Salva-precari gattopardesco
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Salva-precari gattopardesco

La bocciatura di una insegnante di italiano delle scuole Medie inferiori, precaria per oltre 20 anni, sul nuovo disegno di legge del Governo Letta

“Cambiare tutto, per non cambiare niente. Come nel Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa”. E’ così che un'ex precaria della scuola, entrata di ruolo solo pochi mesi fa, ha commentato i nuovi articoli del Ddl del governo Letta per abbattere il precariato scolastico. Susanna Garosi, tre lauree e una quarta tesi in dirittura di arrivo,  è stata precaria per quasi 20 anni. E in questi due decenni ha continuato il suo percorso di formazione e aggiornamento ma rigorosamente a sue spese.  

Il “salva precari” del governo Letta  prevede un corsia preferenziale per i precari della Pubblica amministrazione. Dovrebbe arrivare, infatti, una riserva del 50% dei posti a concorso per chi ha avuto un contratto di lavoro a termine per tre anni negli ultimi cinque, fino al 2015. Chance che, secondo i sindacati, metterebbe al riparo solo una piccola parte dei circa 150 mila lavoratori  che hanno il contratto in scadenza a fine anno.

Professoressa, che cosa ne pensa di questo disegno di legge “salva-precari”?
“Bella, bellissima iniziativa ma assolutamente impossibile da realizzare”.

Perché?
“Per un motivo semplicissimo non ci sono soldi. Quindi è impossibile inserire questi professori a ruolo. Tutto questo parlare mi ricorda il Gattopardo ovvero far cambiare tutto perché tutto resti uguale a prima. Non mi sento di essere ottimista. Non credo sia possibile per il governo Letta risolvere questa piaga che affligge il mondo della scuola ormai da decenni, senza avere i soldi. Comunque, ripeto, è sicuramente lodevole”

Lei è stata precaria per quasi 20 anni e in questi anni lei non ha mai smesso di aggiornarsi e di fare formazione…
“Certo, non ho mai smesso e l’ho fatto sempre a spese mie: dai corsi per i ragazzi dislessici alle mie specializzazioni e lauree. In questo periodo, alla scuola mancano i fondi per i corsi di aggiornamento degli insegnanti e anche per il materiale didattico. E questa non è certo una novità. Ad esempio, lo scorso anno ho fatto un corso, con la scuola, per l’utilizzo in classe delle lavagne interattive multimediali per poi scoprire, quest’anno, che la scuola non potrà comprarne neppure una perché non ha i fondi. Dunque come si può pensare di assorbire centinaia di migliaia di precari?”

Secondo lei, quanti precari entreranno effettivamente di ruolo nella scuola?
“Ad essere veramente ottimisti, io credo non più di un 30%”.

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Nadia Francalacci