Roma e il Giubileo: i lavori che rischiano di restare incompiuti
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Roma e il Giubileo: i lavori che rischiano di restare incompiuti

La città fa i conti con il poco tempo a disposizione e la mancanza di competenze. Al palo 28 interventi per 28 milioni di euro

Fra le molte cose di cui i responsabili dei lavori del Giubileo devono preoccuparsi dopo le dimissioni del sindaco Ignazio Marino c’è anche il meteo: siamo talmente vicini all’appuntamento che potrebbe bastare qualche giorno di pioggia in più rispetto alle medie stagionali a provocare il mancato rispetto delle scadenze solennemente annunciate.

In ballo ci sono 28 interventi, per lo più di sistemazione della pavimentazione stradale (la piaga più immediatamente visibile del disastro amministrativo capitolino) per una spesa complessiva di 28 milioni di euro. Solo per cinque di questi è davvero imminente l’inizio dei lavori. Gli altri sono ancora a livello di carte e timbri.

Dal Campidoglio assicurano che non c’è alcun motivo per pensare che il programma approvato il 13 agosto (invero assai limitato sia nel numero dei progetti che nella spesa) debba subire ritardi. Proprio per evitarne, del resto, si è deciso di appaltare solo lavori sotto la soglia del milione di euro (iva esclusa), in modo da poter assegnare le opere con procedure negoziate anziché con bandi di gara aperti che richiederebbero almeno sei mesi.

Ma il vero handicap è l’impreparazione strutturale degli uffici comunali, ben al di là dei lavori del Giubileo, che ha fatto rimpiangere al presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone la “mission impossibile” dell’Expo, dove almeno c’era qualcuno con cui parlare. “Vedere come funziona la macchina amministrativa degli appalti nel Comune di Roma” ha detto all’Assemblea dell’Acer (costruttori edili romani) del 1° ottobre scorso “la dice lunga. Se non riusciamo a capire noi che siamo autorità di controllo con chi parlare, figuriamoci un imprenditore”.

Come stupirsi, allora, se la maggior parte degli osservatori dubita delle promesse di puntualità della giunta capitolina e scommette piuttosto su una sfilza di incompiute? In prima fila fra i critici dell’organizzazione del Giubileo ci sono i rappresentanti delle imprese di costruzioni, specie quelle di piccola taglia. “Spero tanto di sbagliarmi” dice a Panorama.it il presidente della federazione edilizia di Roma della Confartigianato, Marco Matteoni “ma penso che alla fine si faranno solo le tre o quattro cose di maggior impatto sulle visite dei pellegrini. Per sapere quali basta prendere una piantina di Roma, mettere la punta di un compasso sulla cupola di San Pietro e tracciare un raggio di un paio di chilometri”.

Dei 28 interventi programmati ben 12 riguardano la sistemazione dei marciapiedi e del manto stradale sui Lungotevere, dal quartiere Flaminio fin quasi a Porta Portese. E poiché si tratta di strade fondamentali per il traffico, tutti si chiedono come si farà a usare cazzuole e martelli pneumatici mentre la città vive e lavora.

Nel frattempo imperversa il rimpianto per le opere di cui si parla da anni ma che non sono neppure entrate nel programma. Prima fra tutte: la sistemazione dei sampietrini a piazza Venezia, dove avvallamenti e sconnessioni rappresentano un pericolo quotidiano per chi viaggia in scooter.

Qui a finire sotto accusa, oltre al Campidoglio, è anche il governo, che in questa partita ha messo pochi soldi e solo all’ultimo minuto (30 milioni per bus e metropolitane decisi il 9 ottobre), limitandosi per il resto a concedere deroghe alle scadenze di rientro dal buco nero dei bilanci cittadini. Con il risultato di tagliare fuori tutte le opere da più di un milione di euro. Una o due, forse, si sarebbero anche potute fare, ma bisognava partire a razzo quando Papa Francesco ha annunciato il Giubileo, il 14 marzo. Non esattamente lo stile della città. E neppure del governo, quando si tratta di Roma Capitale.

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Stefano Caviglia