Gli oratori estivi: l'esercito dei 400.000
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Gli oratori estivi: l'esercito dei 400.000

La Diocesi di Milano con i suoi 3.000 oratori salva migliaia di genitori dalle vacanze scolastiche

Ultima campanella. La fine della scuola. Tre mesi di vacanza, ozio e divertimento. Quello che, però, per milioni di studenti è l'inizio della pacchia, per altrettanti genitori è la fine della pace. Perchè se loro - i ragazzini - di mesi di vacanza ne hanno tre; mamma e papà - a fatica - strappano un paio di settimane di ferie in barba alla crisi. E gli altri due mesi e mezzo?

Lo Stato cosa fa per venire incontro alle famiglie? Poco. I Comuni con i fondi che hanno a disposizione si organizzano come possono, ma la vera ancora di salvezza è rappresentata dagli oratori parrocchiali. Aperti dalla mattina alla sera, gratuiti e sicuri. E così in questo vuoto di iniziative 'laiche' anche famiglie non credenti e lontane dalla Chiesa si trovano nelle condizioni di non avere alternative. Il figlio durante le ore d'ufficio sta all'oratorio tra preghiere, giochi e mesaggi evangelici. I numeri, del resto, parlano chiaro.

A Milano sono poco più di 10.000 i bambini di età compresa tra i 3 anni e i 12 anni che, se iscritti e saliti sufficientemente in graduatoria, possono usufruire per una cifra che varia a seconda del reddito dichiarato sul modello Isee, dei 39 centri estivi.

I 3.000 oratori della Diocesi di Milano accoglieranno (anche grazie ai soldi del Comune) 400.000 giovanissimi studenti in libera uscita. Come si spiegano questi numeri? Panorama.it ha parlato con Don Samuele Marelli, direttore della FOM, la Fondazione Oratori Milanesi.

"L'esperienza degli oratori - ci spiega Don Samuele- ha tre peculiarità proprie. La prima è che si inserisce in un percorso di continuità con il resto dell'anno. Gli oratori sono aperti sempre e d'estate invece che chiudere moltiplicano la propria attività e diventano un luogo di riferimento per l'intera comunità. Il secondo è la consistenza e la capillarità dell'iniziativa. Il terzo è la gratuità. I 50.000 volontari che per tutta l'estate lavorano con noi agiscono grazie alla loro passione educativa e allo spirito di gruppo che guida la scelta del volontariato. C'è spazio per tutti e tutti possono darsi da fare. Dai ragazzi delle superiori che vengono a buttare un occhio ai piccoli, alle mamme che portane le torte e danno una mano a pulire, fino ai parrocchiani che dedicano qualche ora all'attività degli oratori. Questa rete comunitaria permette di rimanere aperti dalla otto di mattina alle sette di sera. Chi vuole può anche mangiare in oratorio".

Volontariato, buona volontà e spazio per tutti, ma con così tanti ragazzini non si può prescindere da un progetto educativo.

"Gratuità non significa improvvisazione. Esiste una professionalità non retribuita che è quella che regge e guida il progetto. La Diocesi, inoltre, ogni anno propone un sussidio molto completo che va dai canti ai giochi agli approfondimenti. Il tema dell'oratorio estivo di quest'anno è PassParTú - Di’ soltanto una parola”. Ogni giornata sarà dedicata a una parola speciale - la  parola-guida - che svelerà uno stile particolare di vita evangelica che  si traduce in azioni buone da mettere in pratica nel quotidiano. Ogni  giorno di oratorio estivo sarà aperto dalla scoperta di un verbo che  metterà in moto tutte le attività a tema e al centro ci sarà la  preghiera del giorno"

Quanto spazio è dedicato alla preghiera in una giornata?

Le undici ore di attività sono scandite da giochi, esperienze didattiche e preghiere. Il gioco è comunque centrale. L'oratorio rappresenta un momento di divertimento, non di catechesi. Si possono, comunque, far passare dei contenuti non solo sotto forma di preghiera, ma si può apprendere il messaggio di Gesù anche attraverso la vita di comunità. La Chiesa ha due modi per evangelizzare. Quello esplicito, attraverso la catechesi e quello implicito che filtra dando il buon esempio nelle azioni di tutti i giorni.

Vengono accolti solo parrochhiani o anche figli di famiglie che non fanno parte della comunità ecclesiastica.

L'oratorio è aperto a tutti.

Sembrerebbe l'immagine di una società ideale: tutto gratis, gente allegra e collaborativa, porte aperte. Potreste fare tutto questo senza i 500.000 euro stanziati dal Comune?

E' importantissimo il finanziamento offerto dal Comune. Ogni anno la cifra appaltata varia. Per quest'anno lo il budget non è ancora stato definito. I 500.000 euro sono quelli dell'anno scorso. Diciamo che il vantaggio è reciproco. Noi facciamo qualcosa per la comunità e in qualche modo la comunità ci aiuta. Non dimentichiamo, però, che quella cifra divisa tra tutti gli oratori diventa un introito di pohe migliaia di euro per ogni parrocchia. Viviamo in una società che tende alla solitudine. La chiesa grazie alla sua diffusione capillare nei singoli quartieri e nei paesi permette di creare quello spirito di aggregazione cristiana che manca altrove. In città ci sono 150 oratori. In tutta la Lombardia sono 3.000 e se si considera che in italia in tutto sono 6.000 gli oratori si comprende quanto la Diocesi di Milano sia attiva in questo senso.

Come mai questa disparità numerica?

Perchè gli oratori, storicamente, sono nati dalla volontà di San Carlo Borromeo che nel 1.500 è stato arcivescovo di Milano e da questa sua idea di formazione a aggregazione evangelica è nata la straordinaria esperienza degli oratori.

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Barbara Massaro