Nuda e marchiata contro la prostituzione
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Nuda e marchiata contro la prostituzione

Provocazione choc sui muri dell'Eur a Roma

Nuda sui manifesti e con un codice a barre impresso sul seno per denunciare l'incapacità della politica locale e nazionale di far fronte a un dramma umano e sociale come quello del  commercio di esseri umani destinati al mercato della prostituzione. Un traffico che non conosce crisi e che in tutta Italia conta 9 milioni di clienti per circa 30mila tra donne, uomini e trans – tra cui 6mila sono minorenni – che esercitano il mestiere in strada o in abitazioni sotto il controllo di organizzazioni criminali che si riforniscono soprattutto nell'Est Europa e in Africa.

A decidere di metterci la faccia, anzi il corpo, è Matilde Spadaro, consigliera d'opposizione nel municipio romano dell'Eur, diventato in questi ultimi anni il quartiere a luci rosse della Capitale e dove oggi è partita la campagna “Prima di comprarla rifletti!”. “Non mi è costato poco farmi fotografare a torso nudo con un codice a barre stampato sul seno – spiega la Spadaro - ma a un certo punto, di fronte all'indifferenza di tutta la politica, ho deciso che fosse arrivato il momento di lanciare una provocazione forte”.

Perché il codice a barre?

La scelta del codice a barre nasce da un fatto realmente accaduto: una retata della polizia spagnola durante la quale sono state fermate numerose prostitute con il codice e il loro valore in euro marchiato a fuoco sulla pelle. L'ho riproposto per sottolineare la condizione di queste donne considerate esclusivamente come una merce.

Nel manifesto della campagna lei non appare in volto. Perché?

Anche le prostitute sono donne senza volto, a nessuno interessa quello. A nessuno interessa davvero proteggerle ed è per questo che mi stringo con le mie stesse braccia, perché queste sono donne che quando sono in strada, alla mercé di chiunque, possono difendersi solo con le proprie mani. Riflettere sulla condizione umana di chi si prostituisce e' il punto di partenza necessario ed imprescindibile dal quale partire al fine di affrontare ogni possibile tentativo di risoluzione del fenomeno. Ed e' giusto, secondo noi, partire proprio dall'Eur, ovvero da quel quartiere che e' diventato negli anni sempre di più il quartiere a luci rosse della capitale per lanciare la sfida al Sindaco e al Parlamento.

Perché la presenza di prostitute si è concentrata negli ultimi tempi proprio all'Eur?

La particolarità dell'Eur rispetto ad altre zone è il suo tessuto urbano e urbanistico: ci sono molte residenze anche di pregio, uffici, vaste zone verde che offrono spazi per appartarsi, un punto nevralgico di passaggio e incontro per clienti, prostitute donne, uomini, trans, scambisti.

Gli incontri avvengono direttamente in strada?

Sì, anche. Io stessa ho visto consumare un rapporto nell'area di una pompa di benzina e sabato scorso, all'1.30 di notte di fronte alla Basilica dei Santi Pietro e Paolo stanziava un folto gruppo di prostitute, giovani e sempre le stesse. I residenti della zona sono esasperati dalle urla e gli schiamazzi che non li fanno dormire per tutta la notte. E di giorno non va meglio.

Con questo manifesto lei si rivolge direttamente al potenziale cliente chiedendogli un atto di responsabilità. Aspettarsi che lo faccia chi amministra la città non serve più a niente?

Il comune di Roma ha tagliato i fondi destinate alle unità di strada; tutte le nostre proposte, come quella ultima dell'istituzione di una Ztl notturna all'Eur per controllare meglio il territorio, sono state bocciate; il Sindaco si è fatto fotografare qualche sera fa in moto mentre svolgeva una sorta di ronda antiprostituzione e cinque minuti dopo il suo passaggio era ricominciato tutto. Me lo chiedo io, ma lo chiederò presto direttamente anche a lui: a che serve?

C'è chi propone di riaprire le “case chiuse”. Lei sarebbe d'accordo?

No, perché ritengo che sia un falso mito quello della prostituta che stava bene in quella situazione. Come sono assolutamente contraria a quanto sarebbe intenzionato a fare il Comune di Roma e cioè applicare il ddl Carfagna in discussione al Senato che prevede che istituisce il reato di prostituzione su strada.

Non pensa che ciò scoraggerebbe clienti e sfruttatori?

No, penso che serva solo a mettere la testa sotto la sabbia e a favorire la prostituzione in door con le medesime logiche che governano oggi il fenomeno su strada.

La sua proposta?

Legalizzare la prostituzione al fine di far emergere il fenomeno, sottrarre le persone allo sfruttamento, incentivare un sempre maggiore livello di consapevolezza, l'auto-organizzazione sotto il controllo delle istituzioni. Allo stesso tempo introdurre finalmente l'educazione sessuale nelle scuole e studiare interventi concreti per il recupero delle vittime di tratta.

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Claudia Daconto