Processo Ruby: le motivazioni della sentenza
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Processo Ruby: le motivazioni della sentenza

Non c'è prova che Berlusconi sapesse che la ragazza fosse minorenne; lo scrivono i giudici

"La conoscenza della minore eta'" di Ruby "da parte di Silvio Berlusconi" e' "circostanza non assistita da adeguato supporto probatorio". Lo scrive la Corte d'Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui a luglio ha assolto con formula piena l'ex premier dalle accuse di concussione e prostituzione minorile, in quello che prt tutti ormai è noto come il "Processo Ruby".

Le motivazioni sono state depositate stamane a Milano e firmate dal giudice relatore Concetta Locurto.

Per quanto riguarda la seconda accusa, quella legata alla presunta concussione, il giudice spiega che "Deve escludersi che (...) la costrizione mediante minaccia fosse l'unico strumento per riuscire ad ottenere l'affidamento di Karima El Marough a Nicole Minetti". Ed aggiunge che "in ordine al delitto di concussione (...) non vi e' prova della ascrivibilita' a Silvio Berlusconi di una intimidazione costrittiva nei confronti" del capo di Gabinetto della Questura di Milano Pietro Ostuni.

Sulla presunta attività prostitutiva di Ruby, il giudice spiega che: "Senza qui dilungarsi oltre sui riscontri che le intercettazioni, gli esiti delle perquisizioni e i successivi accertamenti di pg hanno fornito - scrive la Corte d'Appello nelle motivazioni - anche in ordine ad altri dettagli narrati da Karima El Mahroug, a proposito delle ingenti somme di denaro in contante e dei gioielli consegnati da Berlusconi alle ragazze partecipanti alle serate, dell'assenza di controlli sugli invitati ad Arcore, delle spese che l'imputato si accollava per la conduzione degli immobili occupati da molte frequentatrici delle serate, deve in conclusione convenirsi con il Tribunale sul fatto che sia stata acquisita prova certa dell'esercizio di attivita' prostituitva ad Arcore"

Ricordiamo che in primo grado Silvio Berlusconi era stato condannato a 7 anni mentre la sentenza d'appello lo aveva assolto per quanto riguarda l'accusa di prostituzione minorile perché "il fatto non costituisce reato" e per quanto riguarda l'accusa di concussione "perché il fatto non sussiste" 


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Andrea Soglio