Lavanderia Italia: riciclati 5 mila euro al secondo
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Lavanderia Italia: riciclati 5 mila euro al secondo

Criminalità organizzata, mafia e evasori. In Italia il riciclaggio di denaro sporco è pari al 10% del Pil nazionale.

Il riciclaggio in Italia? Ha un fatturato da far invidia alle più grandi multinazionali americane.  Secondo i dati della Banca d'Italia la massa di denaro riciclato nel nostro Paese  rappresenta il 10% del PIL nazionale, per una ammontare di oltre 1.500 miliardi di euro.

In sostanza, in ogni giorno l'industria del riciclaggio produce 410 milioni di euro, 17 milioni l'ora, 285 mila euro al minuto, 4.750 euro al secondo.

Un fenomeno in costante aumento, non facile da individuare, che spesso si accompagna a evasioni milionarie, truffe internazionali o ai traffici illegali delle organizzazioni criminali. Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha notificato, solo poche ore fa,  l'avviso di conclusione delle indagini nei confronti di un rappresentante legale di due società lombarde, la Rrd-Reti Televisive Digitali e la Teletex Italia. Il manager milanese è accusato di aver utilizzato fatture inesistenti per un valore di 12 milioni di euro solamente per evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto ma ad aver riciclato, con una maxi truffa internazionale con i Paesi Bassi, oltre 100 milioni di euro.

Dunque, un unico soggetto è stato in grado di  riciclare ovvero “lavare” e sottrarre al Fisco italiano, centinaia di milioni di euro.  

Avvocato Ermanno Cappa, Presidente del Centro Studi Ambrosoli, In un momento di cambiamenti epocali, di instabilità politica ed economica, la lotta al riciclaggio si rileva, più che mai, essenziale per ristabilire un’economia funzionale e stabile. Come si può combattere?

Trattandosi di un fenomeno che consiste essenzialmente nella ripulitura di denaro sporco attraverso canali legali banche, finanziarie, professionisti, si tratta di bonificare prima di tutto tali canali. Le banche,così come le finanziarie e i professionisti sono passaggi obbligati del denaro e devono imparare a collaborare al fine di fare inceppare il meccanismo della ripulitura. Si parla, a tale proposito, di "collaborazione attiva" dei destinatari della norma, senza la quale risulta obiettivamente difficile combatte il fenomeno.

A livello investigativo non è facile riuscire a ricostruire i singoli passaggi finanziari utilizzati per la ripulitura del denaro sporco e di conseguenza individuare il reato di riciclaggio…  Proprio per le sue caratteristiche, spesso è molto molto difficile individuare le singole fasi delle operazioni riciclaggio. Soprattutto è difficile riconoscerlo in tempo utile per impedire che il denaro ripulito venga ri-messo in circolazione o re-investito in attività economiche, che ne diverrebbero irrimediabilmente inquinate e che rischiano di esserlo soprattutto in momenti di crisi economica, che - di fatto - può favorire il fenomeno. E' una lotta contro il tempo: le attività economiche in cui viene reimpiegato il denaro ripulito sono di solito caratterizzate da una facciata di assoluta legalità, perlomeno formale, che rende pressoché impossibile smascherare e colpire l'origine criminosa dei fondi.

Nel suo libro “Il riciclaggio del denaro. Il fenomeno,il reato e le norme di contrasto”spiega come si può combattere il fenomeno. Ma quali possono essere i metodi più efficaci?
Esistono sostanzialmente due livelli di lotta al riciclaggio. L'uno è di tipo penalistico e, quindi, giurisdizionale: il riciclaggio, cioè, è un reato previsto dagli articoli 648-bis e 648-ter del Codice Penale; assume spesso la forma di reato "transnazionale", spetta alle autorità di polizia catturare i riciclatori e spetta alla magistratura castigarli. L'altro livello è di tipo amministrativo: la legge speciale del decreto legislativo n. 231 del novembre 2007, prevede che una serie di soggetti come banche, Poste, finanziarie, fiduciarie, casinò, mediatori immobiliari, professionisti e altri siano destinatari di specifici obblighi di collaborazione attiva e assegna alla Banca d'Italia  il compito di vigilare sul rispetto delle norme e di sanzionare, pesantemente, i trasgressori.

Lei ha parlato dell’importanza della collaborazione tra investigatori e operatori finanziari ovvero banche,  finanziarie e professionisti..  
I destinatari della legge antiriciclaggio soprattutto le banche, i casinò e i liberi professionisti, hanno il dovere di identificare i propri clienti, verificare chi sia il "titolare effettivo" del rapporto, registrare le operazioni superiori a certe somme su determinati archivi, provvedere alla formazione del personale, segnalare eventuali sospetti di riciclaggio alle autorità competenti, comunicare al Ministero dell'Economia e Finanze eventuali irregolarità riscontrate. Una su tutte, ad esempio,  la mancata apposizione della clausola di non trasferibilità su assegni pari o superiori a 1000 euro. Le sanzioni per l'inottemperanza sono molto serie. Infatti, prevedono che si possa raggiungere fino al 40% dell'importo dell'operazione, nel caso di mancata segnalazione di operazioni sospette di riciclaggio.  

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Nadia Francalacci