Satana sul web. E' allarme tra gli adolescenti
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Satana sul web. E' allarme tra gli adolescenti

Il "satanismo acido" è il nuovo fenomeno che sta travolgendo gli adolescenti. Che sempre più spesso sperimentano sacrifici, droghe e ritualità al limite del lecito in nome del diavolo

Sempre più adolescenti “a caccia” di Satana sul web. Sono in forte crescita gli 'adepti' di Satana reclutati attraverso i social network e profili blindati su Facebook. E’ proprio Facebook, il social per eccellenza ad essere utilizzato, più di tutti gli altri presenti in internet, per contattare i ragazzi sensibili al fascino del “Signore delle Tenebre”. Ed è anche il 'luogo' dove la Polizia di Stato ogni giorno scova decine di nuovi simpatizzanti. L’età a rischio è quella compresa tra i 12 e i 22 anni.

“Frasi ad effetto, musiche dark spinto, fotografie di sangue e teschi, e questi ragazzi soli davanti al pc e spesso per la maggior parte della giornata, vengono risucchiati dal vortice dell’oscuro - spiega a Panorama.it,Maria Carla Bocchino, I° dirigente Responsabile Divisione Analisi dello Sco, Servizio Centrale Operativo, della Polizia di Stato- spesso questi adolescenti vengono quasi ipnotizzati con musiche “realizzate” al computer dove si sentono lamenti, voci sofferenti”.

Si spieghi meglio…
“I nostri operatori si imbattono sempre più spesso in queste forme di musica che viene “condita” ad hoc dal dominus della setta con delle voci di sottofondo che somigliamo moltissimo a lamenti strazianti, voci agonizzanti che lui indica come la sofferenza dei malati in punto di morte o di malati sofferenti rinchiusi negli ospizi. Sono suoni ripetitivi, pressanti capaci di alterare con facilità l’equilibrio già delicato di un adolescente. A queste musiche si associano carrellate di immagini macabre, di pseudo rituali e di “regole” per entrare nella setta”.

Che cosa viene chiesto ai giovani adepti?
"Non si parla di sacrifici umani, sono pochissimi questi casi e non facilmente riscontrabili sul web, ma spesso di sacrifici di animali,di patti di sangue sigillati da rapporti sessuali spesso conditi da cocktail di alcol, droghe e da pseudo riti esoterici. Queste sette che noi abbiamo definito “satanisti acidi”perché non hanno niente a che vedere con coloro che veramente adorano Satana, nascondono dietro a rituali fatti di teschi, ossa e immagini sataniche, violenze sessuali nei confronti di ragazze o ragazzi. Alcuni di loro sono consenzienti altri no. Chiaramente è sempre molto difficile poter intervenire in tempo ma la Polizia postale ogni giorno monitorizza e interviene per oscurare siti, blog o profili considerati estremamente pericolosi”.       

Che differenze ci sono tra sette sataniche e quelle che la Polizia indica come “sette di satanisti acidi”?
"Sono differenze sostanziali. Ad esempio le prime non commettono violenze, sacrifici né di animali né di esseri umani. Loro adorano Satana come un cristiano può credere in Dio, un musulmano in Allah, un buddista in Buddah. E’ una semplice divinità. Anche coloro che scelgono di seguire la setta satanica sono totalmente differenti da coloro che seguono i satanisti acidi. Chi si avvicina alla setta di Satana ha circa 40 anni e lo fa dopo aver studiato, letto o seguito filosofie spesso orientali. In Italia sono circa 1000 persone. I seguaci dei satanisti acidi, invece, sono giovanissimi, gli stessi “dominus” della setta raggiungono al massimo 35- 40 anni. Non ne abbiamo trovati di più anziani”.

Dove svolgono i loro riti? E quante di queste sette acide raggiungono l’omicidio come le Belve di Satana o il delitto di Chiavenna?
"Negli appartamenti, nelle case sono soliti consumare questa sorta di riti dove vi sono commistioni di sesso, violenze e droghe. Oppure nei luoghi sconsacrati o in mezzo alla boscaglia. Il raggiungimento del sacrificio umano è davvero molto raro ma nella follia di quelle ritualità dove sono presenti anche le droghe non si può  escludere che possa verificarsi"    

Ma un adolescenti che si avvicina al satanismo acido, può da adulto entrare in una setta satanica?
"No. Sono due mondi differenti. Il primo fatto di violenza, fisica, verbale e alterato dalle droghe, l’altro ripudia tutto questo e celebra il culto di Satana attraverso riti che potremmo definire esoterici ma "pacifisti"".

Quali sono gli adolescenti italiani più sensibili a queste ritualità “acide”?
"Sono quelli del Nord e del Centro Italia. Al sud non abbiamo riscontrato casi di satanisti acidi. Abbiamo trovato ragazzi, ma nel’ordine di 4 o 5 casi, attratti da questi riti o musiche che potremmo definire “strane”. La maggior parte dell’attività dei satanisti acidi è concentrata in Piemonte, nella storica area di Torino, non nuova a queste ritualità, e in quella di Asti ma anche in Liguria in un’area geografica compresa tra La Spezia e l’entroterra che si spinge fino all’Emilia Romagna. Sono molti gli adepti di queste zone. Ovviamente anche la Toscana ma solo nel fiorentino e Roma con la zona dei Castelli romani. Nel Lazio però c’è un’altra zona altrettanto “battuta” dai satanisti acidi che è quella degli scavi archeologici di Santa Maria di Galeria. Dopo alcuni appostamenti, i nostri agenti hanno ritrovato resti di falò e di sangue che però non possiamo neanche escludere siano resti di battute di caccia e non solo di riti satanici sacrificali".

Che cosa deve fare un genitore  per capire se il proprio figlio è entrato nel giro dei satanisti acidi? E se lo ha già scoperto come deve comportarsi?
"E’ importantissimo che il genitore monitorizzi i computer e il cellulare del figlio o della figlia prestando la massima attenzione a che cosa guarda sul web e con chi interagisce. Spessissimo queste sette sataniche acide si nascondono dietro profili di facebook “blindati”, quindi non accessibili a tutti ma anche dietro ad semplici associazioni onlus. Questi sono i casi più complessi da individuare ma con un po’ di attenzione un adulto riesce ad intercettarli. Se invece un genitore lo ha già scoperto deve rivolgersi alla Polizia postale che è in grado di entrare nel sito o profilo sospetto ed eventualmente oscurarlo. Con questi ragazzi non è consigliabile mai avere un atteggiamento duro e intransigente perché sono proiettati in una realtà che è difficile da gestire in un modo altrettanto “violento” anche se fatto a fin di bene”.        

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Nadia Francalacci