Euro falsi, così i soldi stampati a Napoli hanno invaso il mondo
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Euro falsi, così i soldi stampati a Napoli hanno invaso il mondo

Il 90 per cento delle banconote contraffatte in circolazione è stato stampato all'ombra del Vesuvio

A un tedesco rifilarono persino una banconota da 300 euro, taglio mai esistito. Con la stessa insolente audacia di chi tenterebbe di vendere a uno scozzese una bottiglia di rosolio rubata dalla credenza della nonna e spacciata per whisky di malto. Somiglia a una barzelletta fondata su luoghi comuni antichi e saccheggiati di continuo dal cinema e della letteratura. Invece è solo uno dei risvolti di una realtà ben più seria emersa dalle indagini dei carabinieri che hanno smascherato una rete, la Napoli Group, che ha inondato l'Europa e il mondo di banconote e monete false tanto da mettere in allarme la Bce.


Undici le organizzazioni scoperte, ciascuna con compiti specifici: dallo stoccaggio al trasporto alla spendita al minuto delle banconote. Una indagine dai grandi numeri quella coordinata dalle procure di Napoli e Santa Maria Capua Vetere (il procuratore aggiunto Filippo Beatrice e i pm Giovanni Conzo e Gerardina Cozzolino) e condotta dai carabinieri dei comandi provinciali di Napoli e Caserta e del Nucleo falsificazioni. Gli investigatori hanno individuato una stamperia clandestina ad Arzano (Napoli) e una zecca a Gallicano (Roma). In due anni sono state arrestate in flagranza una trentina di persone e sono stati raccolti gli elementi che hanno convinto il gip Dario Gallo a firmare le ordinanze cautelari: 29 arresti in carcere, 10 ai domiciliari, 12 di ieri di dimora e cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.


È stato calcolato che alla sigla Napoli Group - diverse organizzazioni, ciascuna autonoma - è riconducibile addirittura il 90 per cento dell'intero traffico mondiale di euro falsi, come ha sottolineato il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo. L'indagine, che si riferisce al biennio 2012-2013, si è avvalsa di intercettazioni telefoniche che documentano l'esistenza di un ricco vocabolario di parole in codice con i quali i falsari comunicavano nella convinzione di mascherare l'attivita': ''Cosariello", "ambasciata", "l'americano" (per indicare il dollaro); le monete, in particolare, venivano indicate come "scarpe", "pavimenti", "cartoline" e "gnocchi".

Denaro ma non solo: falsificavano anche Gratta e vinci e marche da bollo. Il "Napoli group" aveva ottenuto ''il controllo completo del mercato internazionale mediante la distribuzione di rilevanti quantitativi di denaro falso immesso in Italia e in ogni parte del mondo", hanno spiegato gli inquirenti. Francia, Spagna, Germania, Romania, Bulgaria, Albania, Senegal, Marocco, Tunisia e Algeria sono i paesi finiti nel mirino di Napoli Group. In due anni sono state sequestrate 5.500 banconote e monete false di vario taglio per un milione di euro. Nell'inchiesta è stata coinvolta anche Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna vittima di abusi, morta (forse uccisa) dopo essere caduta da un balcone a Caivano. Per lei è stato disposto il divieto di dimora a Caivano. Avrebbe acquistato consistenti quantità di banconote contraffatte da Giuseppe Manzo, un vicino di casa, arrestato questa mattina. Soldi che avrebbe rivenduto ad ad acquirenti abituali che provvedevano a spenderle in negozi e supermercati. Nel pomeriggio ha dovuto lasciare il Parco Verde di Caivano. (Ansa)

Le operazioni di sequestro

Un frame da un video dei Carabinieri riguardante l'operazione condotta dai Carabinieri di Napoli e Caserta, che ha portato allo smantellamento della banda di falsari 'Napoli Group', 26 novembre 2014. ANSA / US CARABINIERI

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