Fisco: nel 2012 sottratti allo Stato 41 miliardi di euro
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Fisco: nel 2012 sottratti allo Stato 41 miliardi di euro

Solo 900 milioni però sono stati recuperati dalla Guardia di Finanza. Il resto, dove va a finire?

28 miliardi di euro non denunciati e 13 miliardi quelli finiti all'estero. Totale? 41 miliardi di euro sottratti allo Stato nel 2012.

Secondo i calcoli della Guardia di Finanza, in dodici mesi, tra contribuenti inesistenti, scontrini fiscali mai “battuti”, residenze fittizie in Paesi esteri e transfer pricing, ovvero, il trasferimento della tassazione su rami esteri di grandi aziende multinazionali, allo Stato italiano sono stati sottratti i soldi di una intera manovra finanziaria. Anzi, di più.

Ma il dato altrettanto scoraggiante che si accompagna alla maxi sacca di evasione è data dalla somma confiscata ovvero recuperata grazie all’operato della Guardia di Finanza: 900 milione di euro. Davvero una piccolissima parte a fronte dell’immenso patrimonio sottratto.    

Nel corso di questo anno le verifiche delle Fiamme gialle hanno consentito di scoprire 7.500 evasori totali che sono stati in grado di nascondere al Fisco bel 28 miliardi di euro, 7 miliardi in più rispetto allo scorso anno. A questa cifra si devono aggiungere i 600 milioni di euro sottratti all'Iva attraverso le cosiddette “frodi carosello” ovvero società fittizie, inesistenti.

Ma il 2012 ha visto anche l’incremento degli “spalloni”, di coloro che trasferiscono illegalmente denaro contante nei paradisi fiscali. I controlli della Finanza effettuati alle frontiere hanno permesso di accertare 2.180 violazioni per un valore di circa 102 milioni di euro e di sequestrare denaro e titoli per 44 milioni di euro. Spicciolo più, spicciolo meno.

Professore Ranieri Razzante, docente di legislazione antiriciclaggio nell'Università di Bologna e consulente della Commissione parlamentare antimafia, nel 2012 l'attività della Guardia di Finanza ha recuperato solamente "900 milioni di euro a fronte di un "buco" stimato di 41 miliardi di euro. Quali sono i limiti legislativi al recupero delle somme sottratte al Fisco?

“Vi sono limiti derivanti semplicemente dall’applicazione delle regole sul procedimento tributario. Ovviamente il garantismo è d’obbligo, ma consentire che il recupero delle somme debba avvenire, in taluni casi, dopo tre gradi di giudizio è una follia. Ricordiamo che la confisca è provvedimento provvisorio, contro il quale i ricorsi ovviamente sono quasi automatici, bloccando il passaggio al “sequestro”, cioè la materiale apprensione delle somme da parte dello Stato. La meritoria opera della Guardia di Finanza rischia quindi  di essere vanificata dalla burocrazia legislativa e giudiziaria. Fermo rimanendo, sia chiaro, che prima di procedere al sequestro di patrimoni bisogna accertare l’illecito e la giustezza dei calcoli dell’amministrazione finanziaria. E pagare sanzioni non fa piacere a nessuno, tantomeno agli evasori”

Tra pochi mesi gli italiani saranno chiamati alle urne e tra i cavalli di battaglia di tutti gli schieramenti politici c'è la lotta all'evasione fiscale. Come esperto, che cosa dovrebbe fare il nuovo governo, in "sole" tre mosse, per combattere concretamente l'evasione fiscale?

Snellire le procedure di accertamento, conferendo poteri all’Amministrazione finanziaria ed alla Guardia di Finanza di rendere effettivamente indisponibili i beni e le somme che si pretendono essere rivenienti da reati fiscali; prevederepiù poteri ai giudici tributari (le commissioni) di sanzionare anche in primo grado, con provvisoria esecutorietà della pena, le violazioni in tema di imposte; abolire le diverse forme di “patteggiamento fiscale” presenti nella legislazione, in modo che in genere a chi viene accertato 100 non possa alla fine cavarsela pagando il 50% o meno”.

Sono aumentate le segnalazioni al 117 da parte di cittadini stufi di non vedersi stampare fatture e scontrini e che chiedono pene certe per coloro che evadono ovvero la detenzione in carcere. Quanto potrebbe essere efficace, in Italia, applicare una legge che condanna al  scontare in cella il reato di evasione?. In alcuni paesi europei questo accade già...

“La sanzione del carcere è un deterrente senza alcun dubbio. L’identikit dell’evasore fiscale è, più di ogni altro, di colui che non avrebbe piacere a non poter continuare a godere delle comodità e del lusso che può permettersi evadendo”.

Residenze estere e "transfer pricing". Anche queste sono tra le piaghe più importanti dell'evasione riscontrata dalle fiamme gialle. Come dovrebbe essere cambiata la legislazione?

“La residenza all’estero deve portare alla tassazione in Italia dei proventi ivi prodotti, in misura concorrente o residuale rispetto a quanto già il contribuente paga nel paese dove vive (o dichiara di vivere), ma senza sconti alcuni. Va creato questo automatismo, che oggi invece deve essere provato – se fatto in modo fraudolento .- dalla Guardia di finanza o dall’Agenzia delle entrate. Inoltre, per quanto riguarda le società, anche se la sede legale viene insediata all’estero, la tassazione deve avvenire in Italia se non si dimostra di avere una plausibile giustificazione commerciale e produttiva dell’esterovestizione. Va poi ridimensionata la possibilità delle compensazioni dell’iva con società estere, e, su questo, le convenzioni internazionali debbono essere rese effettive e non solo nominali da parte dei governi stipulanti. Un passo della Ue, poi, sarebbe auspicabile in maniera definitiva”.

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Nadia Francalacci