Fortuna Loffredo: l'orco era un vicino di casa
Ansa
News

Fortuna Loffredo: l'orco era un vicino di casa

L'uomo che aveva abusato più volte di lei prima di buttarla dal balcone conviveva con la madre della miglior amica della piccola

"Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Chi sa parli".

Le parole della mamma di “Chicca”, pronunciate poche ore dopo il ritrovamento il 24 giugno 2014 del corpo senza vita della sua bambina nel cortile del Parco Verde di Caivano, alla periferia di Napoli, a rileggerli adesso, fanno venire i brividi. L’orco era davvero nel palazzo, abitava a poche centinaia di metri dalla sua abitazione. E frequentava assiduamente insieme alla compagna il settimo piano del palazzo, dove spesso si fermava a dormire a casa della nonna materna Doriana, 8 anni, la  miglior amica della piccola Fortuna, nonché figlia di Marianna Fabbozzi, la donna che il 28 aprile 2013  perse il suo bambino di 3 anni, Antonio Giglio, precipitato anche lui,  proprio come Fortuna, dal balcone dello stesso palazzo del parco Verde di Caivano. Anche lui con segni di violenza sul corpo.

All’appello disperato della madre della bambina uccisa, nessuno ha mai risposto, in quello stabile. Lo stupratore e assassino ora però ha un nome, si chiama Caputo Raimondi, ha 46 anni, si trova in carcere dalla fine del 2015 per abusi sessuali sessuali nei confronti di un minore. Era il convivente di Marianna Fabbozzi, arrestata anche lei oggi, perché sospettata di averlo coperto, nel caso di Fortuna, ma anche nel caso della morte di suo figlio Antonio.  C'è da capire se la nonna - dove andava a giocare la piccola Fortuna - sapesse o sospettasse qualcosa.

L'omicidio di Chicca
Era da poco trascorso mezzogiorno, quando la bambina, Fortuna Loffredo, chiese alla mamma di poter andare a giocare con una sua amichetta che frequentava un appartamento al piano superiore del palazzo, dove viveva la nonna materna, la madre della Fabbozzi.  Il corpicino di Chicca fu trovato, poche ore dopo, completamente vestito ma senza una scarpina, proprio davanti allo stabile dove la bambina abitava. L’autopsia stabilì che aveva subito abusi sessuali.


Fin dall'inizio il sospetto della Procura fu quello che la piccola Fortuna fosse rimasta coinvolta in un giro di pedofilia. Il fatto che solo un anno prima, sempre dallo stesso palazzo e sempre dallo stesso balcone, era precipitato anche il piccolo Antonio, di 3 anni, anche lui ritrovato senza la scarpina destra, aveva subito allarmato gli investigatori, che però si erano ritrovati davanti un muro di omertà da parte degli adulti.  A mettere gli investigatori sulla pista giusta, sono stati altri bambini abusati, almeno quattro, tra cui - pare - anche gli altri due figli di Marianna Fabbozzi, dopo essere stati affidati ai servizi sociali. "Emerge un quadro in alcuni quartieri periuferici di Napoli dove l'infanzia è completamente abbandonata: tutte le istituzioni devono farsene carico" ha detto il procuratore capo nella conferenza stampa.

Un giro di pedofilia al Parco Verde
Restano ancora molte domande. Chicca e Antonio erano al centro di un giro di pedofilia che aveva coinvolto anche altri bambini del Parco Verde? Quanti esattamente? Da quanto tempo continuavano gli abusi? Ed è lecito credere che solo Raimondi e la convivente Marianna Fabbozzi erano coinvolti negli abusi? Che solo sapessero?


Le indagini della procura partenopea hanno potuto appurare, perora, che altri quattro bambini del Parco Verde sono stati vittime di violenze sessuali proprio all’interno di quello stabile. Era l'atroce sospetto che Domenica Guardato, la madre della bambina, aveva avuto immediatamente, comunicandolo agli investigatori due anni fa.  

Fin dai primi sopralluoghi con i consulenti della difese – dichiara a Panorama.it,Angelo Pisani, legale dei nonni di Chicca – era emersa con chiarezza l’ipotesi di un atroce movente a sfondo sessuale. Oggi finalmente arriva giustizia grazie al lavoro della procura di Napoli Nord”. “Adesso la giustizia non deve avere pietà - conclude l’avvocato Pisani – è nostro dovere salvare altri bambini. Lo dobbiamo alla memoria di Fortuna Loffredo”.

L'assassino e la mamma del piccolo Antonio
Raimondo Caputo era già in carcere da mesi, con l'accusa di aver perpetrato violenza sessuale sulla figlia di tre anni della sua convivente Marianna Fabbozzi, finita allora ai domiciliari.

"Sono sempre stata sicura che fossero stati loro, l'ho sempre detto. Forse si è perso troppo tempo, due anni. Io l'ho detto da quel giorno. Mia figlia amava la vita, non poteva essersi buttata giù. L'ho sempre saputo che era stata uccisa".

Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna, lo ha sempre detto agli investigatori, da quel 24 giugno 2014. "Lui non l'ho mai incontrato, ma a lei l'ho chiesto e ha sempre negato - dice Domenica - lei è malata e c'è anche un'altra persona che sapeva tutto, la mamma di quella donna. Qui c'è un altro bimbo morto come Fortuna, il piccolo Antonio. Cosa dicono quei due del piccolo Antonio, cosa? Marciscano in galera".

 

ANSA/CESARE ABBATE
Domenica Guardato, la madre della piccola Fortuna, apprende la notizia dell'arresto del pedofilo che ha ucciso sua figlia

I più letti

avatar-icon

Nadia Francalacci