Crociere, la sicurezza è low cost?
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Crociere, la sicurezza è low cost?

"Sono navi sicure", dicono gli armatori. Che, dopo la Costa Concordia, cambiano le procedure di informazione

“La sicurezza delle navi da crociera non deve essere messa in dubbio”. Neanche dopo il naufragio della Costa Concordia. Roberto Martinoli, "delegato per l’Italia di CLIA (Cruise Lines International Association) ed ECC (European Cruise Council)", la principale associazione mondiale del settore crocieristico, ci tiene a precisarlo.

Nonostante il boom delle crociere per l’estate  2012, l’associazione che raggruppa le più importanti compagnie di navigazione del mondo dalla Carnival alla Msc, dalla Costa Crociere alle Grandi Navi veloci, vuole dissipare qualsiasi ombra che potrebbe anche solo offuscare la solidità dei giganti del mare. Perché?

“La crescita record nel settore delle crociere registrata negli ultimi anni è andata di pari passo con una implementazione del comparto sicurezza che ha riguardato sia aspetti tecnico-progettuali delle imbarcazioni che il personale di bordo” spiega a Panorama.it, Martinoli.

L’ultima novità  in tema di sicurezza richiesta e ottenuta dall’associazione  dopo il naufragio della Costa Concordia, infatti, riguarda proprio l’attività informativa sulla sicurezza a bordo delle navi destinata ai passeggeri. E fino ad oggi effettuata dal personale di bordo entro le 24 ore dall’imbarco. In sostanza con  il Passenger Muster Policy, il Clia ha ottenuto che  gli operatori di tutti gli stati membri siano obbligati ad  informare i passeggeri su come comportarsi a bordo in caso di emergenza, prima di salire sulla nave.

Ma le navi da crociera sembrano, di anno in anno, “lievitare”:  sempre più grandi, sempre più accessoriate, ridondanti di cabine, centri benessere che si affacciano su una miriade di corridoi nei quali circolano costantemente oltre 4 mila passeggeri. Come può essere garantita la sicurezza di così tanti esseri umani in strutture così imponenti?  

Il settore ha rivisto completamente l’urbanistica delle navi ovvero la progettazione e realizzazione della cabine ma anche dei corridoi e delle uscite di sicurezza, rendendo gli ambienti ancor più sicuri- prosegue Roberto Martinoli - ad esempio, a bordo di queste imbarcazioni non esistono più corridoi “ciechi”, ovvero senza via d’uscita, ma sono tutti progettati e realizzati in modo da rendere agevole un’eventuale fuga in direzione dei punti di ritrovo per l'evacuazione della nave”

Il Clia, dopo l’incidente all’isola del Giglio, ha sottoposto al Comitato per la Sicurezza Marittima dell’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) una richiesta di revisione della Convenzione Internazionale SOLAS (Safety of Life at Sea) in materia di registrazione degli incidenti marittimi gravi. Una richiesta fondamentale che andrebbe a colmare un “gap” importantissimo per il settore marittimo.

Ad oggi infatti non esiste un data base pubblico e accessibile in grado di archiviare i dati di tutti gli stati membri per le tipologie di incidente previste. E tra questi  anche quelli considerati “very serious” con perdita di vite umane e delle imbarcazioni. Come ad esempio il caso Costa Concordia.

Aumentano le dimensioni, aumentano anche i costi di manutenzione di queste imbarcazioni mentre diminuiscono incredibilmente i prezzi dei soggiorni “all inclusive”. Come è possibile? E quanto incide la manutenzione nel bilancio di una società di navigazione?

“Non molto. I costi di manutenzione di una nave non sono elevati e certamente non tali da dover  costringere una società a risparmiare sulla sicurezza dei propri mezzi. La manutenzione di una nave da crociera è pari a l’1-2% del valore stesso dell’imbarcazione. Insomma, ad una compagnia di navigazione costa mediamente 10 milioni di euro l’anno”.

Le compagnie del settore aereo per poter essere concorrenziali e fidelizzare il cliente con tariffe sempre più convenienti, risparmiano sulla manutenzione degli aeromobili installando a bordo pezzi di ricambio contraffati o non certificati. Esiste un mercato parallelo dei pezzi di ricambio destinati alle imbarcazioni  da crociera che potrebbero minare la loro sicurezza?

“Certamente esiste un mercato parallelo di pezzi e ricambi non conformi o contraffatti e tutti gli operatori del settore ne sono a conoscenza. Ma le nostre aziende utilizzano solo ricambi certificati e di provenienza sicura”          

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Nadia Francalacci