Cuba-Usa: quattro "assi nella manica" dietro il successo del Papa
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Cuba-Usa: quattro "assi nella manica" dietro il successo del Papa

I cardinali Parolin, Stella e Ortega y Alamino, più l’arcivescovo Becciu: i quattro «esperti» che hanno favorito la mediazione vaticana

Con il successo riconosciuto in diretta mondiale dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e da quello cubano, Raoul Castro, per la mediazione condotta in questi mesi, la diplomazia vaticana torna allo splendore di un tempo. Dietro la riapertura dei rapporti diplomatici tra i due Paesi c’è l’impegno concreto di Papa Francesco, che ha scritto ai due capi di Stato e, nei mesi di ottobre, ha persino ospitato in Vaticano l’incontro tra due delegazioni.

I quattro "uomini d'oro"
Ma non è solo "farina del sacco" di Bergoglio. Dietro questo successo ci sono quattro "assi nella manica", cioè quattro "esperti" molto vicini al Papa, che hanno sollecitato l’intervento di Francesco e lo hanno consigliato. Il primo è l’arcivescovo de l’Avana, il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, uno dei grandi elettori del pontefice argentino. Fu lui, all’indomani del conclave, a rendere noto al mondo il discorso tenuto da Bergoglio che impressionò così tanto i cardinali da far propendere immediatamente per il suo nome. Francesco ha raccolto l’appello del cardinale Ortega a intervenire per far cessare l’embargo che strangola la popolazione cubana.

Il secondo "asso nella manica" di Bergoglio è stato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che è stato nunzio nel Venezuela di Hugo Chavez e conosce molto bene i rapporti con Cuba, così come le difficoltà di quelle popolazioni.
Il terzo asso è il cardinale Beniamino Stella, oggi prefetto della Congregazione per il clero, ma in passato nunzio a Cuba. E’ uno dei porporati più ascoltati e amati da Francesco e naturalmente anch’egli conosce benissimo la situazione dell’isola. Quarto asso nella manica è un altro dei più stretti collaboratori del pontefice, un arcivescovo che il Papa vede praticamente tutti i giorni: monsignor Angelo Becciu, sostituto alla segreteria di Stato, anch’egli nunzio a Cuba durante il pontificato di Benedetto XVI. Fu lui ad organizzare la storica visita di Ratzinger nel 2012.

Stavolta arriverà il Nobel per la pace?
Duplice la valenza dell’intervento di Francesco per la riapertura dei rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Cuba: una umanitaria, per venire incontro alla popolazione in difficoltà per l’embargo che dura da decenni, l’altra in una prospettiva di pace internazionale, per cercare di risolvere le situazioni di crisi più critiche.

Un’azione che, c’è da giurarci, rilancerà la candidatura di Papa Francesco al Nobel per la pace anche l’anno prossimo. Ed è il più bel regalo di compleanno per il pontefice che il 17 dicembre ha compiuto 78 anni. E si può anche immaginare che se nel 2015 Francesco si recherà in Messico e Centro- America, una tappa potrebbe essere a L’Avana.

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Ignazio Ingrao

Giornalista e vaticanista di Panorama, sono stato caporedattore dell’agenzia stampa Sir e diretto il bimestrale Coscienza. Sono conduttore e autore della trasmissione A Sua Immagine su RaiUno

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