È morto Elio Toaff, ex rabbino capo di Roma
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È morto Elio Toaff, ex rabbino capo di Roma

Coprì la carica dal 1951 al 2001. Partigiano in Versilia, per tutta la vita una figura fondamentale per la società italiana. Avrebbe compiuto 100 anni il 30 aprile

L'ex rabbino capo di Roma Elio Toaff è morto domenica sera nella Capitale.
Avrebbe compiuto 100 anni fra pochi giorni.
Elio Toaff era nato a Livorno il 30 aprile del 1915 e fu avviato agli studi rabbinici dal padre Alfredo Toaff, rabbino della città.
È considerato in modo unanime una delle massime autorità spirituali e morali ebraiche dell'Italia nel secondo dopoguerra.
I funerali si svolgeranno lunedì pomeriggio a Livorno.

"Piangiamo in queste ore la scomparsa di un uomo straordinario. Un punto di riferimento, un leader, una guida spirituale in grado di segnare il suo tempo e il tempo delle generazioni che ancora verranno. I gesti e gli insegnamenti che hanno caratterizzato il magistero e la lunga vita del rav Elio Toaff rappresentano infatti uno dei momenti più alti nella storia, non solo dell'ebraismo italiano ma dell'intera nazione. Grazie Rav per tutto quello che hai fatto e rappresentato. La tua lezione non sarà dimenticata. Che il tuo ricordo possa essere di benedizione per tutti noi". Così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nel commentare la scomparsa di Elio Toaff.

Figura indelebile, per tutta la società italiana
Elio Toaff non è stato solo un grande rabbino italiano ma una figura indelebile della storia patria. 

E ha inciso nel profondo il dialogo tra ebrei e cristiani fin dai tempi della sua vicinanza con Giovanni XXIII per il quale pregò da ebreo nei momenti finali della vita del papa.

L'incontro con Giovanni Paolo II
Una delle immagini più potenti che segnano il rapporto tra le due fedi è stata quella che ritrae Toaff vestito con i paramenti bianchi della tradizione accogliere nella Sinagoga di Roma papa Giovanni Paolo II il 13 aprile del 1986: la prima volta di un pontefice in un Tempio ebraico.

Di quell'incontro scrisse più tardi: "Insieme entrammo nel Tempio. Passai in mezzo al pubblico silenzioso, in piedi, come in sogno, il papa al mio fianco, dietro cardinali, prelati e rabbini: un corteo insolito, e certamente unico nella lunga storia della Sinagoga. Salimmo sulla Teva' e - raccontò - ci volgemmo verso il pubblico. E allora scoppiò l'applauso. Un applauso lunghissimo e liberatorio, non solo per me ma per tutto il pubblico, che finalmente capì fino in fondo l'importanza di quel momento...".

Ma ci fu un punto in cui quel tributo divenne "irrefrenabile" e fu - aggiunse Toaff - "quando il papa disse: 'Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire, i nostri fratelli maggiori'".

Un momento storico per un uomo di fede come lui che per 50 anni è' stato rabbino capo della Comunita' ebraica di Roma, la più numerosa d'Italia.

Nato il 30 aprile del 1915 a Livorno, figlio del rabbino capo della città, Toaff era laureato in legge e in teologia all'Università di Pisa dove ottenne anche il titolo di rabbino maggiore. Nel 1941, nel pieno delle leggi razziali, andò a dirigere la Comunità ebraica di Ancona; due anni dopo, nel 1943, raggiunse i partigiani in Versilia.

Catturato dai tedeschi - che poco dopo avrebbero compiuto la strage di Santa Anna di Stazzema - riuscì a scampare all'eccidio. Alla fine della guerra fu nominato rabbino capo di Venezia, dove divenne anche docente di Lettere ebraiche all'Universita' Ca' Foscari. A Roma arrivo' nel 1951 raccogliendo l'eredità di un altro grande rabbino capo della capitale, David Prato. Lì trovò una comunità travolta dalla persecuzioni, che aveva subito la grande razzia del 16 ottobre del 1943 e che era stata decimata nei campi di sterminio nazista.

Per 50 anni è stato la massima autorità religiosa degli ebrei romani, figura di primo piano dell'ebraismo italiano ma anche della vita sociale della nazione. Toaff, a detta di molti, era un uomo schietto, affabile e al tempo stesso molto legato ai principi della normativa religiosa ebraica.
Figura, fin dalla sua nomina, amatissima dalla comunità romana che spesso lo omaggiava quando passeggiava in 'Piazza', come gli ebrei romani chiamano il cuore del Ghetto.

Toaff ha lasciato la sua carica l'8 ottobre del 2001 a 86 anni: fu lui stesso ad annunciarlo quel giorno al termine delle preghiere in Sinagoga. Un annuncio che commosse e colpì non solo gli ebrei romani ma l'intero ebraismo italiano.

Alla sua autorevolezza, alla sua umanità e alla sua dottrina rese omaggio anche papa Ratzinger.

La visita di Ratzinger
Nel gennaio 2010, nella seconda visita di un pontefice ad un tempio ebraico, Benedetto XVI, prima di entrare in Sinagoga - dove l'attendeva il successore di Toaff, Riccardo Di Segni - il papa si fermò davanti la casa dell'oramai rabbino emerito di Roma dove ci fu l'incontro tra i due. Vedovo da molti anni di Lia Luperini, Toaff ha avuto quattro figli.

Per molti anni Toaff è stato direttore del Collegio rabbinico italiano, dove si formano i futuri rabbini e anche, molto a lungo, presidente del Tribunale rabbinico di Roma. Una raccolta di firme fu promossa anni fa dal segretario confederale della Uil Paolo Pirani per chiedere all'allora presidente Ciampi la nomina a senatore a vita.

Wikimedia Commons
Elio Toaff alla Marcia per la pace, Roma 1985

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