Eliminare i brutti voti in pagella? E' una stupidaggine
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Eliminare i brutti voti in pagella? E' una stupidaggine

Una psicoterapeutica spiega quanto sia inutile e non formativa  l'iniziativa della Francia di voler cancellare dalla pagella scolastica i brutti voti - Il sondaggio

Basta con i brutti voti o meglio con voti-sanzione: 3 o 4 in pagella. E’ questo l'annuncio dato dal ministro francese dell'Istruzione, Benoît Hamon, che intende modificare l'attuale sistema di valutazione scolastica. Secondo il ministro i professori francesi sarebbero particolarmente severi e di conseguenza il sistema di valutazione del rendimento scolastico degli alunni particolarmente sanzionatorio e competitivo.

Una competizione che invece di “spronare” e aiutare i ragazzi a migliorare il loro impegno sui banchi di scuola, secondo il ministro dell’Istruzione, distruggerebbe la loro autostima. Insomma un 3 o un 4 a matematica o a latino “affosserebbe” l’Ego dei ragazzi d’oltralpe creando gravi danni psicologici.

Tania Fiorini, Psicologo-Psicoterapeuta, i brutti voti creano davvero un danno all'autostima del ragazzo?
Non sono tanto i brutti i voti  generare un danno all’immagine che un ragazzo ha di sé; quanto piuttosto  ‘come’ i brutti voti vengono percepiti. Se la cattiva valutazione è accompagnata da un’analisi critica di cosa non ha consentito un buon risultato, se innesca nuovi modi per affrontare la prova, magari con risultati soddisfacenti, il brutto voto (o voto insufficiente) non è certo da demonizzare.  Quando, invece, risulta un giudizio lapidario dato sulla persona e non sul compito, allora potrebbe diventare un elemento su cui lo studente costruisce la propria autostima, in senso negativo.

E' una scelta giusta quella pensata in Francia?
L’idea di eliminare definitivamente le valutazioni insufficienti perché fonti di danno all’autostima, non trova alcun fondamento. La scelta della Francia non è tanto da leggere secondo il criterio del ‘giusto o sbagliato’, quanto piuttosto secondo un criterio dell’utilità. Siamo davvero sicuri che l’assenza di una valutazione negativa protegga, in automatico, da danni all’autostima? Non credo.
Certo, bisognerebbe capire bene come intendono attuare questa proposta, quello che si può rilevare, tuttavia, è il rischio di attivare un processo di deresponsabilizzazione di cui non abbiamo proprio bisogno.

Quanto e in che modo può un brutto voto "danneggiare" l'Ego di un adolescente?
Le brutte valutazioni sono ‘pericolose’ quando vengono conferite senza un’adeguata giustificazione, quando sembrano ingiuste, quando non sono chiari i criteri sulla base dei quali sono state date e, soprattutto, quando invece di riguardare la prova (l’esame, l’interrogazione), si presentano come un giudizio alla persona, allo studente. Alla fine si corre il rischio che lo studente pensa di ‘essere’ il brutto voto che ha preso.

Tutti abbiamo preso almeno un brutto voto nella vita scolastica. Ma  appartiene alla preistorica il concetto  che i 'no', un brutto voto e una punizione, aiutano a crescere?
Assolutamente no. E’ ancora vero. Quello che manca è la competenza nel cogliere quando l’insufficienza funge da sferzata per dare di più nelle prove successive o quando, invece, diviene un elemento che genera sconforto.
La scelta della Francia sembra andare nella direzione di una linea estremamente morbida e ritenuta più protettiva, purtroppo non sempre è così. Ciò che fa la differenza tra un ‘danno all’autostima’ e una spinta a dare di più, sta nel saper individuare la strategia più efficace rispetto all’obiettivo formativo.

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Nadia Francalacci