Con la morte di Pino Pelosi, addio alla verità sul delitto Pasolini
ANSA
News

Con la morte di Pino Pelosi, addio alla verità sul delitto Pasolini

Condannato come unico autore dell'assassinio, malato di cancro, con lui se ne va la speranza di conoscere come andarono davvero i fatti nel 1975

Con la morte Pino Pelosi se ne va l'unica possibilità di scoprire tutta la verità sul delitto di Pier Paolo Pasolini.

La vita di Pino Pelosi

Chiamato dalla malavita romana Pino la rana, Giuseppe Pelosi aveva appena 17 anni quando la notte del 2 novembre 1975, venne fermato alla guida dell'auto di Pasolini che era stato brutalmente ucciso all’Idroscalo di Ostia.

In quell'auto furono trovate tracce del sangue del poeta ed altri indizi che portarono direttamente a Pelosi che, fermato, si assunse la responsabilità del omicidio. Il racconto fu conciso, ma non privo di buchi neri, lacune e aspetti oscuri. Il giovane infatti disse di aver opposto resistenza alle avances di Pasolini reagendo con violenza picchiando fino a uccidere.

Il caso Pasolini

Ma la bestiale aggressione apparve inverosimile consumata da parte di un ragazzino mingherlino come Pino. Fermato dalla polizia il giovane, inoltre, era stato trovato privo di tracce di sangue e fango, mentre il corpo di Pasolini appariva massacrato da una furia disumana.

La condanna di Pelosi

Nonostante tutto questo Pino Pelosi venne condannato, in un primo momento per omicidio "in concorso con ignoti" e nel 1979, in via definitiva, a 9 anni e 7 mesi di carcere come "unico autore" del delitto Pasolini.

La ritrattazione di Pelosi

Nel 2005 Pino Pelosi ritrattò la sua versione. Dal nulla spuntarono fuori che sarebbero state tre persone ad uccidere il poeta. Ma poiché una vera e propria ricostruzione definitiva dei fatti di quella notte non vi fu mai, ora con la morte di Pelosi questo vuoto resterà incolmabile.



I più letti

avatar-icon

Chiara Degl'Innocenti