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Chi era Fernando Pucci, l'ultimo "compagno di merende"

Il ricordo dell'investigatore Davide Cannella che lo ascoltò per ricostruire la notte del duplice omicidio nella piazzola degli Scopeti

“Un soggetto con evidenti problemi psichici. Eppure quando depose in aula, durante il processo sul mostro di Firenze, la sua fu considerata una testimonianza-chiave”.

A ricordare Ferdinando Pucci, ultimo dei "compagni di merende" con Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, è Davide Cannella, investigatore privato della Falco investigazioni di Lucca, incaricato, all’epoca, dall’avvocato di Giancarlo Lotti, Nino Filastò, di fare luce sulla posizione del suo assistito.

Fernando Pucci, definito teste "alfa" nel codice degli inquirenti, è morto in un ospizio di San Casciano, Firenze, a 86 anni. Il decesso avvenuto per cause naturali il 25 febbraio, è stato reso noto ieri solamente a funerali avvenuti.

Con la sua testimonianza sul duplice omicidio degli Scopeti nel 1985, Pucci confermò il racconto di Lotti, il "pentito", che stimolò le indagini e che dal 1995-96 seguirono la tesi del "team omicida".

Benché fosse stato dichiarato oligofrenico nel 1983, Fernando Pucci fu comunque ritenuto attendibile nelle testimonianze processuali.

Dottor Cannella, lei ha seguito le vicende del mostro di Firenze prima come carabiniere e poi come investigatore privato. Che ricordo ha di Ferdinando Pucci?
Goffo, basso, ricurvo su se stesso, con uno sguardo assente, stralunato, tipico dei soggetti oligofrenici con difficoltà mnemoniche. Pucci si presentò così, nell’aprirmi la porta della sua casa vicino San Casciano. Ero andato a chiedergli se fosse veramente stato assieme a Giancarlo Lotti nella piazzola degli Scopeti la notte dell’ottobre 1985 e quale auto avessero utilizzato per arrivarvi, se la Fiat 128 rossa, riconosciuta da testimoni, oppure una Fiat 124 blu. Questo era un dettaglio importantissimo. All’epoca avevo lasciato l’Arma dei Carabinieri e lavoravo come investigatore privato. Il mio compito era quello di ricostruire quale fosse stato, quella drammatica notte, il ruolo di Lotti. E Lotti aveva tirato in causa anche Pucci. Ecco perché mi ritrovai ad ascoltarlo.

Ma quale era il rapporto tra Lotti e Pucci?
Erano entrambi frequentatori di prostitute. Pucci non era sposato e spesso si ritrovavano per passare dei pomeriggi o comunque delle ore in compagnia di donne a pagamento.

Pucci confermò la presenza di Pacciani e Vanni a Scopeti e disse di aver visto Pacciani con la pistola su un lato della tenda dei francesi, Vanni con un coltello su un altro lato, e che Pacciani e Vanni minacciarono lui e Lotti di andarsene per non essere uccisi a loro volta.

Tutti i "compagni di merende" furono condannati: Vanni e Lotti sono morti in carcere, Pacciani in casa ma in attesa di un’ultima udienza.

Perché Pucci, rimane l’unico dei compagni di merende a non essere stato condannato?
Eh, bella domanda. Me la sono fatta per anni e non sono mai riuscito a darmi una risposta convincente. Credo proprio per la sua malattia...Certo è, che la figura del Pucci era e rimane "strana": oligofrenico per andare in carcere ma allo stesso tempo considerato attendibile per le condanne degli altri. Credo che questo rimarrà uno dei tanti fatti 'inspiegabili' legati alla vicenda del mostro di Firenze.

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Nadia Francalacci