Farmaci antitumorali rubati, sgominato un business pericoloso per i pazienti
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Farmaci antitumorali rubati, sgominato un business pericoloso per i pazienti

I medicinali venivano sottratti in Italia e rivenduti all'estero, ma non erano adeguatamente conservati. Sono stati somministrati a malati oncologici

Saccheggiavano le farmacie degli ospedali per poter rivendere i farmaci nel Nord Europa. Nel mirino di un'organizzazione criminale individuata e sgominata questa mattina dai Carabinieri del Comado provinciale di Ferrara, i farmaci antitumorali.

Erano proprio questi medicinali costosissimi al centro del business milionario ideato da una banda specializzata, composta da 18 persone residenti in varie città d'Italia. Il gruppo era riuscito a creare un mercato illegale che collegava l’Italia aiPaesi Scandinavi, alla Gran Bretagna e anche ad altri Paesi extraeuropei.

“La banda effettuava prima diversi sopralluoghi per accertarsi dell’ubicazione precisa della farmacia all’interno dell'ospedale- spiega a Panorama.it il colonnello Andrea Desideri, comandante del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Ferrara – una volta appurato se si trovasse nel seminterrato oppure no, se vi erano sistemi di vigilanza o telecamere, procedevano con il furto. Sempre effettuato durante le ore notturne”.

Ad essere saccheggiate dei medicinali in gran parte selezionati tra quelli a costo elevato e destinati al trattamento di patologie oncologiche e croniche, 13 farmacie in diverse zone dell’Emila Romagna.

Farmaci rubati e destinati al Nord Europa

“L’inchiesta che è iniziata nel gennaio del 2014 a seguito di un furto in due farmacie di altrettanti nosocomi della provincia di Ferrara, ci ha permesso di ricostruire dopo aver individuato gli autori materiali, l'intero organigramma dell’organizzazione e i ruoli che ognuno dei suoi componenti ricopriva" continua il comandante Desideri. "C’era chi eseguiva il furto ma anche chi si occupava della logistica e di individuare i depositi per occultare il materiale rubato così come chi di trasferirlo all’estero”.

Infatti l’organizzazione aveva ideato, attraverso la creazione di società fittizie all’estero, una triangolazione di fatture false che permetteva di “riciclare” i farmaci che essendo tracciati, in quanto destinati a strutture pubbliche ospedaliere, non erano facilmente ricollocabili sul mercato.

Il valore dei farmaci rubati e “rivenduti” dalla banda supera i 2 milioni e mezzo di euro. 

Medicinali costosi che occupano poco spazio

“I criminali rubavano prevalentemente confezioni di medicinali oncologici il cui valore oscillava tra i 1000 e i 1.500 euro – precisa a Panorama.it, il capitano Umberto Geri, Comandante dei Nas di Bologna – in quanto davano loro maggiori guadagni e la possibilità di ricollocarli con molta facilità in un mercato la cui richiesta è in continuo aumento, a prezzi concorrenziali. Ma la banda non aveva preso di mira solamente i farmaci classificati come categoria “H” , ovvero quelli ospedalieri, ma anche quelli da banco. Tra gli arrestati infatti anche ex rappresentati e grossisti farmaceutici che con la compiacenza di alcuna farmacie del Nord Italia, ripulivano la merce rubata rivendendola direttamente ai consumatori”.

Oltre al danno la beffa

“Purtroppo questa inchiesta, oltre al danno economico per il Servizio Sanitario Nazionale, ha portato alla luce un aspetto davvero inquietante- continua il comandante Geri- ovvero che questi farmaci venivano rivenduti e somministrati senza essere stati adeguatamente conservati”.
In sostanza, la banda si preoccupava di rubare le confezioni ma non di conservarle negli appositi frigoriferi o comunque alle temperature adeguate.

“Se questi farmaci non vengono conservati alle temperature previste- conclude il capitano – il principio attivo diventa inefficacie o peggio ancora dannoso con conseguenze che su malati oncologici sono facilmente immaginabili”.
Le misure cautelari che sono state emesse dal Gip su richiesta della Dda di Bologna hanno interessato varie località da Nord a Sud Italia: dalla Campania al Piemonte, dalla Lombardia alla Liguria. Al centro delle perquisizioni anche le città di Napoli, Salerno, Caserta, Genova, Torino, Asti e Brescia.

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Nadia Francalacci