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'Ndrangheta, 'decapitata' la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri

I Carabinieri hanno scoperto un arsenale di armi, munizioni ed esplosivi utilizzati per intimorire commercianti ed imprenditori

Un arsenale con centinaia di armi, munizioni e soprattutto di esplosivi pronti per essere utilizzati contro commercianti restii a pagare il pizzo. Un avvertimento e poi, i gregari piazzavano l’esplosivo su ordine dei boss.

La Dda calabrese ha ricostruito il modus operanti di una delle cosche più temute nei territori di Lamezia Terme e Catanzaro, quella dei Cerra-Torcasio-Gualtieri che ormai da anni detiene un controllo asfissiante del territorio sia attraverso attività estorsive e danneggiamenti ai danni di imprenditori e commercianti che con lo spaccio di sostanze stupefacenti.

È così che martedì mattina, con un maxi blitz dei carabinieri  del Comando Provinciale di Catanzaro nell’ambito dell’operazione denominata “Crisalide” , sono stati arrestati  52 affiliati, tutti accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato e rapina.

Attentati e spaccio di droga

L'attività investigativa ha consentito di recuperare e sequestrare non solo ingenti quantitativi di armi e droga ma anche di individuare ed arrestare gli autori di numerosi danneggiamenti effettuati nei mesi scorsi per volontà dei capi cosca.

Un’operazione, quella di questa mattina che assieme a quella condotta solo cinque mesi fa, ha decapitato una tra le più feroci ndrine lamentine.   

A gennaio Operazione "Dionisio"

Solamente a gennaio, con maxi-blitz dei militari dell’Arma furono smantellate tre piazze di spaccio gestite direttamente dal clan, arrestate altre 47 persone ed oltre 70 furono quelle indagate. L’operazione era stata convenzionalmente denominata dai carabinieri “Dioniso” ed era un costola di due precedenti inchieste “Chimera 1” e “Chimera 2”, con la quale si era appurata l’esistenza della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri.

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I boss arrestati

Tra i boss che finirono in carcere anche il capo storico Nino Cerra, 69 anni, Pasquale Torcasio, 48 anni, e vari esponenti di spicco del clan Gualtieri. Nel blitz di gennaio, fu arrestato anche Sebastiano Strangio, 31 anni, elemento di spicco dei clan del Reggino.

“Siamo davanti ad una cosca pericolosa –  aveva spiegato il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri – perché l’indagine ha preso avvio dalle dichiarazioni di un testimone di giustizia tossicodipendente, minacciato da soggetti che dovevano recuperare somme di denaro”.

Ma della pericolosità e della spietatezza della ndrina Cerra-Torcasio-Gualtieri ne parlano dettagliatamente anche da alcuni collaboratori di giustizia i quali stanno consentendo di completare “uno spaccato importante, perché dal territorio sono stati tirati fuori soggetti  che costituivano pericolo costante per la sicurezza dell’area”.

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Nadia Francalacci