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ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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L'assoluzione di Ettore Ianì

Il presidente di Fidipesca Italia è stato assolto con formula piena dall'accusa di turbativa d'asta

Ettore Ianì, dopo circa quattro anni, è stato assolto con formula piena dall’accusa di turbativa d’asta.

“Un prezzo che nessuno potrà mai risarcire. Nonostante l’assoluzione con formula piena il costo che ho dovuto pagare non solo per la mia immagine e onorabilità, ma anche per il pesantissimo danno economico, al di là di quello psicologico e umano, non è quantificabile. Perché prima che la giustizia faccia il suo corso, i nemici o i finti amici spariscono, giudicandoti come reo prima di ogni conclusione”.

Così Ettore Ianì – professore incaricato presso La Sapienza di Roma, Presidente di Fidipesca Italia e ex Presidente di Legacoop Pesca – ha commentato la notizia dell’assoluzione dall’accusa di “corruzione e turbativa d’asta in quanto presidente pro-tempore di Uniprom – consorzio unitario per la promozione dei prodotti ittici.

“Gli atti contestati riguardavano un periodo nel quale peraltro non ricoprivo tale carica”, continua Ianì, ma “non mi sono sottratto ai fantasiosi teoremi della magistratura e dei media che mi hanno bollato come grande boss della pesca, facendomi entrare nella black list del sistema creditizio e bancario, tanto che non ho fatto ricorso alla prescrizione, ma al rito abbreviato”. “È stata un’odissea: questo stillicidio va avanti dal dicembre 2012 e mi ha cagionato sofferenza e dolore indicibili. Una nera solitudine che cancella le relazioni – anche quelle più strette – e ti fa convivere con l’offesa inferta”.

“Ora che è tutto finito vorrei che la magistratura facesse autocritica o –almeno- una pacata riflessione su quando continuare o fermarsi in un’indagine. L’auspicio è che i giudici inquirenti nell’accertare i reati siano sempre più sobri e asciutti evitando di emettere giudizi etici e morali estranei al loro compito e funzione”.

Perché – ora – dire che “la sentenza di piena assoluzione mi ha ridato la dignità calpestata è solo una magra consolazione. Nulla può compensare lo sfasamento traumatico fra le aspettative personali e i vincoli imposti dall’indagine”.

 “Si sono persi posti di lavoro – complessivamente oltre 200 – trascinando nel fango 37 persone innocenti, con una ricaduta politico mediatica indicibile, mentre l’imprudenza di chi ha sbagliato non verrà mai sanzionata!”.


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