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Maltempo: perché le piogge abbondanti saranno la normalità

Secondo i geologi della Toscana è indispensabile una formazione per i cittadini che devono imparare a conoscere i pericoli del territorio in cui vivono

“Non è corretto imputare solo al periodo di siccità la devastazione subita dalla città di Livorno. Purtroppo eventi critici come questi saranno sempre più frequenti e saranno destinati ad avere effetti devastanti su tutto il territorio italiano”.

Per il Presidente dei geologi della Toscana, Riccardo Martelli, l’assenza di piogge e il caldo torrido che hanno caratterizzato l’estate che si è appena conclusa non sono alla base del disastro avvenuto, la notte di sabato, nella città labronica.

“Le città sono per loro natura impermeabili - prosegue Martelli - e non sono capaci di poter reagire correttamente a precipitazioni così importanti come quella avvenuta a Livorno, ovvero, 250 millimetri di acqua al metro quadrato caduti in pochissimi minuti. Anche in condizioni "normali", ovvero con una estate meno siccitosa e con un ciclo di precipitazioni nella media del periodo, avremmo registrato gli stessi identici effetti”.

Infatti, lo stesso quantitativo di acqua avrebbe avuto conseguenze completamente diverse se fosse caduta in aree non urbane. Il geologo fa l’esempio della provincia di Grosseto.  

“Solo poche settimane fa si è avuta una precipitazione altrettanto violenta, sempre sul litorale toscano ma in un’area agricola della Maremma. Lo stesso quantitativo di pioggia ha creato disagi alla circolazione stradale, ha provocato anche degli allagamenti e degli smottamenti ma non tali da causare la morte di esseri umani”.

I torrenti cementificati

Dopo le tragedie di Livorno eGenova, si tende a scaricare la “colpa” dell'inondazione sui torrenti che attraversano le aree urbane.

“Sono una realtà con la quale occorre fare i conti - continua il geologo - tutti i torrenti, tutti i fossi che attraversano le città italiane sono stati “tombati” nel corso dell’edificazione selvaggia degli anni '70 e adesso è impossibile pensare di riportarli alla luce. Questo avrebbe un costo elevatissimo da sostenere per le amministrazioni. Dunque, l’unica cosa da fare, a mio avviso, è una adeguata formazione ai cittadini”.

Perché sarà la normalità

La precipitazione che ha devastato Livorno, ancor oggi classificata come un “evento eccezionale”, secondo gli esperti, molto presto diventerà la normalità.    

“Le condizioni climatiche sono cambiate, questo è un dato innegabile, e la presenza del Mar Mediterraneo, bacino chiuso e caldo, agevolerà ulteriormente quelle precipitazioni violente che si abbatteranno anche su altre regioni e città italiane, con gli stessi effetti sul territorio registrati sabato nella città del litorale toscano”.

“Oggi più che mai è indispensabile conoscere il territorio dove si abita - precisa a Panorama.it, Monica Salvadori, referente della Protezione civile per il Consiglio dei geologi della Toscana – i codici di allerta emanati della Protezione civile sono importanti ma è altrettanto fondamentale la reazione e partecipazione dei cittadini".

“La popolazione deve essere preparata, con adeguati corsi della Protezione Civile, ad affrontare questi fenomeni violenti ed improvvisi perché saranno sempre più frequenti e alla base di smottamenti, frane e allagamenti  - continua Salvadori - purtroppo l’Italia è un paese estremamente diversificato con territori e fiumi morfologicamente e geologicamente differenti che hanno, proprio per questo, reazioni diverse alle precipitazioni piovose di questa intensità. Reazioni - conclude - che i cittadini devono conoscere per evitare di mettere in atto dei comportamenti sbagliati che potrebbero essere causa di morte”.

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Nadia Francalacci