Amianto: De Benedetti, Passera e Colaninno a processo per le morti all'Olivetti
ANSA/ANGELO CARCONI
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Amianto: De Benedetti, Passera e Colaninno a processo per le morti all'Olivetti

Questa la decisione del gup d'Ivrea. Prima udienza il prossimo 29 novembre, con i due imprenditori e l'ex-ministro tra gli imputati

Sono 17 le persone rinviate a giudizio a Ivrea al termine dell'udienza preliminare per i morti da amianto all'Olivetti: nella lista anche Carlo De Benedetti (amministratore delegato e presidente del cda dal 1978 al 1996), l'ex-ministro Corrado Passera e l'imprenditore Roberto Colaninno (ma solo per un caso di lesioni colpose). Undici invece i proscioglimenti da parte del gup Cecilia Marino, tra i quali ci sono anche i figli di De Benedetti, Marco e Rodolfo.

In aula dal 23 novembre
Il processo, che si aprirà il prossimo 23 novembre, riguarda la morte di tredici lavoratori dell'Olivetti di Ivrea, provocata secondo l'accusa dal contatto con le fibre d'amianto, e due casi di sospette lesioni colpose. Al processo, oltre ai familiari delle vittime, sono stati ammessi come parti civili i sindacati Fiom e Fim, il Comune di Ivrea, la Città metropolitana, l'Associazione familiari vittime amianto di Casale Monferrato, l'Inail e un gruppo di comuni della Provincia.

In base a quanto emerso dal dispositivo, il gup non ha però accolto del tutto l'impostazione dei magistrati inquirenti, prosciogliendo ad esempio i consiglieri privi di deleghe o di incarichi operativi. Inoltre, sempre secondo le prime indicazioni trapelate a margine dall'udienza preliminare, il magistrato ha ritenuto di non dover procedere per una serie di vicende, a partire dalla presunta contaminazione dei locali di una mensa aziendale.

L'apprezzamento della Fiom
"La decisione di oggi, che pure assolve i semplici membri del cda, consente di andare a processo e stabilire finalmente le responsabilità anche individuali, a partire delle figure più autorevoli, amministratori delegati e presidenti, evitando lo scaricabarile verso le figure più in basso nella scala gerarchica", ha affermato Federico Bellono della Fiom provinciale di Torino. Che ha aggiunto: "Un passo importante per fare giustizia, per tutti coloro che fino a oggi e, purtroppo, per gli anni a venire, moriranno per una patologia che non lascia scampo".

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