro crescita di persone e cittadini. Save the Children, esempio, ci ricorda che sono ben 700 mila i minori che vivono nei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa e di questi ben 374.860 vivono nella sola Campania e 274.189 nel territorio della provincia di Napoli. Possono essere fredde sequenze di numeri, ma dietro ogni numero c’è un minore ed una incidenza di abbandono scolastico da capogiro. Ogni minore che viene sottratto, in questo caso alla Camorra, è una certezza per il nostro futuro"
         
 

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Nadia Francalacci