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Strasburgo: Contrada non doveva essere condannato per mafia

Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani: ora lo Stato italiano dovrà pagare 10 mila euro di danni morali

Bruno Contrada non doveva essere condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, perché all'epoca dei fatti (cioè tra il 1979 e il 1988) il reato non "era sufficientemente chiaro". Lo ha stabilito la la Corte europea dei diritti umani, che ha anche imposto allo Stato italiano di versare all'ex numero due del Sisde, oggi 84enne, 10 mila euro per danni morali.

Ora Contrada chiede la revisione del processo
"In questi 23 anni, terribili per me e per le persone che mi vogliono bene, c'è stata UNA sofferenza incredibile, che si è manifestata in qualsiasi forma: fisica, morale, professionale e familiare", ha commentato la notizia Bruno Contrada. "La devastazione totale ha accompagnato ogni giorno della mia vita dal 1993 in poi. Mi è stato tolto tutto: oggi la Corte europea mi ha dato giustizia, ma non ci può essere soddisfazione. La giustizia italiana deve recepire questa sentenza: io voglio giustizia dall'Italia".

Contrada si è poi detto ansioso di leggere le motivazioni di Strasburgo, augurandosi che la sentenza europea porti a una revisione del processo: "Voglio capire come è possibile che i giudici europei hanno capito quello che in Italia non hanno ancora compreso. Questo pronunciamento ha un valore che la giustizia italiana non può ignorare".

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Redazione