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VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images
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Papa Francesco: "Che tristezza i vescovi e i preti attaccati ai soldi"

Nell'omelia in Santa Marta il pontefice si inserisce indirettamente nella discussione innescata dai due nuovi libri sugli affari del Vaticano

Con l'immagine della Chiesa messa a dura prova dalla recentissima uscita dei libri-inchiesta ("Avarizia" e "Via crucis") che raccontano gli affari e le speculazioni all'ombra del Vaticano, papa Francesco torna a ribadire uno dei messaggi cardine del suo pontificato durante l'omelia della messa in Santa Marta: "Quando la Chiesa è tiepida, chiusa in se stessa, anche affarista tante volte, non è al servizio bensì si serve degli altri", ha infatti affermato Bergoglio.

Quella triste immagine...
Proseguendo nel suo discorso ai fedeli, il Santo Padre è poi entrato nel merito dell'avidità di alcuni ministri del culto: "Nella Chiesa ci sono questi che, invece di servire, di pensare agli altri, di gettare le basi, si servono della Chiesa stessa: gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto così. E' triste dirlo, no? La radicalità del Vangelo, della chiamata di Gesù Cristo: servire, essere al servizio di, non fermarsi, andare oltre sempre, dimenticandosi di se stessi. E la comodità dello status: io ho raggiunto uno status e vivo comodamente senza onestà, come quei farisei dei quali parla Gesù che passeggiavano nelle piazze, facendosi vedere dagli altri".

L'intervista al giornale di strada olandese
Sulla stessa linea è poi l'intervista rilasciata dal Pontefice al giornale di strada olandese Straatnieuws, in cui tra l'altro si legge: "La Chiesa deve parlare con la verità e anche con la testimonianza: la testimonianza della povertà. Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone, allora questo non si può fare".

Sempre parlando con il giornale olandese, Francesco ha poi analizzato la questione dei beni posseduti dalla Chiesa: "Sì, i beni immobili della Chiesa sono molti, ma li usiamo per mantenere le strutture della Chiesa e per mantenere tante opere che si fanno nei paesi bisognosi: ospedali, scuole. Ieri, per esempio, ho chiesto di inviare in Congo 50 mila euro per costruire tre scuole in paesi poveri, perché l'educazione è una cosa importante per i bambini. Sono andato all'amministrazione competente, ho fatto questa richiesta e i soldi sono stati inviati".


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Redazione