Immigrazione: una strage infinita
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Immigrazione: una strage infinita

Dall'inizio dell'anno sarebbero 2500 i profughi morti mentre cercavano di arrivare in Italia

Oltre 800 morti in cinque giorni. La strage dei migranti nel Mediterraneo sembra non avere fine. "Ci sono così tanti morti che galleggiano sul mare..", sono state le parole inquietanti pronunciate dal portavoce della Marina Militare libica, dopo all’ennesima tragedia, la quinta in una settimana, che si è verificata davanti alle coste libiche.

L'ultimo naufragio è avvenuto, lunedi scorso, vicino a Tajoura, a est della capitale Tripoli. Su oltre 250 migranti appena partiti se ne sono salvati solamente 26 grazie all’intervento della guardia costiera libica. Un intervento comunque limitato perché la marina libica può contare solo su pescherecci e imbarcazioni noleggiate presso il Ministero del Petrolio. Dunque non su una flotta come quella impiegata dal Governo italiano. Non a caso domenica scorsa, è stata la Marina italiana a soccorrere un barcone a 60 miglia dalla Libia mettendo in salvo 95 migranti mentre altri 9 sono stati soccorsi al largo di Lampedusa dalla guardia costiera.
Intanto, nella giornata di lunedì, sono sbarcati nel porto di Crotone su una motovedetta della guardia costiera, 111 migranti siriani, che erano stati intercettati davanti alle nostre coste, su di un peschereccio proveniente direttamente dalla Siria.

Dal primo gennaio ad oggi sono sbarcati in Italia 125.876 migranti, di cui 9820 minori non accompagnati. Per far fronte ai problemi dell'accoglienza, Il Governo è riuscito a reperire attraverso le Regioni 19.400 posti letto, con un costo di 247 milioni all'anno.

Ecco le maggiori tragedie del mare in cui hanno perso la vita un numero ingente di migranti:

15 settembre 2014. Davanti alle coste libiche oltre 200 persone perdono la vita dopo l'affondamento del barcone sul quale tentavano di raggiungere, l’Italia, in particolare Lampedusa. All’inizio del viaggio della speranza , a bordo del barcone, c'erano 250 persone. Solamente 26 migranti sono stati tratti in salvo.
24 agosto 2014. Un barcone cola a picco a largo di Tripoli: 200 persone perdono la vita. Di quella tragedia verranno recuperati solo 20 cadaveri. Diciassette, invece, i sopravvissuti tra cui un bambino di 18 mesi, che si è salvato grazie al salvagente che indossava. La maggior parte erano di origine somala ed eritrea.

20 luglio 2014. Diciannove migranti muoiono nella stiva di un barcone per asfissia. La tragedia è avvenuta tra la Libia e Malta. L’imbarcazione, con circa 400 persone a bordo, viene avvistato da un mercantile danese. Quest’ultimo avvisa l’a autorità maltesi che a sua volta contattano quelle italiane. La Guardia costiera italiana ha inviato due motovedette: 18 naufraghi erano morti nella stiva per le esalazioni prodotte dal motore, il diciannovesimo morirà durante i soccorsi.
01 luglio 2014. Trenta morti per probabile asfissia e annegamento nella stiva del vecchio peschereccio che li doveva portare fino alle coste italiane. L’imbarcazione con 566 migranti viene soccorso dalla fregata Grecale nel canale di Sicilia.
La macabra scoperta è avvenuta a poche ore dall’arrivo nel porto di Taranto. Intanto, nelle stesse ore altri 1.171 migranti venivano sbarcati

14 giugno 2014. Un gommone si capovolge: recuperati 10 corpi. Il naufragio è avvenuto nel Canale di Sicilia a 40 miglia dalle coste libiche. Gli extracomunitari sono stati soccorsi dalla Marina militare.

12 maggio 2014. Barcone affonda a sud di Lampedusa. Gli uomini della Guarda Costiera e della Marina Militare recuperano 240 persone ma 15 sono già morti. Il barcone si è rovesciato mentre veniva monitorato dall'equipaggio di un rimorchiatore al servizio di alcune piattaforme petrolifere a 50 miglia dalle coste della Libia e a 100 miglia da Lampedusa.

12 ottobre 2013. 50 migranti morti. Dopo solo nove giorni dalla tragedia più terribile del Mediterraneo, la storia si ripete. Un barcone con 250 immigrati si ribalta fra Malta e Lampedusa. I clandestini a bordo si agitano per farsi vedere e finiscono in acqua. I migranti che erano stipati in una carretta di circa 12 metri avrebbero notato un mercantile ed hanno cercato di chiedere aiuto per essere imbarcati e trasportati in sicurezza a terra. Il barcone aveva finito il carburante ed era alla deriva da moltissime ore.

3 ottobre 2013: 395 morti. E’ la tragedia più importante, in termini numerici mai avvenuta nel Mediterraneo. E’ ricordata come la “tragedia di Lampedusa”. Un barcone libico affonda a pochissime miglia dall’isola siciliana. L'affondamento provocherà centinaia di morti. Le operazioni di recupero furono complesse e molto lunghe. Nelle prime ore furono recuperati, 194 corpi e il numero delle vittime era stimato tra i 325 e 363 individui. Poi, furono trovati altri 108 corpi, il 9 ottobre, quando fu possibile accedere alla parte interna dello scafo dell'imbarcazione poggiata sul fondo a circa 47 metri di profondità. L'11 ottobre, i corpi recuperati dal vascello aveva raggiunto i 339. Circa 50 migranti, in quel momento, erano ritenuti ancora dispersi. Le ricerche continuarono utilizzando aerei e dispositivi robotici. E’ così che furono rinvenuti altri 20 corpi il 12 ottobre, portando il totale delle vittime accertate a 366. Secondo le dichiarazioni di alcuni sopravvissuti, il barcone avrebbe avuto a bordo 518 persone; il numero risulterebbe dai conteggi dei pulmini che li portavano sul natante a Misurata. Tuttavia, la somma dei 155 superstiti e dei 366 corpi recuperati, dà un totale di 521, a cui potrebbero essere sommati un'ulteriore possibile ventina di dispersi. Secondo la testimonianza del superstite eritreo Mussiie Ghebberhiert, le persone imbarcate sarebbero state 545, in massima parte eritree.

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Nadia Francalacci