Camici sporchi: quando la Sanità è da curare
Ministero della Sanità - ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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Camici sporchi: quando la Sanità è da curare

Dall'inizio dell'anno sono centinaia i medici e gli specialisti  arrestati e denunciati dalla magistratura. Ecco tutte le operazioni dei Nas

Fiducia nel proprio medico? Addio. Inchiesta dopo inchiesta, il rapporto fiduciario che dovrebbe esserci tra paziente e medico curante, si va sempre di più incrinando e si sta “svuotando” di significato.

In Italia sono centinaia i medici che dal 1 gennaio 2012 sono stati coinvolti direttamente o indirettamente in truffe, abusi, corruzione o concussione e in operazioni chirurgiche totalmente inutili a danno del Ssn.  

I carabinieri del Nas di Modena, hanno “scovato” solo l’ultima truffa: 67 persone coinvolte tra cui 9 medici specializzati in cardiologia e 12 aziende del settore alle quali è stato applicato il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, di cui  6 sono straniere.
Ma per parlare di altri 67 medici dal camice “sporco” non bisogna andare troppo indietro nel tempo: Bologna, 17 ottobre 2012.

I carabinieri del Nas e dei Comandi Provinciali di Ancona, Ascoli Piceno, Bari, Brescia, Cagliari, Caserta, Chieti, Ferrara, Firenze, Frosinone, Genova, Lucca, Mantova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pescara, Roma, Terni, Torino, Trento, Trieste, Verona e Viterbo, hanno eseguito 77 perquisizione a carico di 67 medici indagati.  I reati? Dall’associazione a delinquere, alla corruzione, all’istigazione, alla truffa in danno del Servizio Sanitario Nazionale, dal falso al comparaggio.

La scia dei medici che non hanno più il camice così bianco continua. Panorama.it ha analizzato solamente le operazioni più eclatanti condotte dal Nas in questi ultimi mesi.  

Bari: arrestati 4 medici specialisti, noti per i successi nella cura dell’infertilità. Prescrivevano a danno del Ssn farmaci costosissimi e svolgevano prestazioni in regime di intramoenia a scapito dell’attività pubblica.

Termoli (Campobasso): 52 perquisizioni ed altrettante notifiche di avviso di interrogatorio per applicazione misure interdittive nei confronti di medici, veterinari, infermieri, fisioterapisti, tecnici di radiologia, dirigenti ed impiegati amministrativi, tutti dipendenti o convenzionati con l’Asl di Termoli, responsabili, a vario titolo, di reati in danno del Ssn, con conseguenti disservizi nell’erogazione delle prestazioni fornite dalla citata dall’Azienda sanitaria.

Cosenza: gli accertamenti dei militari dell'Arma hanno portato alla luce una vera e propria organizzazione criminale, composta da 42 dei 65 medici di base che operano nel crotonese, ed un farmacista. I reati? Falso e truffa aggravata in danno del Servizio sanitario nazionale. In particolare le indagini hanno accertato che i medici di base si occupavano di redigere ricette false a carico di pazienti ignari o defunti, provvedendo alla consegna della ricetta medica, falsificata nel contenuto, direttamente al farmacista. Non solo. Il farmacista provvedeva ad applicare delle fustelle false sulle ricette mediche ed a richiedere il rimborso al Servizio sanitario regionale.

Bari: i carabinieri arrestano 10 persone tra funzionari e imprenditori ma anche 8 primari ospedalieri. I militari del N.A.S. di Bari con la Procura della Repubblica di Foggia hanno svolto indagini su gare d’appalto e sull’acquisto e la fornitura di dispositivi medici destinati agli ospedali di Manfredonia, Cerignola, San Severo e Lucera.

Napoli: il Nas partenopeo nell'ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, ha eseguito in varie località della Campania, della Toscana e del Piemonte, 13 provvedimenti cautelari nei confronti di medici, infermieri e imprenditori (di cui 1 arresto in carcere, 2 arresti domiciliari, 3 divieti di dimora in Napoli e 7 obblighi di presentazione alla P.G.) emessi dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, nonché 42 decreti di perquisizioni locali e domiciliari a carico di altrettanti dirigenti medici e paramedici dipendenti di Aziende Ospedaliere e Sanitarie napoletane.

Taranto: un odontoiatra e un infermiere sono stati pizzicati dai militari a svolgere abusivamente la professione medica grazie alla complicità di un altro medico odontoiatra, titolare dello studio.

Palermo: indagati 5 funzionari dell’Azienda sanitaria Provinciale di Agrigento ed un commerciante di Catania. L’accusa? Responsabili di turbativa d’asta e truffa in danno del Servizio Sanitario Nazionale.

Ragusa: arrestato un primario dell’ospedale di Ragusa. Il  medico costringeva i pazienti ricoverati presso l’ospedale ragusano ad operarsi “ a pagamento” in strutture private  ma convenzionate con il Ssn.

Palermo: irregolarità dell’assegnazione di incarichi presso l’azienda ospedaliera del capoluogo siciliano. In carcere finiscono il direttore generale dell’ex Azienda Ospedaliera e dirigente responsabile del Settore Affari Generali e Legali dell’ex Azienda sanitaria.

Reggo Calabria: i carabinieri denunciano per truffa 4 medici del reparto di Medicina Generale dell’ospedale calabrese.

Ma le inchieste dai carabinieri del Nas e della Guardia di Finanza talvolta hanno mostrato ai cittadini–pazienti scenari ed episodi di corruzione e malasanità da far inorridire. E’ stato il caso dello scandalo alla clinica Santa Chiara di Milano, soprannominata anche “clinica degli orrori”.

Nel 2010: 15 anni e sei mesi all’ex primario Pier Paolo Brega Massone più l’interdizione della professione medica, 6 anni e 9 mesi al suo braccio destro Marco Pansera e 10 anni a un altro medico, Fabio Presicci.
La vicenda. Il 9 giugno del 2008 scoppia lo scandalo: 14 camici bianchi e amministratori della clinica, convenzionata con il Ssn, finiscono nel mirino della giustizia per presunte operazioni  definite dagli atti investigativi e successivamente da quelli processuali, “avventate, inutili, dannose”.

Per la procura milanese i medici imputati, per ben 2 anni, dal 2005 al 2007, avrebbero eseguito 83 interventi completamente inutili, effettuando decorticazioni e sezioni, soprattutto di polmoni e mammelle. Per quale motivo? Unicamente per chiedere il massimo dei rimborsi e per rimpolpare le buste paga che, da 1.700 euro al mese, potevano lievitare fino a 27 mila euro.

Tra gli episodi contestati ci sono anche una decina di casi di pazienti con tubercolosi curati con l’asportazione del polmone. Non solo, sarebbero state asportate mammelle a donne in giovane età, compresa una ragazza di 18 anni. Anche in questo caso, senza nessun motivo: sarebbe bastata la semplice asportazione di un nodulo.

Ma dal processo emerse un aspetto ancor più inquietante:il consenso all’interventomai firmato dai pazienti. E operazioni effettuate anche contro il parere del medico curante.

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Nadia Francalacci